Cosa lega Jordan Marsalis, ex tenente di polizia e fratello del sindaco di New York e Maureen Martini, commissario di polizia a roma? Appparentemente niente ma la vita, li metterà a dura prova e a stretto contatto, per collaborare e risolvere un caso apparentemente irrisolvibile, che li metterà davanti ad una serie di omicidi in cui le vittime, sono composte dopo eferate sevizie, come i personaggi dei peanuts e la prima vittima, sarà proprio Gherard Marsalis, pittore contemporaneo figlio di Cristopher Marsalis, sindaco di New york e nipote di Jordan.
La trama è talmente intricata, viva di azione e colpi di scena, intrisa di eventi e personaggi che riassumerla non è facile, per cui ho scelto di mettere in evidenza i personaggi e l'evento principale che li coinvolge, anche e soprattutto per non correre il rischi di rivelare troppo, lasciando al lettore il gusto di scoprire ogni cosa divorando il libro pagina per pagina perché, se vi accingerete a leggere questo straordinario triller corredato anche da una storia intrisa di umanità, riflessioni e malinconia che pervade la vita dei personaggi, non riuscirete più a staccarvene. Apparentemente diverso dal primo romanzo, io uccido, se si legge con attenzione non sarà difficile notare delle similitudini tra i2 libri che ancora una volta, confermano e rafforzano sempre di più l'idea e la percezione che Giorgio faletti sia stato uno scrittore straordinario, attento ai dettagli nel costruire la vita dei personaggi di ogni sua opera, immenso nel creare suspance nelle storie che narra. Personalmente avrei solo evitato qualche scena un po troppo cruda che coinvolge uno dei personaggi principali ma per il resto, oltre a credere che non possa e non debba assolutamente mancare in una personale libreria di chi ama leggere, come per io uccido di cui si parla da tempo di creare un film tratto dal libro, auspico fortemente che questo avvvenga anche per niente di vero tranne gli occhi.
domenica 27 luglio 2014
giovedì 17 luglio 2014
Io uccido
Una serie di omicidi, preceduti da una telefonata a radio Montecarlo, sconvolgono il principato di Monaco che solitamente, oltre ad essere apprezzato per la sua ricchezza è considerato un posto tranquillo e sicuro, dove non succede mai niente di allarmante, tantomeno ritrovarsi a dover dare la caccia ad un feroce serial killer che, dopo aver ucciso le sue vittime, decide di lasciarle senza volto. Quando si legge un libro molto conosciuto, è difficile non correre il rischio di dire qualcosa che non sia già stato detto aggiungendo qualcosa di nuovo a quanto già non si sappia. Da un punto di vista strettamente personale, il libro mi ha lasciata stupita, nel ritrovarmi a provare un senso di tenerezza e sincero dispiacere per un assassino che seppur spietato, non si può considerare del tutto mostruoso. Le ragioni di questi sentimenti quasi affettivi nei confronti di un personaggio in fondo abbietto per ciò che ha commesso, le lascio scoprire a voi, non negandovi il piacere di una lettura intensa, coinvolgente è scritta davvero con stile, che vi lascerà stupiti e vi farà immergere nella storia dall'inizio alla fine, senza mai riuscire a staccarvi, generando in voi il pensiero, la curiosità e la voglia di continuare, anche mentre per qualche motivo, sarete lontani dalle sue pagine. A pochi giorni dalla scomparsa del suo autore, Giorgio Faletti, tutto ciò che posso dire che questo, è uno dei pochi casi in cui, quando si usa la parola grande nei confronti di qualcuno che ci ha lasciato non si esagera, e non si tratta di banale e facile ipocrisia, quell'ipocrisia che spesso, fa apparire grande qualcuno, solo dopo averci lasciato. Faletti lo era in vita è lo resterà anche nel ricordo di chi, rileggendo le sue opere, guardando i suoi film e filmati, ascoltando la sua musica, sceglierà di farlo rivivere.
