Attraverso il tuo sguardo
Erano trascorsi circa 20 anni, da quando Melany e Rachel si erano incontrate per la prima volta,
in occasione delle vacanze che nel 1996 Melany aveva fatto come ogni anno in Messico,
nella residenza estiva di famiglia.
Si erano incontrate per caso e da quel momento il loro legame era diventato indissolubile e per certi versi indispensabile per entrambe.
Melany aveva 13 anni, era alta, magra, 2 grandi occhi azzurri che a causa della sua cecità si perdevano nel vuoto, sguardo spento, ma sorriso smagliante e sereno, che portava gioia nei cuori di chi la conosceva o la incontrava per caso.
Aveva dei lunghi capelli biondi e amava vestire in modo pratico e comodo, senza troppi fronzoli, la si vedeva spesso in jeans e t-shirt.
. All'epoca Rachel aveva 23 anni e studiava medicina, corti capelli neri e occhi castani le incorniciavano il volto magro e dall'espressione seria, a tratti malinconica.
In un giorno di luglio del 1996, Melany se ne stava seduta in una panchina del parco,
mentre luky il suo cane, giocava con l'osso che teneva tra le zampe senza molta intenzione di mangiarlo.
-Ad un certo punto le si avvicinò una persona che le chiese l'ora,
-le 17:00,rispose Melany, tastandosi il polso dove teneva il suo orologio a vibrazione, senza dare troppa attenzione a chi le stava di fronte.
-Come ti chiami, disse l'altra.
- Melany rispose quasi scocciata, non amava molto parlare con gli estranei se si trovava da sola, chissà cosa poteva nascondersi le suggeriva il suo carattere sospettoso e poco incline al dare
fiducia.
- Io sono Rachel rispose, come se l'atteggiamento scostante non l'avesse turbata, quasi fosse inesistente.
- Hai voglia di prendere un tè chiese Rachel? nel chiosco qui accanto ne fanno di ottimi e di diverse fragranze.
Ancora più irritata, Melany pensò che quella ragazza non avesse niente da fare, o fosse troppo sola per decidere di parlarle, ma decise di accettare, facendo buon viso a cattivo gioco.
Trascorsero l'intero pomeriggio a chiacchierare nel parco, bevendo tè e mangiando muffin al cioccolato di cui entrambe erano ghiotte.
- Melany raccontò a Rachel che viveva a New york e che si trovava in Messico per le vacanze. Rachel le disse che viveva in Messico, ma sentiva il bisogno di diventare medico per
andare in missione in giro per il mondo, a cercare di aiutare i più bisognosi.
Aveva sempre amato rendersi utile ma questo spesso non veniva compreso dalle persone che la circondavano in quanto la reputavano troppo seria e bigotta per l'età che aveva
- Quando un sogno, un obbiettivo, una meta e nobile, vale sempre la pena di coltivarla, anche se gli altri rideranno di te o cercheranno di ostacolarti disse Melany.
Rachel che per la prima volta riusciva a parlare liberamente mettendosi a nudo con qualcuno senza la paura di essere giudicata, fu felice e si sentì molto rincuorata e incoraggiata da quelle parole che per la prima volta dopo anni, non la deridevano ne giudicavano,ma la comprendevano e stimavano.
Anche Melany dal canto suo pensò… Se la persona che mi sta di fronte mi sta aprendo il suo cuore confidandosi come forse mai aveva fatto con qualcuno, perché non dovrei a mia volta provare a farlo?
Le parlò di come fosse difficile avere amici a quell’età e in quelle condizioni per lei e la sua famiglia normalissime, ma per gli altri sintomo di alienante diversità che non provavano neanche a conoscere.
Tutto quello che Rachel non disse quel giorno limitandosi ad ascoltare accarezzandole il viso o tenendole la mano con estrema dolcezza in segno di tenerezza e comprensione, lo dimostrò con i fatti nel corso degli anni.
Quel giorno trascorsero diverse ore che ad entrambe sembrarono minuti e quando si resero conto che era troppo tardi e dovevano tornare a casa si dispiacquero.
Prima di separarsi, Rachel prese Melany tra le braccia e la strinse a se a lungo.
Nessuno mi aveva mai abbracciata per così tanto tempo disse Melany,
ti prometto che ogni volta che ci vedremo ti abbraccerò sempre più a lungo rispose Rachel.
Si separarono con quella promessa che Rachel mantenne per molti anni ;
sorridenti e felici, entrambe con la sensazione di aver trovato qualcuno su cui contare e di cui prendersi cura reciprocamente.
Infondo questa e la vera amicizia, prendersi cura l’uno dell’altro, farsi carico di gioie e dolori di un altro essere umano, senza stancarsi mai, pensò quella sera Melany prima di addormentarsi.
Da quel giorno, Melany e Rachel trascorsero insieme ogni pomeriggio.
Rachel fece conoscere a Melany i suoi amici e Melany si sentì accettata e accolta in un gruppo anche se nessuno in quel gruppo, aveva la sua stessa età. le volevano bene e questo contava.
Un giorno Melany disse a Rachel che desiderava avere un motorino come tutti i suoi coetanei, che quando a scuola toccavano quell’argomento si sentiva esclusa perché non sapeva cosa dire, non faceva parte di quel mondo con quell’aggeggio che tutti usavano.
Senza pensarci 2 volte, Rachel prese per mano Melany e la condusse di fronte al garage di casa sua, un grande palazzo bianco con le porte rosse. Rachel si infilò in un enorme stanza che per porta aveva una saracinesca verde, e Melany comprese che quello era il garage.
Dopo pochi minuti, Rachel ne uscì producendo un rombo potente, che fece comprendere a Melany che doveva trattarsi di una moto.
- Questa è la mia Arley Devinson spiegò Rachel,
pure io amo molto moto e motorini, Rachel scese e disse......
Sali.
Quando Melany salì sulla moto, Rachel l’accese e Melany mise le mani sul manubrio, come se stesse guidando. Sapeva che non poteva farlo realmente, ma si sentiva felice di quella finzione ironica che le veniva concessa, Rachel la guardava sorridente e disse… -
domani verrò a prenderti e faremo un bel giro in moto, tu non puoi guidare, ma sarò io a farlo
per te…
- Melany sorrise e disse ironizzando
e quando arriverà il momento in cui tutti prenderanno la patente?
Per allora mi attrezzerò per farti guidare una Ferrari replicò Rachel sorridendo con un tono altrettanto ironico.
L’indomani nel pomeriggio, Rachel mantenne la sua promessa e con due caschi ben piantati
in testa, le due amiche scorrazzarono per le strade di Tijuana, sorridenti e felici più che mai.
