lunedì 25 aprile 2011
Sogni.
Sogni, che squotono il nostro sonno. Sogni che scordi all'alba di un nuovo giorno. Sogni meravigliosi, impossibili da cancellare. Sogni talmente stupendi da non volersi svegliare. Sogni che riportano fantasmi dal passato. Sogni dai quali ti risvegli provato. Sogni dove tutto appare reale tanto da sembrare vero, sogni che a volte ti riportano la gioia di rivedere un volto sincero. Di qualcuno che rivive, almeno per un'istante e quando apri gli occhi il tuo sguardo è ancora sognante. Sogni Che del giorno cancellano il grigiore, sogni dove puoi ritrovarti in un mondo migliore. Con meno ipocrisia e senza guerra. Dove non ci sono posti con fame o eccessiva ricchezza, come le mille contrapposizioni di questa nostra terra!
mercoledì 20 aprile 2011
Tristezza.
Tristezza. Che col tuo manto, travolgi il mondo delle persone a cui decidi di manifestarti. Tristezza. Spesso la sola cosa in grado di sovrastarti. Trascinare via ogni cosa. Come le onde di un mare in tempesta, spazzando via ogni brandello di gioia, serenità,o festa. Tristezza. Che arrivi allimprovviso ad offuscare i pensieri di chi è felice. Ti insinui come la nebbia in un giorno d'inverno, e la felicità si dissolve come sabbia, per un giorno, un attimo, un periodo. Che sembra eterno. Tristezza. che ricopri ancor più di vuoto i cuori di chi è già solo. come una coltre di gelido ghiaccio, penetri in loro. Tristezza. Che dietro te semini solo incertezza, ma che per fortuna poi ti dissolvi. Nel calore di un sincero abbraccio, una voce amica, o una carezza!
domenica 17 aprile 2011
Sorrisi.
Sorrisi, dipinti nei volti di chi è felice. Sorrisi. che non appaiono sul viso di chi a fingerne uno non ne è capace. sorrisi. Che affiorano guardando la bellezza del mondo. Che risiede in un giorno di sole, nel cielo stellato. Sorrisi. Che possono apparire alla vista di un volto amato. Sorrisi. che risplendono negli occhi di un bambino, il solo che sappia vivere una spensieratezza che per gli adulti ormai è un ricordo lontano. sorrisi, che appaiono distanti e cari ricordi. Per chi vive solo giorni sofferti, come appare in altre parti della terra. Sorrisi che hanno saputo ben spegnere o affievolire la fame o la guerra. Sorrisi. che sebbene per molti appaiono un lontano miraggio, sono spesso la sola cosa che da senso, e ci facontinuare con leggerezza il nostro viaggio!
sabato 16 aprile 2011
sera.
Sera. Che alla fine di ogni giorno cali su tutto, Modificando l'atmosfera ad ogni cosa. Sera. che cambi prospettiva anche al cielo, riempendolo di stelle. Sera. Dove il sole lascia il posto alla luna. Sera che a gli occhi di molti non susciti emozione alcuna. Sera. dove tutto sembra più sereno perchè il caos di un altro giorno si attenua. Sera. Che pervadi il suolo, l'aria, l'atmosfera. Sera. Che in te racchiudi un profumo di calma, serenità diventata ormai miraggio nella frenesia della nostra quotidianità. Sera. Che raccogli le nostre speranze per un domani migliore. Fatto di sorrisi, più certezze, sincerità e amore!
giovedì 14 aprile 2011
Cecità.
