martedì 27 settembre 2016
Io prima di te versus quasi amici
In questo post, mi piacerebbe parlare di due film già accostati, paragonati, confrontati esaminati in maniera a mio modesto parere errata. Entrambi i film narrano le storie di due persone diventate tetraplegiche in seguito a due diversi incidenti. Quasi amici pone la disabilità in maniera ironica e scanzonata, libera e priva di barriere, io prima di te uscito nelle sale cinematografiche in questo mese di settembre, diventato prima un best seller con l'omonimo romanzo, fa tutt'altro. Quasi amici, è liberamente ispirato ad una storia vera. Io prima di te, è frutto della fantasia dell'autrice. Quello che mi preme sottolineare attraverso questo post, scrivendo sia come persona affetta da disabilità che come psicologa, è che ciò che cambia nella vita di una persona, è l'approccio, il punto di vista con cui vediamo ogni cosa, il modo in cui scegliamo di vivere la vita. Non conta tanto nascere o diventare disabile, quello che conta dopo i primi momenti di smarrimento è la capacità di reinventarsi, di mettersi in gioco. Per questo trovo che la sola cosa bella di aver voluto mettere in scena due film così diversi tra loro, sia il differente punto di vista che viene offerto a chi sceglie di fruirne. Non ho amato il secondo, perchè mi sento molto più rappresentata dal primo. chi invece prova l'esatto contrario, potrà rispecchiarsi e amare maggiormente l'altro. La sola cosa con la quale concordo inoltre, è la libertà di scelta che ognuno di noi a di decidere come vivere. Ritengo che non basti il fatto che due film abbiano due protagonisti simili, per poterli paragonare come invece è avvenuto in questo caso, dal momento che come scritto precedentemente i temi vengono affrontati in maniera nettamente diversa, proprio come l'approccio che ognuno di noi sceglie di avere con ogni cosa. Se scrivessi che la disabilità non è ne una noia mortale ne tantomeno una condanna ma che anche in essa si possono riscontrare dei lati positivi, sbaglierei perchè significherebbe cercare di convincere chi legge che il mio approccio sia quello giusto, idem se provassi a fare l'esatto contrario. Per questo i film vanno comunque visti entrambi, per farsi un'idea e scegliere da che parte stare.
lunedì 26 settembre 2016
Dopo di te
il libro, narra le vicende di Louisa Clarck, facendoci scoprire se e come, riuscirà a mantenere le promesse fatte a Wil Trainor.
fin da subito, il libro riesce ad agganciare il lettore, destando la curiosità per ciò che potrebbe accadere. Piacevole e scorrevole, anche nello stile di scrittura, sembra che l'autrice abbia imparato ad intessere trame più accattivanti e coinvolgenti. Molto bello è intenso, ma anche rilassante da leggere. Il finale ritrova leggerezza, spensieratezza e allegria rispetto al precedente. Mi ha piacevolmente stupita e sorpresa, in quanto non mi aspettavo che essendosi soggettivamente rivelato brutto e noioso il primo libro, questo sequel invece potesse piacermi non poco.
martedì 13 settembre 2016
Io prima di te
Premesso che non amo i sensazionalismi a tutti i costi e questo libro ne è pieno, cercando maldestramente di sfatare luoghi comuni, provando a far apparire ciò che dovrebbe essere quotidiano come normale e niente di straordinario, finendo però per irritare chi legge, soprattutto se certe cose le vive realmente e si rende conto che l'autrice imbastisce un tentativo mal riuscito per raccontare una brutta storia di base, che prova ad arricchire con il contorno di una storia d'amore banale e poco sviluppata, come se ad ogni costo, per parlare di disabilità ci si dovesse per forza inerpicare finendo obbligatoriamente per infarcire il tutto di buoni sentimenti forzati. Gli stessi sentimenti che, in maniera profondamente intuibile, deviano per lasciare spazio a situazioni e riflessioni molto più crude, crudeli e profonde. In buona sostanza, questo libro affronta un tema delicato e complesso, come quello del suicidio assistito. Pone il lettore di fronte ad aspri interrogativi, difficili riflessioni, imperscrutabili ed impenetrabili sentimenti. L'affetto, l'amore, la dolcezza di bei momenti trascorsi, si scontrano con la libertà che ognuno di noi ha di scegliere per poter essere e sentirsi se stesso come meglio crede. Il libro è a tratti pesante, noioso, per quanto consti anche di intensi momenti di straordinaria dolcezza. Sicuramente di forte impatto, positivamente o negativamente, non lascerà indifferente chi lo legge ma tante, tantissime cose e forse il libro stesso con il conseguente film a parere di chi scrive, si potevano evitare.
lunedì 12 settembre 2016
Una famiglia quasi perfetta
Genni e Ted sono due medici, innamorati da sempre e felicemente sposati. Hanno 3 figli: i due gemelli Ed e Teo, e Naomi, in età adolescenziale. Tutto scorre tranquillo e perfetto finchè un giorno Naomi, scompare nel nulla senza lasciare traccia. Il libro incarna perfettamente un fenomeno molto diffuso al giorno d'oggi, quello secondo cui per ogni genitore i propri figli, appaiano immacolati e perfetti, osannati e amati come se fossero unici e probabilmente ai loro occhi lo sono ma tutto questo perfezionismo smisurato spesso, finisce per far perdere di vista la realtà, ciò che i ragazzi di oggi sono e fanno realmente. Se togliessimo i paraocchi probabilmente, ciò che crediamo e amiamo verrebbe visto sotto una luce diversa, troppo crudele per essere guardata e dunque, preferiamo nasconderci rifugiandoci in ciò che vorremmo, a discapito di ciò che è realmente. Il libro scorre piacevolmente, leggibile, godibile, nonostante però, manchi l'insight per poterlo definire bello. Sintetizzando, potrei dire che l'ho trovato interessante ma non entusiasmante, la bellezza iniziale con il conseguente interesse, si perdono e disperdono in un racconto a tratti lungo e anche un pò noioso, volto solo ad un ritrovamento affannoso che mette in ombra altre possibili storie e personaggi che potrebbero apparire interessanti, invece inseriti solo come contorno.
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