Mentre dagli altoparlanti che diffondevano musica 24 ore su 24 per le strade della città, si udivano le note di Welcom to Tijuana di Manu Chao, artista spagnolo ancora in attività, ma molto in voga in quegli anni, soprattutto a Tijuana, anche grazie al titolo che aveva scelto di dare a quel brano, che spesso veniva diffuso in città per dare il benvenuto a quanti vi facessero ritorno o giungessero per la prima volta.
Da quel giorno, Melany iniziò a vedere con gli occhi di Rachel, che senza stancarsi mai le descriveva il mondo in ugni sua sfaccettatura e sfumatura .
Melany comprese che se Rachel avesse potuto donarle la vista in qualche modo, avrebbe fatto qualunque cosa per poterci riuscire.
Anche la famiglia di Melany abituata a vederla sempre sola e sofferente per il fatto che non avesse amici, fu felice di quello straordinario legame.
Finita l’estate, tutta la famiglia tornò a New york, Melany e Rachel si salutarono con la promessa di rivedersi l’estate dopo, ormai avevano capito che la distanza in un’amicizia forte come la loro non era un problema.
Con l’inizio della scuola le cose non erano molto diverse da come Melany le ricordava,ma a Melany non importava dei suoi coetanei;
che reputava superficiali e poco maturi per farsi carico dei suoi problemi e della sua amicizia, lei, aveva qualcosa che gli altri non potevano neanche immaginare, il legame sempre più fraterno con Rachel, ed era questo pensiero ha darle la forza di andare avanti e sopportare col sorriso sulle labbra ogni presa in giro da parte dei compagni, o la solitudine che si consumava per lei ogni giorno tra i banchi del liceo, il sapere che fuori da quel posto in cui tutti erano sempre pronti a farsi gioco di lei o trattarla con indifferenza, c’era invece qualcuno che le voleva bene e se ne prendeva cura in modo disinteressato e senza chiedere niente in cambio.
Solo Lucas si distingueva dal resto della classe e con lui il legame d’amicizia divenne sempre più forte, fino a trasformarsi in amore.
Anche Lucas come Melany aveva capelli biondi e occhioni azzurri, alto, magro, labbra carnose e sguardo enigmatico ,.addominali scolpiti, amante degli sport in particolare del nuoto in cui le sue abilità si distinguevano.
Si prendeva cura di Melany con immenso amore e dolcezza e Melany dalla vita, aveva tutto ciò che una persona può desiderare, l’amore e l’amicizia, tutte cose rare e non facili da trovare per chi non vede e quindi questo, la faceva sentire immensamente felice e fortunata.
Anche quell’inverno del 1996trascorse veloce, fatto di scambi di email e telefonate tra Melany e Rachel, in cui condividevano ogni cosa.
- Rachel le scriveva di come gli studi universitari, giunti ormai alla fine, spesso fossero stancanti e non sempre facili,
- Melany le parlava di Lucas e di come lei e quel ragazzo speciale è straordinario la facessero sentire felice e le donassero la forza per farle affrontare ogni cosa.
Fu un’inverno anche fatto di continue passeggiate con Lucas, o pomeriggi trascorsi insieme a lui a studiare o ad ascoltare musica, leggere qualche libro cosa che entrambi amavano fare, così come amavano infilarsi dentro il caldo tepore di un cinema nei pomeriggi invernali, oppure navigavano su internet che in quegli anni, iniziava già a fare capolino come una nuova e ampia finestra sul mondo.
L’estate finalmente arrivò e Melany con la sua famiglia tornò a Tijuana, chiese ai genitori di poter portare anche Lucas quell’anno e le famiglie dei due ragazzi acconsentirono.
Lucas, cosi’ pote’ conoscere , dopo averne tanto sentito parlare per un intero inverno, gli amici che Melany aveva in Messico,
ma soprattutto la migliore amica che Melany avesse mai avuto come era solita dire, Rachel naturalmente.
In un caldo giorno di quell’afosa estate, Melany sentì dire dalla gente in città che Rachel, ormai laureatasi a pieni voti in medicina, sarebbe partita in missione in Africa, dove da tempo era in corso una guerra civile e sarebbe andata come volontaria a prestare il suo aiuto, cosa che le avrebbe permesso di fare una notevole esperienza nel suo cammino professionale di medico.
Melany si disse che non era vero, che se così fosse stato l’avrebbe saputo, erano troppo amiche perché Rachel non le rivelasse una cosa tanto importante.
Un giorno sua madre Magy, una pittrice alta con i capelli e gli occhi castani dallo sguardo dolce e il sorriso affabile, che con Melany aveva un rapporto intenso e speciale, unico e profondo..., si potrebbe dire che vivevano l’una per l’altra, si comprendevano a perfezione senza parole, nonostante una delle due non potesse avvalersi degli sguardi, quello che le univa andava molto oltre la vista, oltre le parole…
Magy le disse di aver incontrato Rachel e che quella sera stessa sarebbe venuta a parlare con lei. Melany si sentì improvvisamente assalita da una profonda tristezza e comprese che forse, la visita di Rachel aveva a che fare con le voci che aveva sentito in giro e che quelle forse, non erano solo voci. Ricordò la prima volta che si erano incontrate, La passsione e l’amore con cui Rachel le diceva di voler aiutare gli altri per sentirsi utile attraverso la sua professione. Si chiese chi da quel momento le avrebbe descritto il mondo, attraverso quali occhi avrebbe guardato ciò che la circondava? Pensò che aveva ancora il suo Lucas e si sentì un po più tranquilla correndo ad abbracciarlo. Magy colse la tristezza nell’espressione del suo volto, e immaginò quali potessero essere i pensieri che in quel momento attraversavano la mente della figlia, ma non disse nulla per non rattristarla ancora di più.
Quando il tempo è foriero di notizie non troppo positive, scorre sempre troppo velocemente e la sera, in quel giorno d’agosto del 1997 non tardò ad arrivare, alle 19:45 suonò il campanello e a Melany scese un nodo in gola,
-Magy entrò in camera sua e disse
tesoro, è Rachel .
Dille di andarsene!!! avrebbe voluto urlare Melany ma naturalmente non lo fece.
Rachel entrò per sedersi accanto a lei, la stanza aveva le pareti tinte di rosa, il letto sul quale sedevano era morbido, anche perché vi era un materasso ad acqua che Melany tanto amava.
Al centro campeggiavano un grande televisore, uno stereo ultimo modello e una scrivania zeppa di cd, L’immancabile computer portatile e libri in braille.
Quella sera, il volto di Rachel sembrava più triste del solito e anche il suo sguardo sembrava aver perso la sua solita lucentezza –
Parto per il Congo disse, vado in Africa come volontaria perché è in corso una guerra civile e tu sai meglio di chiunque quanto io abbia da sempre nutrito il desiderio di aiutare gli altri per sentirmi utile. Rachel parlò tutto d’un fiato, senza fermarsi come se avesse paura di non riuscire a pronunciare quelle parole o che in chi l’ascoltava esplodessero risposte giudicatrici e di rabbia da un momento all’altro come era da sempre abituata a sentire.
