martedì 28 giugno 2011

La metafora del ciclista.

Questo post voglio rivolgerlo a quanti sono felici per le mete raggiunte, o quelle che stanno raggiungendo, ma che come un ciclista a pochi metri dal traguardo si sentono stanchi e spossati a pochi passi o metri, dalla meta ambita che la vita ha preservato per loro, o che loro hanno fatto si che la vita la stabilisse cambiandone il corso. Si dice che siamo noi gli artefici del nostro destino, e forse può pure essere vero. O più probabilmente no, si ha bisogno di pensare e credere che sia un'entità superiore a darci una mano per far sì che ogni cosa prenda questa o quella svolta nel corso della vita che viviamo. e io, direi che questa seconda ipotesi mi sembra quella più accreditata, di qualunque entità, o religione si tratti. Tornando però alla metafora del ciclista che è stanco e riesce a stento a trovare la forza di percorrere i pochi metri  che lo porteranno a tagliare il traguardo, vorrei che chi leggesse queste parole magari trovandosi in una situazione di simile stanchezza, trovasse la forza di pensare di non arrendersi mai,  e dopo averlo pensato, quella di mettere in pratica con  ogni mezzo il modo per arrivare alla fine di ogni obiettivo  ricordandosi anche, ma solo per trarne spunto ed esempio, che nella vita, ci saranno sempre persone che raggiungeranno mete e traguardi, molto più grandi e importanti di quelli che a noi sembrano insormontabili, specie nel momento in cui stiamo per raggiungerli e pensiamo di non farcela. Perchè credo che in ogni situazione, anche in quelle che ci sembrano le peggiori, anzi, per quanto possa apparire un paradosso, e proprio in  quelle e da quelle che dobbiamo trarre più forza, e comprendere quanto   la vita sia sempre e comunque degna di essere vissuta, bella, o brutta che sia!

mercoledì 22 giugno 2011

Preghiera.

Spesso, come la maggiorparte degli uomini mi chiedo e ti chiedo: Perchè mi hai messo al mondo? in che modo potrò compiere il disegno divino che tu hai stabilito per me?  Infondo credo che nessuno sia indispensabile, tanto meno io. Persona normalissima, forse con qualche qualità anche se tanti direbbero moltissime. Che vive come un dono e per certi versi  con molta incoscenza la situazione che tu hai scelto di farle vivere. Poi però, accolgo ascoltandola la sofferenza di quelle persone che tu hai scelto di mettermi accanto. Neascolto lo sconforto, il dolore, la tristezza. e la sola cosa che mi rende felice al termine di un dialogo con qualcuno, e il loro grazie perchè è servito a farli star meglio,  edè  questa per me  la cosa che  appaga di più in assoluto. Allora comprendo che forse signore, e questo che tu mi chiedi. che io diventi attraverso te strumento di aiuto per chi davvero ne ha bisogno. Ti prego soltanto di donarmi la forza necessaria affinchè io possa riuscirci, e non scoraggiarmi mai.  Donami la bontà di far sì che ciò che mi accingo a fare, non diventi solo un lavoro remunerato e portato avanti per questo,  ma un aiuto concreto per quanti lo desiderano. Fa che possa portare avanti ogni cosa intrapresa con lo stesso amore ed entusiasmo che ho avuto fino adesso, e superare ogni momento di cedimento con il tuo aiuto. Fa che la paura dell'inadeguatezza nei confronti di ciò che diventerò e che mi a portato a scrivere queste parole, possa trasformarsi in autentico rispetto e amore per tutte le persone che attraverso il mio lavoro chiederanno il mio aiuto.

domenica 19 giugno 2011

Meta, o traguardo.

Eccomi qui, a scrivere dopo tanto tempo. Scrivere di cosa? di come la vita  ci porti   alle soglie di un importante traguardo, una meta, il raggiungimento di un obbiettivo, o  comunque lo si voglia chiamare. Scrivere di quanta felicità ci sia in tutto questo. Ma anche di come ci si senta piccoli e impotenti di fronte alla sofferenza umana, e ci si chieda se si sarà o meno adatti a fronteggiarla facendosene carico. Se si è fatti lascelta giusta, se è realmente la nostra strada quella che stiamo per imboccare. O se invece non stiamo sbbagliando tutto e dovremmo tornare indietro. Scrivere di come ci si senta persi e smarriti difronte alle proprie insicurezze, mentre resti una forte e consolidata roccia  agli occhi del mondo. Si dice che quando qualcuno  pone su se stesso simili interrogativi, allora significa che sia sulla  giusta strada per intraprendere ciò che si è prefisso. Questo però, a nessuno e dato  saperlo con assoluta certezza. Per cui, seppur con ogni timore, la cosa migliore da fare e sempre quella di correre e non fermarsi. Infondo, se una meta si sta raggiungendo,  è perchè forse, quando abbiamo deciso di incamminarci verso di essa, sapevamo che ne potevamo ottenere il raggiungimento.