Ci nasci, ci diventi, ma comunque ci vivi. Fa parte di te, ma ha tantiaspetti positivi. Il sole che non vedi è reso splendente, dai racconti realistici che ti narra la gente. Ogni cosa ha i suoi suoni, e tutto a i suoi odori, ma per viversela così forse bisogna stare un pò fuori. Facendo quasi un vanto di ciò che per molti e cattivo, così per partito preso senza motivo. Solo perchè al termine associ una brutta sensazione, ma se ci stai dentro può diventare bello, al dilà di ogni percezione. e la dimensione, diversa a rendere tutto speciale, a cambiare ogni cosa senza che niente resti mai uguale. Il sole che vedi solo attraverso il suo calore, un fiore che guardi percependone solo l'odore. Una città in movimento di cui percepisci solo il suono, ma che per le orecchie e vita e non solo frastuono. Spesso si è troppo distratti solo da ciò che si vede, e se dici quanto tutto questo sia bello probabilmente nessuno ci crede. Confinati nei colori, e nel tridimenzionale, provo spesso tristezza per chi non potrà mai comprendere quanto vivere tutto questo possa essere speciale!
mercoledì 13 aprile 2011
Pensieri.
pensieri felici pensieri banali, pensieri simili ma mai veramente uguali. Pensieri tristi, che fanno male pensieri da cui ti lasci attraversare. Pensieri che imbocchi come una strada senza uscita, pensieri che spesso riaprono qualche brutta ferita. Pensieri come reti in cui ti ritrovi impigliato, per uscirne poi felice, distrutto, o rasserenato. Pensieri importanti, pensieri distanti. Da quella vita che a vresti voluto, pensieri che ti parlano di situazioni, persone, o fatti a cui ai tenuto. Pensieri che fanno da sfondo a una vita già precaria, ma che ogni giorno è sempre più straordinaria. Pensieri che tirendono triste, felice, o sereno, pensieri dei quali infondo mai potremmo fare a meno!
sabato 9 aprile 2011
Vorrei.
Vorrei. Vivere con passione ogni battito, ogni minima e più piccola emozione. Vorrei fuggire, per poi capire. Quanto possa essere bello tornare. Vorrei correre, vorrei fermarmi. Vorrei superare ogni limite e ogni giorno di più migliorarmi. Vorrei sognare, vorrei pensare, e più che mai imparare a perdonare. Vorrei stupirmi davanti ad un cielo stellato, far comprendere anche al resto del mondo che nulla va mai dato per scontato. Vorrei vedere, vorrei capire. Se tutti i limiti si posson superare. Vorrei immergermi nel mare, e dall'abbraccio delle onde lasciarmi trasportare. Per poi tornare a riva. Con la consapevolezza di aver compreso, che solo provando e vivendo appieno ogni emozione, e possibile sentirsi realmente viva!
giovedì 7 aprile 2011
Sadness.
Sadness. In inglese significa tristezza, quella che tutti piùomeno spesso ci ritroviamo a provare, ma che sempre, pensiamo sia un male sentirla arrivare. Questo perchè facciamo poco caso a cose che ormai diamo per scontate: Se non provassimo tristezza, non potremmo assaporare il piacere della felicità quando giunge d'improvviso. Se non provassimo il fastidio della sete, non assaporeremmo a pieno la dolcezza dell'acqua o di qualunque bevanda giunga alle nostre labbra. Se non provassimo il caldo afoso dell'estate, mai apprezzeremmo la seppur poca e soggettiva bellezza del fresco autunno. Perchè tutto è il contrario di tutto, ogni cosa ha il suo opposto pronto a completare le parti mancanti. Solitudine e compagnia, acqua e fuoco, cielo e terra. Una continua opposizione di qualcosa ad un'altra. Magari ci chiediamo pure il perchè, perchè esistono cose diametralmente opposte ma che di fatto sono a volte complementari. Forse però, il solo perchè che ogni tanto l'uomo dovrebbe porsi, è proprio il perchè non'è mai contento? perchè è sempre alla continua ricerca di qualcosa? perchè pochi o nessuno riesce mai ad accontentarsi di ciò che ha? perchè ci poniamo migliaia di domande alle quali nello stesso momento in cui le facciamo sappiamo che mai otterremo risposte? Forse il senso della vita è riassunto tutto in pochi caratteri. Sei. Per l'esattezza. Che formano una parola ben definita, Che costituisce anche una complessa domanda... Perchè?
mercoledì 6 aprile 2011
A corto di titoli.