Sul volto di Melany apparve un abbozzo di sorriso
Ne avevo sentito parlare disse tristemente....
Non hai paura? –
Certo che ho paura, non solo perché si tratta di una guerra, ma perché ogni nuova avventura ci spaventa ma vedi, la fede, perché se non credi non puoi imbarcarti in certe avventure, la mia famiglia e la tua amicizia, sono le cose che più di tutte mi daranno forza per andare avanti, conserverò scolpiti nei miei ricordi i vostri sorrisi, i vostri volti, i momenti trascorsi insieme e li ricorderò ogni qualvolta ne sentirò il bisogno, cioè sempre probabilmente.
Melany rimase in silenzio, i pensieri che le si accavallavano erano di rabbia e tristezza, perché per una volta che trovava un’amica doveva perderla? Cercando di rimanere impassibile disse :,
ti rispetto troppo per non accettare e comprendere insieme a te questa tua scelta, per non supportarti e sostenerti, perché un amico si sostiene sempre, qualunque cosa faccia se ovviamente non è nociva ne per se, ne per gli altri e questa è solo positiva, credo in te e nella professione che hai scelto e so quanto impegno hai messo per avverare questo tuo sogno, dunque non posso che accompagnarti e seguirti nel tuo cammino, anche se solo idealmente.
Ora devo andare disse Rachel commossa da quelle parole grondanti stima e autentico affetto che la facevano sentire accettata, compresa, felice e serena.
Partirò in Ottobre, quindi dal momento che manca ancora qualche mese,avremo ancora tempo per vederci.
Come al solito si sciolsero in un lungo e fraterno abbraccio prima di separarsi, un abbraccio triste che quella sera sembrava non voler finire mai.
Anche un cielo plumbeo che di lì a poco prometteva pioggia faceva da cornice a quel probabile addio
. Il tempo quell’anno sembrò scorrere molto più velocemente del solito e settembre volgeva al termine. L’ultimo week-end di settembre, vi erano i festeggiamenti di San Patrizio a Dublino, dove viveva Cloe la sorella maggiore di Melany, sposata con Andrew, Cloe era un affermato e ottimo avvocato mentre Andrew, un ottimo e affermato giudice. Cloe chiamò Melany quel venerdì di fine settembre, proponendole di andare a Dublino con Lucas, a trascorrere la festa di San Patrizio tutti insieme, assieme ai loro genitori Magy e Francisco, la proposta venne accettata,
anche Rachel che ormai era come un altro membro della famiglia, approfittò per unirsi al gruppo prima di partire anche perché quelli, sarebbero stati gli ultimi giorni che avrebbe potuto trascorrere con Melany e anche con Cloe con la quale era in ottimi rapporti anche se meno intimi.
Quel fine settimana, come era logico che fosse Melany potè guardare il mondo attraverso Quattr’occhi, quelli del suo ragazzo Lucas e quelli della sua migliore amica Rachel che assieme al resto della famiglia, mai per un istante l’abbandonavano.
Le veniva descritto tutto nei minimi dettagli,dai fuochi d’artificio che guizzavano in cielo, alla merce esposta sulle bancarelle e quando possibile, le veniva anche fatta toccare con mano ogni cosa, in modo che potesse rendersi conto da sola come era tutto ciò che la circondava.
Arrivò la domenica, l’ultimo giorno di festa e con essa, il rientro a casa, avrebbero avuto tutto il giorno da trascorrere lì prima di rientrare verso sera. Cloe chiamò in disparte Melany, che in quel momento giocava con il nipotino Gabriel, figlio di Cloe e Andrew. Le disse che era arrivata una lettera indirizzata a lei da parte di Pedro Martinez.
A quel nome Melany rabbrividì. Pedro Martinez era il più ricco magnate di Barcellona, nonno di Rachel. Un dispotico patriarca che avendo come figlia solo la sua primogenita Penelope, la madre di Rachel che a sua volta aveva dato alla luce un’unica figlia, esigeva che quest’ultima prendesse il suo posto nell’industria di famiglia, un’industria che fabbricava armi, le stesse armi che venivano esportate in giro per il mondo in caso di guerra, proprio le guerre che Rachel voleva combattere prestando il suo aiuto da medico, come nel caso di quella in Congo per la quale stava partendo.
Melany aveva conosciuto Pedro Martinez in occasione della laurea di Rachel avvenuta qualche tempo prima, un uomo dallo sguardo torvo, il viso imbronciato, con pochi capelli e una voce profonda e cavernosa,dalla quale non traspariva bontà. Melany pensò che quella lettera per lei non doveva avere niente di buono, anche perché Martinez sapeva quanto la loro amicizia avesse su entrambe un’influenza reciproca per ogni decisione da prendere o consiglio da chiedere.
Infatti, Pedro Martinez le chiedeva di convincere la nipote a non partire per l’Africa, affinchè potesse prendere il posto nella sua industria e se si fosse rifiutata,, quando sarebbe giunto il momento cioè tra qualche anno, avrebbe fatto in modo che nessuna università accettasse la sua iscrizione, specie quella di Padova in Italia che Melany, desiderava frequentare per poter diventare o almeno così sperava, una brava psicologa.
Melany ascoltò il contenuto della lettera letta da Cloe e le chiese di strapparla, non avrebbe mai tradito la sua migliore amica in modo tanto ignobile, anche se,diventare una psicologa era il suo più grande desiderio, non sarebbe mai scesa a simili compromessi, la sua felicità non avrebbe mai dovuto nuocere a nessuno, specie se si trattava di Rachel.
Sapeva però che se Pedro Martinez aveva deciso di ostacolarla l’avrebbe fatto con ogni mezzo, e questo la turbò molto.
Raccontò l’accaduto a Lucas, che le disse che aveva ovviamente fatto bene, i due, impegnati a parlare, non si accorsero che Rachel alle loro spalle aveva involontariamente ascoltato ogni parola e fuggì in lacrime verso la stazione dove un treno l’avrebbe riportata a Tijuana per i suoi ultimi giorni in Messico,
Cloe, Andrew, Lucas e Melany le corsero incontro, riuscendo a fermarla, quando ci riuscirono fu Melany a stringerla a se dicendole che era tutto ok, lei non avrebbe mai accettato e che infondo, tutti conoscevano la cattiveria di Pedro Martinez e sapevano di cosa fosse capace.
Tra le lacrime Rachel disse che quel mostro aveva sempre tentato di rovinarle la vita e che anche ora attraverso il modo più abbietto che potesse scegliere ci aveva provato. Melany annuì e Lucas con tenerezza le diede un bacio sulla fronte.