lunedì 14 luglio 2014
Una notte ho sognato che parlavi
Una notte ho sognato che parlavi, racconta il legame unico è speciale che unisce Gianluca Nicoletti, giornalista italiano, al figlio autistico Tommy Quattordicenne all'epoca in cui il libro è stato scritto. Quando un libro sceglie di raccontare una storia vera, non può definirsi ne bello ne brutto ma soltanto vero, reale, concreto in ogni suo aspetto, specie se a scriverlo e chi vive in prima persona ogni vicenda narrata. A colpirmi in questo libro è la capacità e la voglia di rappresentare il quotidiano, facendolo conoscere al mondo in ogni suo più realistico aspetto, dalla difficoltà nel doversi scontrare con la burocrazia per avere un semplice cartellino per poter parcheggiare, all'oppressione che ogni essere umano non come genitore ma umanamente prova nel vedere un figlio che non riesce ad esprimere a parole come tutti ogni sua sensazione e nel doversi dedicare totalmente ad esso, quasi "sacrificando" la propria vita, senza sapere se tutto questo sarà mai compreso dall'altra parte. Quello che mi ha davvero colpito in questo racconto è finalmente la giustizia nel raccontare la disabilità nei suoi aspetti più reali, non ponendo il disabile come fenomeno al centro della società che sta a guardarne le gesta eroiche a bocca aperta ma nella realtà non sempre facile di tutto ciò che una disabilità comporta in una famiglia, per il disabile e per chi se ne prende cura, raccontando il tutto in ogni emozione, sensazione, pensiero con sincerità in ogni aspetto, difficile, mediamente facile, possibile, negativo, cercando sempre però di cogliere gli aspetti positivi ma comunque, sempre è in ogni caso reale, semplice e sincero e coerente in ogni sua sfaccettatura.
domenica 6 luglio 2014
Ho bisogno di te
Eilidh ha 35 anni, e quando perde il suo bambino prima che venga al mondo, la sua vita è sconvolta dall'impossibilità di potere ancora avere figli dopo essersi sottoposta a migliaia di tentativi per riuscirci. Mentre lei tentava invano di farcela, il marito Tom la tradiva con una collega. In più, Eilidh è costretta anche a sopportare le continue battute sarcastiche della sua famiglia che senza alcun tatto, le ricordava di quanto al contrario di lei la sorella Catrina fosse realizzata, avesse una famiglia e 4 figli da accudire. Stanca di tutto quel tentare invano e delle incomprensioni che la circondano, Eilidh decide di andarsene, per fare ritorno a GlenAvic in Scozia, il posto in cui è cresciuta e l'unico luogo in cui riesca ancora a sentirsi a casa e protetta da chi la circonda.
Libro che vi terrà incollati alle pagine fin dalle prime righe catturando la vostr'attenzione. L'autrice Daniela Sacerdoti, è riuscita a creare in chi legge, una profonda empatia con i personaggi della storia. Un libro che affronta con la leggerezza di un romanzo rosa, tematiche complesse, riuscendo a regalare la voglia di non arrendersi mai, proprio come accade per i personaggi che ne fanno parte. A mio avviso, un libro da leggere assolutamente. Intenso, profondo e al contempo leggero, bello e mai stancante o noioso dall'inizio alla fine.
Libro che vi terrà incollati alle pagine fin dalle prime righe catturando la vostr'attenzione. L'autrice Daniela Sacerdoti, è riuscita a creare in chi legge, una profonda empatia con i personaggi della storia. Un libro che affronta con la leggerezza di un romanzo rosa, tematiche complesse, riuscendo a regalare la voglia di non arrendersi mai, proprio come accade per i personaggi che ne fanno parte. A mio avviso, un libro da leggere assolutamente. Intenso, profondo e al contempo leggero, bello e mai stancante o noioso dall'inizio alla fine.
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