Prima odiavo scrivere. Da quando ho creato questo blog invece, sembro non poter più farne a meno. Almeno un post al giorno devo metterlo. Solo che ormai, non so più come intitolarli, dato che quando scrivi ti viene chiesto un titolo. Ecco perchè quello che ho messo a questo nonè un titolo a caso. Da qualche giorno, qui è arrivata la primavera, e con essa i primi giorni di sole. Amo moltissimo il tepore e il calore del sole sulla pelle, specie quando è accompagnato da quel leggero vento che ti scompiglia i capelli. Giunge leggero sul tuo viso, ma ti accarezza con dolcezza. Amo sentire ogni tipo di suono, rumore, ecco perchè amo stare fuori all'aria aperta. Perchè il contatto col mondo è impagabile, cosa che mai nessun computer o social network potrà darti, ma di cui al giorno d'oggi forse si è perso il sapore, il piacere. Quell'enorme piacere di prendere un caffè con un amico stringendogli la mano, e abbracciandolo al momento di salutarsi. Quello di una passeggiata sotto il sole o perchè no, anche sotto la pioggia. quello di vivere nel mondo e col mondo e non di evitarlo, chiuso davanti ad uno schermo fingendo di interagire, quando poi non ci si saluta nemmeno quando ci si vede faccia a faccia. Penso che la vita si viva realmente e non nella virtualità dietro la quale in questo tempo amiamo trincerarci, probabilmente perchè ci manca il coraggio di viverci. Ovvio che sparare a 0 sulla tecnologia per me non avrebbe molto senso, dato che ne faccio un larghissimo uso come tutti ormai. Per cui come tutto, mi limito a dire che ha i suoi prò e i suoi contro... Forse. Ma forse, sarebbero solo prò. Come quello di ritrovare vecchi amici, come quello di informarsi di tutto e in modo più rapido etc. Già, solo prò. L'uomo però di ogni cosa, deve sempre trovare il modo di fare un contro. Quello di alienarsi davanti ad un pc, e smettere quasi di dialogare con i suoi simili. Quello di preferirlo ad un buon libro cartaceo, andando a leggere o sfogliare pagine digitali. Per non parlare di cose ancora più orride che circolano sul web, come pedofilia eccetera. Cose che fanno solo venir voglia di vergognarsi di appartenere al mondo degli esseri umani, e ci spingono quasi a voler far parte sempre più del mondo che noi ci ostiniamo a chiamare animale, non rendendoci conto che è l'uomo la vera bestia degna spesso di tale nome. Anche se naturalmente, non si generalizza mai. Voglio solo concludere con una domanda, che per qualcuno potrebbe essere un'amara riflessione e per molti, forse soggetta anche ad impietose critiche, e magari per altri ancora una provocazione perchè si sa, tutto è soggettivo. Perchè l'uomo distrugge quasi con sadismo tutto ciò che di buono riesce a creare, facendone emergere solo e soltanto le negatività?
martedì 5 aprile 2011
Giorni.
Giorni. Fatti di grandi emozioni, giorni Vissuti densi di tensioni. Giorni spenti, giorni costellati da difficili momenti. Giorni ricchi di speranze disattese, giorni ripidi come montagne scoscese. Giorni vaqui,, in cui perdi il tuo sguardo nel vuoto. Giorni pieni di ricordi, che ritrovi impressi nello scatto di una foto. Giorni sereni, che rivivi in un racconto, di una giornata di sole, una passeggiata, o un bel tramonto. Giorni che ritrovi, nell'espressione del tuo viso a volte un pò tetro, quando pensi alla loro bellezza ma anche, che non potranno mai tornare indietro!
Cirano.
Altro brano di Guccini, ispirato dal romanzo francese Cirano. Chi mi conosce di sicuro, leggendo questo testo capirà il perchè mi piace tanto.
Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto,
infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.
Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;
godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura
e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l' ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna.
Gli orpelli? L'arrivismo? All' amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!
Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti,
venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese.
Non me ne frega niente se anch' io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato;
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!
Ma quando sono solo con questo naso al piede
che almeno di mezz' ora da sempre mi precede
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
che a me è quasi proibito il sogno di un amore;
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
per colpa o per destino le donne le ho perdute
e quando sento il peso d' essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
amo senza peccato, amo, ma sono triste
perchè Rossana è bella, siamo così diversi,
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi...
Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un' altra vita;
se c'è, come voi dite, un Dio nell' infinito, guardatevi nel cuore, l' avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è morto e l' uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!
Io tocco i miei nemici col naso e con la spada,
ma in questa vita oggi non trovo più la strada.
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:
dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
Non ridere, ti prego, di queste mie parole,
io sono solo un' ombra e tu, Rossana, il sole,
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano,
se mi ami come sono, per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo...Cirano
infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.
Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;
godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura
e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l' ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna.
Gli orpelli? L'arrivismo? All' amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!
Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti,
venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese.
Non me ne frega niente se anch' io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato;
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!
Ma quando sono solo con questo naso al piede
che almeno di mezz' ora da sempre mi precede
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
che a me è quasi proibito il sogno di un amore;
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
per colpa o per destino le donne le ho perdute
e quando sento il peso d' essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
amo senza peccato, amo, ma sono triste
perchè Rossana è bella, siamo così diversi,
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi...
Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un' altra vita;
se c'è, come voi dite, un Dio nell' infinito, guardatevi nel cuore, l' avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è morto e l' uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!
Io tocco i miei nemici col naso e con la spada,
ma in questa vita oggi non trovo più la strada.
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:
dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
Non ridere, ti prego, di queste mie parole,
io sono solo un' ombra e tu, Rossana, il sole,
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano,
se mi ami come sono, per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo...Cirano
Vedi cara.
Dal momento che un blog è notoriamente uno spazio che parla di noi, dove ci si racconta spesso a 360 gradi, ritenendo da sempre la musica la migliore e più grande forma di comunicazione, ritengo per tanto che ci si possa raccontare anche attraverso i testi delle canzoni. Anche se in essi sono spesso contenute solo delle piccole parti in cui ci ritroviamo. Ecco perchè posto vedi cara di Francesco Guccini.
Vedi cara, è difficile a spiegare,
è difficile parlare dei fantasmi di una mente.
Vedi cara, tutto quel che posso dire
è che cambio un po' ogni giorno, è che sono differente.
Vedi cara, certe volte sono in cielo
come un aquilone al vento che poi a terra ricadrà.
Vedi cara, è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Vedi cara, certe crisi son soltanto
segno di qualcosa dentro che sta urlando per uscire.
Vedi cara certi giorni sono un anno,
certe frasi sono un niente che non serve più sentire.
Vedi cara le stagioni ed i sorrisi
son denari che van spesi con dovuta proprietà.
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Non capisci quando cerco in una sera
un mistero d' atmosfera che è difficile afferrare,
quando rido senza muovere il mio viso,
quando piango senza un grido, quando invece vorrei urlare,
quando sogno dietro a frasi di canzoni,
dietro a libri e ad aquiloni, dietro a ciò che non sarà...
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Non rimpiango tutto quello che mi hai dato
che son io che l'ho creato e potrei rifarlo ora,
anche se tutto il mio tempo con te non dimentico perchè
questo tempo dura ancora.
Non cercare in un viso la ragione,
in un nome la passione che lontano ora mi fa.
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Tu sei molto, anche se non sei abbastanza,
e non vedi la distanza che è fra i miei pensieri e i tuoi,
tu sei tutto, ma quel tutto è ancora poco,
tu sei paga del tuo gioco ed hai già quello che vuoi.
Io cerco ancora e così non spaventarti
quando senti allontanarmi: fugge il sogno, io resto qua!
Sii contenta della parte che tu hai,
ti do quello che mi dai, chi ha la colpa non si sa.