Era molto tardi e decisero di partire anche se Rachel era distrutta, -
diventare una psicologa era il tuo sogno disse a Melany, così io potrò avverare il mio andando in Africa per esercitare la professione di medico, ma tu non potrai mai realizzare il tuo e quel che è peggio, e che sarà solo colpa mia per avere un nonno tanto abbietto, perdonami Melany, se avessi saputo che essere la tua migliore amica sarebbe servito solo a causarti guai quel giorno nel parco non ti avrei mai parlato. –
Hai finito di dire idiozie? Chiese Melany, -
L’amore verso gli altri l’ho imparato da te proseguì per questo voglio essere una buona psicologa e di università, ne esistono tante in tanti posti, non preoccuparti dovrà pur esistere qualcuno in qualche parte del mondo che non si pieghi al volere di tuo nonno. –
D’accordo disse Rachel poco convinta ma un po più serena, dopo aver salutato Cloe e la sua famiglia, si avviarono alle auto e ben presto arrivarono in Messico dove accompagnarono Rachel, mentre il resto del gruppo fece ritorno a New york.
Qualche giorno dopo, giunse ottobre e con esso, la preannunciata partenza di Rachel per l’Africa. Quel giorno Melany pensò tra se che tanto non si sarebbero ne viste ne sentite, quindi quell’amicizia era destinata a finire, non provò tristezza, ma molta rabbia e iniziò a chiedersi se il sacrificio al quale si stava esponendo fosse giusto o solo un prezzo troppo alto da pagare per la felicità di qualcun altro, cercò di allontanare immediatamente dalla sua mente quei pensieri, era solo troppo arrabbiata si disse per il fatto che Rachel stava partendo e probabilmente non si sarebbero più riviste o sarebbe dovuto trascorrere molto tempo prima che accadesse.
Dunque poteva succedere che in momenti di rabbia si pensassero cose strane, ma era giustissimo così, Rachel doveva realizzare il suo sogno a qualunque prezzo, non importava quanto caro fosse e chi lo pagasse… Ne Melany ne nessuno però, poteva presagire che quei pensieri , erano solo l’inizio.
La sola cosa che invece sembrava non finire mai, era il suo legame con Lucas. Si sa però che spesso, anche nelle più grandi città, i pettegolezzi di quartiere somigliano sempre più alle voci di paese e ben presto,le malelingue in città iniziarono a dire che quel Lucas, sicuramente stava con lei per secondi fini perché d’altronde, era inspiegabile che qualcuno si mettesse con una persona che non vedendo e diversa dal resto del mondo. –
Lucas è troppo bello, come farà a stare con quella, mormoravano le coetanee dei due ragazzi, probabilmente solo per pura invidia.
A dispetto delle convinzioni di Melany, fortunatamente, anche l’amicizia con Rachel continuava.
Un paio di volte nel corso dell’anno come in estate o per le feste comandate, Rachel tornava in Messico o andava a trovare Melany a New york e le passeggiate, le chiacchierate e i momenti felici tra lei e Melanhy non mancavano.
Anche in quel caso, ben presto la gente iniziò a supporre che pure quel legame fosse falso, dato dalla bontà d’animo di Rachel, che stava con Melany solo per compassione. Melany era a conoscenza di quelle voci, ma non gli dava peso e continuava a vivere la sua vita.
Un giorno Lucas, che forse si era stancato di tutte quelle chiacchiere sul suo conto, andò da Melany e le disse che la lasciava perché ne era troppo innamorato, ma essendo ancora giovani e avendo un futuro davanti, non voleva impegnarsi troppo seriamente.
Mi dispiace Melany, mi sento troppo giovane per portare avanti una storia tanto importante,
Ti amo troppo, ma è giusto che ognuno di noi a quest’età prenda la propria strada, pensi a costruire il proprio futuro.
Ci conosciamo da quando eravamo bambini Lucas, stiamo insieme ormai da qualche anno, possibile che tu ti sia reso conto solo adesso che la nostra potrebbe essere una storia forse più impegnativa del solito e che improvvisamente questo ti spaventi?
So cosa stai pensando quando dici più impegnativa del solito, la tua condizione non’è mai stata un problema per me e non lo sarà mai, poi, come dici tu, ci conosciamo fin da bambini e se una cosa del genere poteva spaventarmi, doveva accadere da subito.
E allora, qual è il problema, perché d’improvviso hai deciso che sia meglio lasciarci?
Voglio più tempo per me, per il mio futuro, per decidere cosa fare insomma il problema sono io, tu non centri niente.
Se questa è la tua decisione, io non posso far altro che rispettare la tua scelta Lucas, la cosa non mi rende certo felice ma non si può costringere qualcuno ad amare, o tenerlo ingabbiato in un rapporto solo perché lo si ama, non sarebbe vero amore, e non sarebbe giusto per nessuno.
Grazie Melany per la tua comprensione, so che non sarà facile e credimi, non lo è neanche per me, non è vero che chi lascia sta meglio o non prova niente, spesso è anzi il contrario, mi dispiace darti tanto dolore ma ti ringrazio per il tuo rispetto, l’accettazione e la comprensione di questa mia scelta. Si salutarono abbracciandosi come due vecchi amici ma dentro, sapevano che tra loro l’amicizia non avrebbe mai potuto esistere e la sofferenza che entrambi stavano provando era intensa e profonda.
A quel punto, distrutta dal dolore e dalla rabbia, Melany chiamò Rachel che non sentiva da qualche mese, nonostante avesse provato più volte a chiamarla o scriverle, Rachel si mostrava scostante, trovava sempre un modo per chiudere dicendo che non poteva parlare, o non rispondeva mai a nessuna email. Le poche volte che le parlava, diceva che Doveva districarsi tra un’impegno e l’altro e non le era più molto facile perdersi in lunghe chiacchierate.
Melany cercava di non prendersela, ma in realtà le faceva male e non perché volesse per se tutta l’attenzione di Rachel ma perché sospettava che dietro il suo comportamento scostante ci fosse dell’altro, forse problemi che Rachel non aveva il coraggio di confessare neanche a se stessa e preferiva trincerarsi dietro la mancanza di tempo per parlare o scrivere e Melany, sapeva che se non fosse stata Rachel a parlare per prima, non sarebbe stato giusto forzare le cose… ma effettivamente, i sospetti di Melany erano fondati, Rachel non le parlava più perché non riusciva a farlo, si sentiva profondamente in colpa a causa del comportamento di suo nonno, che impediva a Melany di andare all’università, solo perché si era rifiutata di fare in modo che prendesse il posto del nonno nella sua industria.
I pensieri su quanto fosse ingiusto il fatto che lei stesse svolgendo la sua professione e realizzando il suo sogno e Melany non potesse farlo la tormentavano, facendola sentire ingiusta, pur sapendo che la colpa era solo di Martinez, ma lei non riusciva a non colpevolizzarsi per il male che Melany stava ricevendo da tutto questo.
