domenica 15 settembre 2019

Il commissario Ricciardi

Se come la sottoscritta, ci si approccia al commissario Ricciardi per ultimo, cioè dopo aver letto tutti gli altri personaggi di Maurizio De giovanni, nell'affrontare la non facile vita di Ricciardi, si resta spiazzati, anzitutto per le atmosfere cupe e molto più opprimenti, imposte dall'epoca in cui i racconti si svolgono, siamo negli anni 30, in pieno periodo fascista. Anche i segreti di Ricciardi però, contribuiscono a infondere e diffondere questa sorta di tristezza che permea i libri che lo vedono protagonista, egli infatti, vede i cadaveri, spesso orribilmente mutilati, gli si presentano ovunque si trovi, o qualunque cosa faccia, ad esempio anche mentre passeggia, se passa da qualche parte in cui è avvenuto un incidente, sente le ultime parole dette da quella gente prima di morire, etc. Questo gli impedisce di avere o anche solo di pensare, ad una vita serena, non ha mai avuto amici, è segretamente innamorato di Enrica la sua dirimpettaia, che ogni sera si limita a guardare dalla finestra della sua camera, i colleghi lo temono, ma al contempo lo evitano, pensando porti male; a fare eccezione sono il brigatiere Maione e tata Rosa, che vive con lui fin dalla sua infanzia. nonostante le atmosfere che lo rendono pesante, le crude e dirette descrizioni di cadaveri etc, i racconti sono profondi, il lettore resta incuriosito dalle vicende amorose del commissario, si chiede se nella sua vita ci sarà spazio per un po' di luce in ogni contesto, non solo quello affettivo, e a conclusione di ogni racconto, viene lasciato ampio spazio per riflessioni profonde e intense, di cui tutti i libri sono intrisi. Interessante sarà capire, come tutto questo verrà trasposto in tv, grazie alla fiction che ne è stata tratta con Lino Guanciale nei panni del commissario Ricciardi, che potremmo vedere in tv nei prossimi mesi.

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