Cerca dentro per capir quello che sento,
per sentir che ciò che cerco non è il nuovo o libertà...
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
è difficile parlare dei fantasmi di una mente.
Vedi cara, tutto quel che posso dire
è che cambio un po' ogni giorno, è che sono differente.
Vedi cara, certe volte sono in cielo
come un aquilone al vento che poi a terra ricadrà.
Vedi cara, è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Vedi cara, certe crisi son soltanto
segno di qualcosa dentro che sta urlando per uscire.
Vedi cara certi giorni sono un anno,
certe frasi sono un niente che non serve più sentire.
Vedi cara le stagioni ed i sorrisi
son denari che van spesi con dovuta proprietà.
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Non capisci quando cerco in una sera
un mistero d' atmosfera che è difficile afferrare,
quando rido senza muovere il mio viso,
quando piango senza un grido, quando invece vorrei urlare,
quando sogno dietro a frasi di canzoni,
dietro a libri e ad aquiloni, dietro a ciò che non sarà...
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Non rimpiango tutto quello che mi hai dato
che son io che l'ho creato e potrei rifarlo ora,
anche se tutto il mio tempo con te non dimentico perchè
questo tempo dura ancora.
Non cercare in un viso la ragione,
in un nome la passione che lontano ora mi fa.
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
Tu sei molto, anche se non sei abbastanza,
e non vedi la distanza che è fra i miei pensieri e i tuoi,
tu sei tutto, ma quel tutto è ancora poco,
tu sei paga del tuo gioco ed hai già quello che vuoi.
Io cerco ancora e così non spaventarti
quando senti allontanarmi: fugge il sogno, io resto qua!
Sii contenta della parte che tu hai,
ti do quello che mi dai, chi ha la colpa non si sa.
Cerca dentro per capir quello che sento,
per sentir che ciò che cerco non è il nuovo o libertà...
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...
lunedì 4 aprile 2011
L'avvelenata.
Facendo radio da molto tempo, mi è capitato di soffermarmi su testi di canzoni che ho imparato ad amare, come questa di Guccini che vi posto molto volentieri!
Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni
credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni;
va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il "crucifige" e così sia,
chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato...
Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante,
mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d' un cantante:
giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo,
e un cazzo in culo e accuse d' arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta...
Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa,
però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia;
io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi:
vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso...
Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare,
godo molto di più nell' ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare...
se son d' umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie:
di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo...
Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista,
io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista!
Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino,
io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare!
Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento?
Ovvio, il medico dice "sei depresso", nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento.
Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro:
compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco!
Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni,
voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni...
Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete,
un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate!
Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,
mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso
e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare:
ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!
credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni;
va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il "crucifige" e così sia,
chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato...
Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante,
mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d' un cantante:
giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo,
e un cazzo in culo e accuse d' arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta...
Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa,
però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia;
io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi:
vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso...
Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare,
godo molto di più nell' ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare...
se son d' umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie:
di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo...
Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista,
io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista!
Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino,
io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare!
Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento?
Ovvio, il medico dice "sei depresso", nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento.
Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro:
compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco!
Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni,
voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni...
Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete,
un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate!
Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,
mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso
e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare:
ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!
Se fossi foco.
Un'altra delle mie poesie
preferite, Grande Cecco Angiolieri!
Se fossi foco arderei lo mondo, se fossi vento lo tempesterei,
Se fossi acqua io l' annegherei,
Se fossi Dio mandereil in profondo.
Se fossi Papa sarei a lor giocondo,
Che tutti i Cristiani imbrigherei,
Se fossi Imperador, sai che farei?
A tutti mozzerei lo capo a tondo.
Se fossi Morte anderei da mio padre,
Se fossi Vita fuggirei da lui,
E similmente faria di mia madre.
Se fossi Cecco, com 'io sono e fui,
Torrei le donne più belle e leggiadre,
E zoppe e laide lascerei altrui.
preferite, Grande Cecco Angiolieri!