Non voleva parlare a nessuno dei sensi di colpa che intanto la corrodevano, perché sapeva che tutti Melany per prima le avrebbero detto che non era colpa sua, che si sarebbe trovato un modo per risolvere le cose ma lei che conosceva Martinez, sapeva che nessuno avrebbe potuto ostacolarlo e intanto, come era logico che fosse, gli anni passavano e il momento in cui Melany avrebbe dovuto iniziare l’università si faceva sempre più vicino e ne lei ne nessuno, sapevano come fare a far desistere Martinez, non era mai accaduto che qualcuno non tenesse conto del suo potere.
Il pensiero di abbandonare l’Africa per permettere a Melany di continuare gli studi l’aveva sfiorata, ma come avrebbe giustificato al mondo quell’improvviso abbandono nel quale nessuno probabilmente avrebbe creduto? Melany poi, sarebbe stata la prima a comprendere la verità e le avrebbe impedito in ogni modo di portare avanti quella follia.
Rachel pensò di confidarsi con le sole persone che assieme a Melany, la comprendevano e supportavano in ogni sua scelta, i suoi genitori, Penelope e Aleandro Sanchez.
Penelope era una donna di media statura, sguardo dolce e sereno, lunghi e neri capelli che teneva raccolti in una coda, due ochi neri e un viso dai lineamenti dolci che nulla avevano a che fare col padre caratterizzavano il suo volto. Aveva conosciuto Aleandro Sances all’università di Barcellona, dove entrambi studiavano scenze politiche.
Aleandro era di una statuaria bellezza, alto e magro, capelli neri e occhi verdi in un volto dalla pelle scura, Penelope se ne innamorò fin dalla prima volta che lo vide, e lui contraccambiò fin da subito quel sentimento, si sposarono poco dopo la laurea, contro il parere di Pedro Martinez, che per Penelope avrebbe voluto un ricco imprenditore, mentre Aleandro era di umili origini.
Qualche anno dopo, diedero alla luce Rachel che fu la loro unica figlia sulla quale riversarono un amore immenso e sincero, insegnandole valori come lealtà, rispetto, sincerità e accettazione dell’altro.
Andarono a vivere in Messico a Tijuana, proprio per fare in modo che Rachel non venisse minimamente influenzata dalla negatività del nonno, che invece era un arrivista pieno di se e del suo potere, per lui gli altri non contavano, contava solo calpestarli per raggiungere i suoi scopi, come infatti stava facendo con l’amicizia tra Rachel e Melany, usata solo per far sì che Rachel facesse ciò che lui desiderava.
Nel dicembre del 2001, in occasione delle festività natalizie, Rachel tornò in Messico per le vacanze e confidò ai genitori i sensi di colpa e i tormenti che l’attanagliavano, sapeva che nell’agosto del 2002 Melany avrebbe compiuto 19 anni e pochi mesi dopo avrebbe dovuto iniziare l’università. Aleandro e Penelope che erano ormai da tempo divenuti amici di Magy e Francisco, i genitori di Melany, erano al corrente di ogni cosa. Poterono solo accogliere ascoltando quello che Rachel ebbe da dire, Abbracciarla in segno di conforto e darle qualche pacca sulla spalla. –
Sai che se tuo nonno sapesse anche solo minimamente che sei qui verrebbe a prenderti? Disse Aleandro.
-
Papà, sono così confusa che spesso ho pensato di abbandonare l’Africa e la mia professione,
per andare nella sua industria e permettere a Melany di studiare, lasciando che
realizzi tutti i suoi sogni. –
E credi che Melany ne sarebbe felice, pensi che è questo ciò che vorrebbe? Se non ha accettato la proposta di tuo nonno e perché ciò che conta di più per lei sei tu e il vederti felice disse Penelope guardando con dolcezza e tristezza la figlia.
Quindi, togliti queste idee assurde dalla testa disse Aleandro,
Sai quanto sia forte e caparbia Melany, vedrai che troverà assieme a Lucas e la sua famiglia, il modo per uscire da questa ignobile e orribile situazione disse Penelope.
Rachel si sentì più rincuorata e rasserenata da quel dialogo e quando dopo natale arrivò il momento, tornò in Africa come sempre.
Trascorsero mesi e quando Melany la chiamò in lacrime per dirle della sua rottura con Lucas, Anche quel giorno, dopo aver ascoltato la fine della sua storia con Lucas e il dolore che per Melany ne era derivato, Melany si accorse che l’atteggiamento e l’ascolto di Rachel avvenivano in maniera superficiale e in un modo che a Melany sembrò freddo e distaccato, ad un certo punto, Rachel, incapace di sostenere tutta quella sofferenza per la quale in qualche modo si sentiva già colpevole perché sapeva bene che anche se non batteva ciglio a Melany il non poter iniziare i suoi studi come avrebbe voluto stava costando molto, disse a Melany di non chiamarla più, che non aveva tempo da dedicarle e che il loro legame, era diventato per lei troppo opprimente con tutte quelle telefonate e email, mentre pronunciava quelle parole che ferivano forse proprio lei più di chiunque,,
Rachel sapeva che le stava utilizzando come scusa, per evitare di coinvolgere Melany nei suoi sensi di colpa e nei tormenti che a causa di suo nonno e della situazione che si era venuta a creare la opprimevano, preferiva perderla, piuttosto che dirle realmente come stavano le cose, era sempre stata molto protettiva, pensava che di problemi Melany ne avesse già abbastanza di suo e quando poteva, preferiva preservarla da ogni cosa anche perché, i sacrifici che Melany stava facendo rinunciando ai suoi studi erano per lei e non avrebbe permesso che rinunciasse alla sua professione ormai avviata, solo per fare un piacere a quell’arrivista insensibile di suo nonno, sempre pronto a sacrificare la felicità degli altri per realizzare i suoi obbiettivi.
Stizzita, dopo quella telefonata Melany che avendo ormai 19 anni, sapeva che in quell’ottobre del 2002 avrebbe dovuto iniziare l’università. Scrisse a Pedro Martinez, chiedendogli se la sua proposta era ancora valida, Martinez che probabilmente non aspettava altro, rispose di sì e in breve tempo, fece recapitare a Melany i biglietti aerei per Padova, un passaporto per l’Italia e l’iscrizione già compilata per l’università dove avrebbe iniziato gli studi di psicologia che tanto amava, quando li ricevette Melany pensò che quei doni che aveva ricevuto, li aveva conquistati con la vendetta nei confronti di chi infondo, le aveva insegnato ad amare e fatto nascere in lei la voglia di aiutare il prossimo e per un attimo, si chiese quanto tutto questo fosse giusto. Melany scrisse ancora a Martinez, dicendogli che non avrebbe potuto essere lei però a convincere Rachel a lasciare l’Africa, perché sarebbe partita per l’<italia l’indomani stesso e perché non si parlavano più da tempo.