Se fossi foco arderei lo mondo, se fossi vento lo tempesterei,
Se fossi acqua io l' annegherei,
Se fossi Dio mandereil in profondo.
Se fossi Papa sarei a lor giocondo,
Che tutti i Cristiani imbrigherei,
Se fossi Imperador, sai che farei?
A tutti mozzerei lo capo a tondo.
Se fossi Morte anderei da mio padre,
Se fossi Vita fuggirei da lui,
E similmente faria di mia madre.
Se fossi Cecco, com 'io sono e fui,
Torrei le donne più belle e leggiadre,
E zoppe e laide lascerei altrui.
Terraferma.
Il mio costante scrivere su questo blog, mi fa ritrovare molto nel testo di questa a mio avviso bella canzone del mio idolo musicale Max pezzali. Per tanto vi posto il testo, e poi sicuramente anche il Brano!
E’ una canzone un po’ diversa
da quella che tu ti aspettavi ma
si sa che ogni lasciata è persa
se non la scrivo lei non tornerà
Continuerà a volare in giro
fi nché non troverà uno come me
ma meno timido e insicuro
che sappia raccontare e scrivere
Le emozioni ed i momenti
le gioie immense ed i tormenti
che sennò non si ricordano fuggono
e perciò per te la scriverò subito
In modo che non vada persa la nostra poesia
la nostra immensa e assoluta energia
e la silenziosa complicità
in mezzo alle urla del mondo
Terraferma tra le onde dell’oceano
soluzione e cura di ogni male
Terraferma che i marinai inseguono
e che le stelle mi han fatto trovare
quando ero perso in alto mare
Scriverò ininterrottamente
fi nché di rime non ne avrò più
senza dimenticare niente
al punto che dovrai fermarmi tu
Dal raccontare troppe cose
sarebbe meglio ne togliessi un po’
a volte basta già una frase
gli sguardi muti spesso parlano
Più di parole urlate al vento
nell’entusiasmo del momento
ma che al vento non resistono volano
mentre sopra a un foglio vivono restano
In modo che non vada persa la nostra poesia
la nostra immensa e assoluta energia
e la silenziosa complicità
in mezzo alle urla del mondo
Terraferma tra le onde dell’oceano
soluzione e cura di ogni male
Terraferma che i marinai inseguono
e che le stelle mi han fatto trovare
quando ero perso in alto mare
Scriverò ininterrottamente
fi nché di rime non ne avrò più
senza dimenticare niente
al punto che dovrai fermarmi tu
Il piacere di scrivere.
Oggi, mi ritrovo ad aver voglia di scrivere, probabilmente per il mero piacere di farlo. Di solito però, quando ci si trova in queste situazioni, non si sa mai ne cosa dire, ne da dove cominciare a scrivere. Da quando ho voluto creare questo spazio in cui poter mettere nero su bianco i miei pensieri, ho ritrovato il gusto e il piacere della scrittura; Del dialogo con se stessi potremmo dire, perchè poi, e a ciò che ci si riduce infondo quando si decide di scrivere raccontandosi. Una sorta di introspezione non affidata ai soli pensieri, non gettata al vento. Ma impressa da qualche parte; Quasi a testimoniare quando decideremo di leggerla a distanza di tempo, o di farla leggere a qualcuno, ciò che siamo stati, i cambiamenti repentini se pur momentanei della nostra vita. Tutto sommato, se riflettiamo, probabilmente finiamo per accorgerci che siamo tutti lunatici. perchè? vi chiederete. Semplice: perchè ad esempio adesso scrivo. Tra qualche secondo potrei non avere più voglia di farlo. ciò che scrivo oggi non mi ritrova nello stesso stato d'animo in cui ero quando ho scritto ieri, o qualche mese fa. Ma non solo con la scrittura, nella vita in generale. Oggi vi potreste sentire felici per qualcosa, un attimo dopo arrabbiati o scontenti. Forse aveva ragione Eraclito, uno dei miei filosofi preferiti nell'affermare che tutto scorre. Che non ti puoi bagnare due volte nello stesso fiume perchè anche a distanza di secondi l'acqua non sarebbe la stessa. e davvero tutto un ricambio? uno scorrere a cicli così rapidi? tutto può davvero mutare in una frazione di secondo? be, direi proprio di si. Come credo fortemente che il bello della vita, una delle tante cose belle di questo dono magnifico, risieda proprio nel suo continuo mutare, che quindi lascia sempre dietro se quella scia di indelebile speranza. Pronta a non farci mollare mai nei momenti difficili, con lla certezza che tanto, prima o poi... Tutto cambia!
domenica 3 aprile 2011
Ricordi.
Ricordi. Che arrivano all'improvviso, come gelide raffiche di vento sul viso. Ricordi. Che fondendosi ai pensieri, ti riportano indietro, ricordi che a volte fanno sembrare tutto un pò più tetro. Ricordi. Che parlano d'amore, speranza, futuro. con pensieri che ti rendono insicuro. Ricordi. Densi, di felicità o sconforto. Ricordi cupi, che ti rendono incerto. Ricordi mai costanti, in continuo cambiamento, proprio come la vita, in perenne movimento. Ricordi che fluiscono, da cui ci si lascia avvolgere e trascinare, ricordi che scorrono come un fiume fa verso il mare. Ricordi, che mai si stancheranno, e che sempre e per sempre nel corso della nostra vita, ci accompagneranno.
sabato 2 aprile 2011
Lentamente muore.
Non potevo non postare la mia poesia preferita di Marta Medeiros, ma attribuita erroneamente da tutti a Pablo Neruda.
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia di vestire un colore nuovo,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero al bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.
Muore lentamente,
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare.
Muore lentamente,
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore,
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicità.
Ode alla vita, di Martha Medeiros
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia di vestire un colore nuovo,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero al bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.
Muore lentamente,
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare.
Muore lentamente,
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore,
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicità.
Ode alla vita, di Martha Medeiros
venerdì 1 aprile 2011
Desiderata( Dopo il testo, la storia!)
Questo testo bellissimo viene quasi sempre presentato come “Manoscritto del 1692 trovato a Baltimora nell’antica chiesa di San Paolo”.
In realtà invece la vera storia del manoscritto è la seguente.
Nel 1959 il reverendo Frederick Kates rettore della chiesa di St. Paul, a Baltimore, Maryland, incluse questo pensiero in una raccolta di materiale devozionale.
In cima alla raccolta, c’era l'annotazione “Old St. Paul’s Church, Baltimore, A.C. 1692″, che è l’anno di fondazione della chiesa… da qui l’equivoco.
In realtà, l’autore di questi versi, Max Ehrmann, un poeta di Terre Haute, Indiana,
vissuto dal 1872 al 1945, e scrisse Desiderata intorno al 1927.
vissuto dal 1872 al 1945, e scrisse Desiderata intorno al 1927.
Tuttavia ciò che dice… resta senza tempo… ed in essa si percepisce chiaramente
un profumo di verità eterna ed è per questo che il testo ha avuto successo in tutto il mondo.…
Desiderata.
Per quanto mi cimenti nella scrittura di pensieri o poesie più o meno belli o significativi, non sarò mai capace di eguagliare
questo manoscritto che resta tra i miei preferiti, e che per tanto ho deciso di postare.
Passa tranquillamente tra il rumore e la fretta,
e ricorda quanta pace può esserci nel silenzio. Finché è possibile senza doverti abbassare,
sii in buoni rapporti con tutte le persone.
Dì la verità con calma e chiarezza; e ascolta gli altri, anche i noiosi e gli
ignoranti, anche loro hanno una storia da raccontare.
Evita le persone volgari e aggressive; esse opprimono lo spirito.
Se ti paragoni agli altri, corri il rischio di far crescere in te orgoglio e acredine,
perché sempre ci saranno persone più in basso o più in alto di te.