Martinez rispose di non preoccuparsi, che avrebbe provveduto di persona a farle abbandonare l’africa nel più breve tempo possibile, che adesso era giusto che pensasse solo ai suoi studi ma era felice di quella collaborazione che Melany aveva stabilito con lui e che avrebbe potuto utilizzare in futuro.
Per mostrarle la sua gratitudine nell’aver’accettato la sua proposta anche se per cause di forza maggiore non poteva portarla a termine convincendo lei stessa Rachel a lasciare l’Africa, Martinez scrisse che avrebbe inviato dei soldi a Melany per pagarsi anche i libri, le tasse universitarie e un’alloggio dove vivere. Melany tornò a scrivergli dicendo che non era necessario, perché a lei i soldi non mancavano.
Pedro Martinez le inviò una lettera e una busta contenente 3000 euro, nella lettera le diceva di considerarlo un regalo e che quello era solo l’inizio di quella che auspicava potesse essere una lunga e proficua collaborazione, per poter riportare sua nipote a seguire la giusta strada e toglierle quelle folli e filantropiche idee dalla mente. Melany riscrisse che quella collaborazione non poteva essere possibile, perché con Rachel si sentivano molto meno e gli studi glielo avrebbero impedito ancora di più e perché infondo, pensava che ormai il danno erra stato fatto, ma perseverare non avrebbe avuto alcun senso. Martinez non rispose e Melany si augurò nel profondo del suo cuore che non lo facesse mai più.
Una fredda sera di un Ottobre, Lucas tornò a casa di Melany zuppo di pioggia.
– Che ci fai qui a quest’ora? Chiese Melany dopo averlo fatto accomodare accanto al camino per permettergli di asciugare gli abiti. –
Sono venuto ad implorare il tuo perdono amore mio, a dirti che le mie erano solo stupide paure per un sentimento troppo forte e grande per la nostra età che non pensavo di riuscire a sostenere, ma se questo è vero, ancora più reale è il fatto che non riesco a sostenere la tua mancanza, non posso neanche immaginare di vivere senza di te. Ti sogno la notte, sei il mio unico pensiero durante il giorno e tutto questo mi ha fatto sentire troppo giovane, troppo piccolo di fronte ad un sentimento così sconfinato.
Poi, tutte quelle voci, tutte quelle chiacchiere sul mio conto, sono stato troppo debole da non riuscire a sostenerle, perdonami Melany, ti prego. –
La colpa della fine diuna storia non è mai di una sola persona Lucas, si forse tu sei stato troppo debole per sostenere tutte quelle chiacchiere, io però non ho cercato di fermarti, di farti capire quanto anche i miei sentimenti per te siano grandi e profondi. Pensavo che lasciandoti, ti avrei lasciato libero di vivere la tua vita, ti avrei liberato da un peso e così ti ho lasciato andare sbagliando a mia volta.
– Lasciarmi libero? Donarmi una libertà che non ti ho mai chiesto, no, ho bisogno di te per essere felice, per volare libero e in alto nel cielo della vita, ho pensato solo per un attimo che cambiare rotta sarebbe stata la cosa migliore ma ora, so che solo tornando indietro e abbandonandomi totalmente a questo sentimento potrò vivere serenamente.
Melany lo abbracciò e baciò piangendo, gli raccontò anche di Rachel, del suo scambio di email e lettere con Martinez che gli fece anche leggere, dei soldi che aveva ricevuto, gli parlò della rabbia che l’aveva spinta a compiere quel gesto e di come questo per Rachel, avrebbe causato la fine della vita che stava conducendo e inevitabilmente, della loro amicizia.
Lucas disse che ormai era troppo tardi, che dire tutto a Rachel sarebbe stato inutile, sarebbe servito solo a farle più male, le rimproverò il fatto che come sempre agiva troppo d’impulso e che magari, come loro due, anche con Rachel si sarebbero riappacificate in breve tempo, che probabilmente avrebbe trovato il modo di frequentare un’università che si prendesse gioco dell’autorità di Martinez e si sarebbe laureata ugualmente,
se lei non avesse complicato tutto scrivendo a Martinez ma ormai quel che è fatto è fatto concluse, -speriamo solo che Martinez non dica mai a Rachel chi è stato a dargli l’idea di portarla via dall’Africa,
Lo farà per la sua solita cattiveria disse tristemente Melany, -
forse disse Lucas, ma a questo punto, ci resta solo da sperare che non accada perché, con Martinez non si sa mai, tutto e sempre possibile, specie le cose più ignobili.
Quella notte Melany non riuscì a chiudere occhio, incerta sul dafarsi e corrosa dai rimorsi
.
L’indomani si svegliò prestissimo e chiamò Lucas nonostante sapesse che non era esattamente un mattiniero e che molto probabilmente lo avrebbe trovato ancora nel mondo dei sogni. –
Dirò tutto a Rachel annunciò con tono serio e deciso che non lasciava scampo a repliche. –
La perderai per sempre protestò Lucas e tu sai quanto per entrambe sia stato importante il fraterno legame che da anni vi accompagna, esattamente rispose Melany, -
ci siamo sempre dette tutto senza remore e non farlo proprio adesso sarebbe da codardi, anche se significa perdersi per sempre.
Mettiti nei suoi panni rispose Lucas con voce ancora un po assonnata, cosa faresti tu se lei avesse accettato la proposta che tu hai ricevuto solo per seguire un impulso di rabbia dalla persona più abbietta che conosci? –
Non la perdonerei probabilmente ma vorrei sentirlo dire da lei che e la mia migliore amica prima che a rivelarmi una cosa tanto riprovevole sia qualcun altro, ormai il danno è fatto ovviamente, ma credo sia quantomeno corretto prendersi le proprie responsabilità, non lasciando che siano gli altri a rivelarlo.
Forse hai ragione disse alla fine Lucas con tono arrendevole, sapeva che quando a Melany frullava qualcosa per la mente poi diventava impossibile farle cambiare idea, quindi, seppur dispiaciuto per l’annunciata e imminente catastrofe che stava per abbattersi nelle loro vite, diede il suo assenso.
Quella stessa mattina, Melany compose un numero che non faceva da tempo ma che ormai conosceva a memoria. –
Pronto rispose Rachel dall’altro capo del filo, alcuni istanti di silenzio poi la voce riprese, -
Melany sei tu?
Questo pomeriggio parto per l’Italia replicò Melany, andrò lì a studiare psicologia, ho rimandato di qualche giorno per decidere se dirtelo o meno, sai che quando mi arrabbio agisco d’impulso e ho accettato la proposta di tuo nonno e i soldi che mi ha inviato affinchè possa pagarmi libri, tasse universitarie e alloggio.
In questi giorni provvederà di persona a fare in modo che tu possa tornare in Messico, ed iniziare così a lavorare nella sua industria. proseguì Melany senza fermarsi. Rachel ascoltò in silenzio e senza tradire alcun’emozione, ma calde lacrime le rigarono il volto. In quel momento pensò che tutti i suoi sensi di colpa non erano serviti a niente, che per niente era rimasta in silenzio in tutto quel tempo non dicendo a Melany la verità, che non le parlava più perché si sentiva in colpa e non perché non lo volesse, aveva cercato di preservarla da tutti i suoi problemi che infondo riguardavano anche lei e in cambio stava ricevendo la più grossa delusione che potesse mai aspettarsi. e si sentì profondamente tradita da chi mai avrebbe pensato la tradisse.
Ti conosco fin troppo bene e so che le mie parole possono averti molto ferita, l’ultima volta che ci siamo sentite e sapevo che la tua reazione non sarebbe stata delle migliori ma no, la vendetta e l’ipocrisia pensavo non ti appartenessero, non avrei mai creduto che bastassero dei soldi e qualche parola subdolamente gentile a corromperti, a farti decidere di allearti con chi da sempre desidera rovinarmi la vita. Disse Rachel cercando ancora una volta di non piangere e non far trapelare alcun’emozione dalla sua voce, anche se sapeva che per quanto ci provasse, con Melany era impossibile.
Io ipocrita? Se è questo ciò che pensi allora non mi conosci affatto.
Sì, probabilmente hai ragione, la persona che ho conosciuto qualche anno fa era sincera, aveva un cuore puro che mai avrebbe accettato corruzione e squallide modalità per raggiungere i suoi obbiettivi, non avrebbe mai pensato a fare solo i suoi interessi senza curarsi del male che poteva fare agli altri.
Sai bene che se siamo a questo punto e anche colpa tua, le persone non si scaricano rispose Melany con tono aspro e furibondo, soprattutto se da anni per amor tuo si sono sottoposte al sacrificio più grande che qualcuno potesse mai imporre loro. Le persone non si scaricano continuò, a meno che tu non abbia mai provato nulla e come molti pensano, mi sia stata accanto perché provavi compassione, -
questo è troppo disse Rachel, ricordati che ti sono stata accanto in momenti terribili o troppo felici senza chiederti niente in cambio, che per il sacrificio a cui tu alludi, mi sento in colpa giorno e notte, che tu questo non lo capisca non mi stupisce perché forse,, non hai mai capito e non capirai mai niente.
Ti sono stata accanto in momenti nei quali non avevi nessuno e questo, prima di sparare a 0 su persone che ti hanno voluto bene realmente dovresti ricordartelo.
Nessuno ti ha mai imposto niente, tu ci sei sempre stata o forse, ci siamo sempre state accanto reciprocamente ribattè Melany e allora, che c’è, vuoi dei meriti, vuoi che qualcuno ti restituisca il tempo perduto? O forse vuoi in cambio dei soldi proprio come tuo nonno?
A quelle parole Rachel, incapace di trattenere le lacrime preferì interrompere la comunicazione e Melany si stupì di se stessa per la tanta, forse troppa inaudita cattiveria.
Da quel triste giorno d’ottobre trascorsero 10 lunghi anni nei quali, le 2 ragazze non seppero più niente l’una dell’altra, anni costellati per entrambe da vuoto, solitudine e tristezza per quello che era stato, avrebbe potutto essere ma che sembrava non poter tornare mai più.
In quegli anni, Melany divenne un’affermata psicanalista, Lucas in quegli anni le restò sempre accanto e divenne un ottimo e affermato psichiatra.
La coppia si sposò e decise di continuare a vivere a New york, durante l’estate però, spesso tornavano in Messico nella vecchia residenza estiva di Melany, dove tutto ebbe inizio.
Dalla loro unione nacquero 2 gemelli, Steve e Hope, entrambi biondi ed occhi azzurri come i genitori,
-Hope aveva lunghi boccoli che le ricadevano sulle spalle e lo stesso sorriso dolce e gioioso della madre,
- Steve capelli rasati, viso tondo e lo sguardo enigmatico del padre. Ogni tanto, quando il ricordo di Rachel e della loro amicizia si faceva spazio nei pensieri di Melany, quei ricordi erano per lei una ferita che pulsava nella mente e bruciava nel cuore.
Se non avesse mai detto quelle parole e soprattutto, se non avesse agito d’impulso accettando quella folle proposta forse, ora Rachel conoscerebbe Steve e Hope, avrebbe partecipato ai momenti più belli della sua vita come il suo matrimonio o la sua laurea ma tanto si diceva che andava bene così, aveva una carriera affermata e una splendida famiglia, si vive bene anche senza vere amicizie fingeva di dire a se stessa.
Di amici ne aveva molti, ma nessuno aveva mai saputo donarle la comprensione, l’affetto e la normalità con cui solo Rachel sembrava averla saputa trattare e amare.
Di tanto in tanto, ai bambini parlava di Rachel come di un caro ricordo, come qualcosa di molto bello che era appartenuto al suo passato, incuriositi, i piccoli le chiedevano se un giorno avrebbero mai conosciuto zia Rachel come la chiamava Melany,
Melany rispondeva che tutto era possibile e che forse un giorno poteva accadere anche questo.
Era il luglio del 2016 quando tutta la famiglia si trovava come ogni anno in Messico a Tijuana per le loro vacanze estive, assieme a Red,il fedele labrador cane guida di Rachel, figlio dell’ormai defunto Luky.
Lukas, Steve, Hope, e i suoi genitori Magy e Francisco si recarono al parco, anche Cloe assieme ad Andrew e Gabriel ormai adolescente erano andati a trovarli.
I piccoli giocavano sorridenti quando ad un certo punto, per rincorrere un pallone, Steve iniziò a correre finendo in strada, Melany gli corse dietro ma restò impotente anche perché sapeva che se si fosse mossa rischiava di finire lei per prima contro quell’enorme bolide che stava arrivando,
Gli altri rimasero pietrificati, erano troppo distanti e sapevano bene che ormai era troppo tardi per corrergli incontro, tutti fermi a guardare la scena col fiato sospeso per quello che sembrava un inevitabile epilogo, ad un certo punto, prima che il camion sfiorasse il bimbo, 2 mani dall’altra parte della strada lo afferrarono, Melany non capì chi fosse, la donna le si avvicinò e le restituì il piccolo chiedendole l’ora, a Melany sembrò di riconoscere quella voce ma non disse niente, era incredula, la donna le si avvicinò e le prese le mani, poggiandogliele con delicatezza sul suo viso affinchè Melany potesse esplorarlo, Melany lo fece restando in silenzio, ma improvvisamente un ampio sorriso le illuminò il volto e l’altra, comprese di essere stata riconosciuta.
Un lungo, intenso e commosso abbraccio sopraggiunse in quel momento, qualcosa che entrambe, sembravano aspettare da anni, Lacrime di gioia, liberatorie rigarono i volti delle due donne,
Rachel, ti devo la vita sussurrò Melany, hai salvato mio figlio da una morte certa.