Gioisci dei tuoi risultati così come dei tuoi progetti.
Conserva l’interesse per il tuo lavoro, per quanto umile;
è ciò che realmente possiedi per cambiare le sorti del tempo.
Sii prudente nei tuoi affari, perché il mondo è pieno di tranelli.
Ma ciò non acciechi la tua capacità di dinstinguere la virtù;
molte persone lottano per grandi ideali, e dovunque la vita è piena di eroismo. Gioisci dei tuoi risultati così come dei tuoi progetti.
Sii te stesso.
Soprattutto non fingere negli affetti, e neppure sii cinico riguardo all’amore;
poiché a dispetto di tutte le aridità e disillusioni esso è perenne come l’erba.
Accetta benevolmente gli ammaestramenti che derivano dall’età,
lasciando con un sorriso sereno le cose della giovinezza.
Coltiva la forza dello spirito per difenderti contro l’improvvisa sfortuna,
ma non tormentarti con l’immaginazione.
Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine. Al di là di una
disciplina morale, sii tranquillo con te stesso.
Tu sei un figlio dell’universo, non meno degli alberi e delle stelle;
Tu hai il diritto di essere qui.
E che ti sia chiaro o no,
non vi è dubbio che l’universo ti stia schiudendo come si dovrebbe.
Perciò sii in pace con Dio, comunque tu lo concepisca,
e qualunque siano le tue lotte e le tue aspirazioni,
conserva la pace con la tua anima pur nella rumorosa confusione della vita.
Con tutti i suoi inganni, i lavori ingrati e i sogni infranti,
è ancora un mondo stupendo.
Fai attenzione.
Cerca di essere felice.
questo manoscritto che resta tra i miei preferiti, e che per tanto ho deciso di postare.
Passa tranquillamente tra il rumore e la fretta,
e ricorda quanta pace può esserci nel silenzio. Finché è possibile senza doverti abbassare,
sii in buoni rapporti con tutte le persone.
Dì la verità con calma e chiarezza; e ascolta gli altri, anche i noiosi e gli
ignoranti, anche loro hanno una storia da raccontare.
Evita le persone volgari e aggressive; esse opprimono lo spirito.
Se ti paragoni agli altri, corri il rischio di far crescere in te orgoglio e acredine,
perché sempre ci saranno persone più in basso o più in alto di te.
Gioisci dei tuoi risultati così come dei tuoi progetti.
Conserva l’interesse per il tuo lavoro, per quanto umile;
è ciò che realmente possiedi per cambiare le sorti del tempo.
Sii prudente nei tuoi affari, perché il mondo è pieno di tranelli.
Ma ciò non acciechi la tua capacità di dinstinguere la virtù;
molte persone lottano per grandi ideali, e dovunque la vita è piena di eroismo. Gioisci dei tuoi risultati così come dei tuoi progetti.
Sii te stesso.
Soprattutto non fingere negli affetti, e neppure sii cinico riguardo all’amore;
poiché a dispetto di tutte le aridità e disillusioni esso è perenne come l’erba.
Accetta benevolmente gli ammaestramenti che derivano dall’età,
lasciando con un sorriso sereno le cose della giovinezza.
Coltiva la forza dello spirito per difenderti contro l’improvvisa sfortuna,
ma non tormentarti con l’immaginazione.
Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine. Al di là di una
disciplina morale, sii tranquillo con te stesso.
Tu sei un figlio dell’universo, non meno degli alberi e delle stelle;
Tu hai il diritto di essere qui.
E che ti sia chiaro o no,
non vi è dubbio che l’universo ti stia schiudendo come si dovrebbe.
Perciò sii in pace con Dio, comunque tu lo concepisca,
e qualunque siano le tue lotte e le tue aspirazioni,
conserva la pace con la tua anima pur nella rumorosa confusione della vita.
Con tutti i suoi inganni, i lavori ingrati e i sogni infranti,
è ancora un mondo stupendo.
Fai attenzione.
Cerca di essere felice.
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