Chiunque l’avrebbe fatto disse Rachel accarezzandole il volto con la sua solita dolcezza, -
tu non sei chiunque protestò Melany.
Tornarono dagli altri che felici e commossi avevano assistito alla scena. increduli.
Verso sera, dal momento che Rachel aveva accettato di restare a cena nella residenza estiva di Melany, Lei approfittò di un attimo di calma per poter uscire nell’ampio giardino della villa e parlarle.
Perdonami Rachel, non avrei mai dovuto accettare ne i soldi, ne la proposta di tuo nonno, mi sono laureata e ho una splendida carriera è vero ma credo che per questo tu abbia pagato un prezzo un po’ troppo alto.
Non ti nascondo che tutto questo non mi abbia fatto male Melany, a pochi giorni dalla nostra ultima telefonata, mio nonno ha spedito in Africa Hose Dominguez, il suo collaboratore più fidato ed è riuscito ha fare in modo che io venissi radiata dall’albo dei medici, perché durante la notte, Hose Dominguez, si è recato nell’ospedale da campo che avevamo e ha scambiato un farmaco, che è finito nelle mani di un paziente allergico che ha lottato per giorni tra la vita e la morte e nonostante sia riuscito a salvarsi, trattandosi di un mio paziente, la colpa per l’albo dei medici è soltanto mia e così, anche se non ho mai varcato la soglia dell’industria di mio nonno perché ho continuato a vivere in Africa per sfuggirgli e per cercare di dimenticare tutta questa storia, lui e comunque riuscito nel suo intento e non potrò più fare il medico. In teoria dovrei odiarti Melany, perché tutto questo è partito da te, lo hai innescato tu accettando la sua proposta ma non ci riesco, infondo anch’io ti ho ferita e tu, hai ritenuto che fosse giusto vendicarti.
Pur conoscendolo bene, credo che neanche tu sia mai riuscita a capire fin dove potesse spingersi la cattiveria di mio nonno e così, furente di rabbia hai ritenuto giusto comportarti nel modo per te più opportuno.
Probabilmente solo una di noi due era destinata a portare avanti una vita migliore e ad affermarsi in una professione che ama e svolge con passione. Forse, in un mondo in cui tutti lavorano come mercenari, per due persone che lavorano per il piacere di farlo e con amore verso i pazienti ai quali si dedicano era troppo, il posto era uno e tu sai occuparlo degnamente,
In un certo senso, eccome se lavorassi per entrambe, svolgendo il tutto in nome degli ideali che da sempre hanno unito e contraddistinto tutte e due. –
Non possiamo mai neanche sperare di riuscire ad odiare qualcuno se lo abbiamo amato davvero
Rachel,
dunque il fatto che tu non riesca ad odiarmi non mi stupisce, conoscendo tuo nonno, avrei dovuto solo immaginare che queste sarebbero state le conseguenze ma per quanto abbia potuto farti male, neanch’io sono mai riuscita ad odiarti e come te non ci riuscirò mai,
a volte si cade solo in stupide tentazioni perché non si ha la forza necessaria per lottare e credere nei propri ideali,
perché si è troppo stupidi da credere che le strade che scegliamo di percorrere siano quelle più semplici non riuscendo a vedere fino a che punto possa spingersi la malsana verità che si cela invece dietro tutte quelle scorciatoie della vita che scegliamo di percorrere per arrivare prima alla meta che abbiamo scelto di raggiungere.
Se dicessi che mi dispiace o mi mostrassi pentita ormai sarebbe tutto inutile,
quando si è poco più che adolescenti si agisce sempre di impulso e la rabbia, sfugge spesso al nostro controllo,
anche se questa non vuole per niente essere una giustificazione,
Non credo di aver diritto di cercare giustificazioni per migliorare la mia posizione, quindi non ne stò cercando e non vorrei trovarne…
Anche chiedere perdono a parole è inutile, forse tu non potrai mai perdonarmi, ma ti prometto che farò il possibile per restituirti la tua professione,
io ti ho messa in questa situazione, e io devo e voglio tirarti fuori,
Quella notte stessa, Melany andò a parlare con Cloe, raccontandole ogni cosa, L’indomani, Cloe e Rachel parlarono a lungo. –
Non preoccuparti Rachel, le disse Cloe in tono rassicurante e con un sorriso sereno. Sai che sono un avvocato e vedrai che riusciremo a dimostrare che è stata tutta una manovra per nuocerti e che il farmaco al paziente allergico non lo hai somministrato tu.
A proposito, come faceva il collaboratore di tuo nonno a sapere che quel farmaco avrebbe causato una forte allergia a quel paziente? – Perché Hose è affetto dalla stessa allergia, e perché aveva letto la cartella clinica di Domingo Ramirez, il paziente a cui lo ha somministrato.
Dopo qualche tempo, Cloe riuscì a scagionare Rachel da ogni accusa e Rachel, potè finalmente tornare ad essere un medico.
Quell’estate del 2016, tutto tornò come un tempo, come 20 anni prima. In autunno,
Rachel che ormai era tornata ad essere un medico affermato,partì per l’Etiopia come sempre in missione e Melany tornò a New York con la sua famiglia.
Martinez, suicidatosi per le difficoltà economiche che lo avevano investito, non poteva più impedire a Rachel di scegliere la vita che avrebbe voluto.
Nel novembre di quell’anno,Melany decise di prendersi un periodo di pausa dal lavoro e andò a trovare Melany in Etiopia, da quel momento, la loro amicizia divenne anche un rapporto professionale, Rachel curava i pazienti, Melany li riabilitava durante i traumi subiti a causa della guerra, o li supportava nell’affrontare eventuali malattie o qualunque altra cosa che richiedesse aiuti psicologici.
Quando Melany tornò a New York, continuarono a lavorare on line, Rachel la faceva contattare su dai pazienti che riteneva idonei e Melany faceva il resto.
Le due amiche lavoravano l’una accanto all’altra anche se spesso distanti fisicamente,
felici ed orgogliose l’una dell’altra.
Quando restando sola con i propri pensieri Melany ricordava quell’episodio del parco in Messico che le aveva fatto ritrovare Rachel,
rifletteva su come la vita spesso, abbia proprio l’effetto di un boomerang,
per quanto provi a lanciare il più lontano possibile da te le cose e le persone che ti feriscono, anche dopo anni se sono state davvero importanti, tornano indietro,
proprio come un boomerang,
più le rilanci, più loro tornano, senza stancarsi mai.
La vita e proprio un boomerang pensò sorridente Melany in quei giorni di dicembre del 2016, con l’atmosfera natalizia già alle porte che inondava i cuori e l’aria attorno a lei e il sorriso sempre gioioso sulle labbra.