giovedì 26 ottobre 2017

la migliore amica

Frankie viene richiamata a Oldcliffe da Daniel, per riconoscere i resti di Sophie, quella che era stata la sua migliore amica, morta a soli 21 anni annegata precipitando dal vecchio pontile il fatto che il suo corpo non fosse mai stato ritrovato, ha indotto la polizia a convincersi che sia stato solo un tragico incidente ma, quando il fiume restituisce dei piedi umani e una scarpa da tennis, in Daniel prende sempre più corpo l'idea che non l'ha mai abbandonato, cioè che sua sorella sia stata uccisa. Così per lui e Frankie, inizia una dolorosa rielaborazione del passato e immersione nei ricordi, che porterà ad un finale inaspettato in un crescendo di tensioni e colpi di scena. Claire Douglas ci regala un triller psicologico che inizia con un ritmo lento e quasi svogliato, per proseguire ad un ritmo serrato e incostante evoluzione che terrà il lettore col fiato sospeso fino alla fine, fino a quel finale del tutto inaspettato ma bellissimo. Bella l'idea di narrare la storia a due voci, dal punto di vista di Frankie e di Sophie, tramite il suo diario. Un libro che, chi ama il giallo non può assolutamente non leggere, per ritrovarsi in un labirinto di crescente tensione mista ad inquietudine e grande curiosità sullo svolgersi degli eventi.

sabato 7 ottobre 2017

L'amore prima di noi

Con uno stile semplice, accattivante e coinvolgente, Paola Mastrocola sceglie di occup'arsi di mitologia greca, reinterpretandola e rispiegandola a suo modo, con il suo stile di scrittura da sempre scorrevole e piacevole da leggere. Un libro appassionante, romantico e soprattutto bello, che vi farà venir voglia leggendolo, di approfondire ancor di più i miti di un tempo. Da persefone, Arianna, Icaro, passando per Ulisse e molti altri, il libro è un piacevole escursus di storie che da sempre, hanno coinvolto, appassionato e, fatto innamorare ogni lettore.

venerdì 25 agosto 2017

Un piccolo favore

Emily chiede alla sua migliore amica Stephanie di tenere suo figlio Nichy per qualche ora, dicendole che tornerà a riprenderlo verso sera. Non è la prima volta che Stephanie le fa quel piccolo favore e dunque, accetta colentieri, anche per sentirsi utile, per la voglia che ogni essere umano ha di aiutare e cooperare con i propri simili. Quando Emily non farà ritorno ne verso sera ma neanche dopo interi giorni e nel lago verrà ritrovato un corpo, tutto precipita e potrebbe cambiare inesorabilmente. Un libro sapientemente inquietante e coinvolgente ma, a tratti stucchevole e pieno di sentimentalismi, seppur giusti nei confronti dei bambini protagonisti, o inerenti la difficoltà di prendere atto di tradimenti difficili da metabolizzare per chiunque. Un libro che induce il lettore a non fidarsi di nessuno neanche nella realtàche lo circonda. Mentre si scorrono avidamente le pagine, si vorrebbe avere la possibilità di entrare nella storia e spiegare ai personaggi più facilmente manipolabili le trame ordite alle loro spalle, invitarli a prendere atto dell'eccessiva fiducia riposta e perchè no, della loro ingenuità nel fidarsi troppo e forse indiscriminatamente. Un libro che per la trama e gli accadimenti, potrebbe essere tranquillamente la trama di un film giallo. Il finale resta profondamente aperto, non credo però ci sarà una continuazione.

lunedì 21 agosto 2017

Nessuno come noi

Caterina Ferretti Detta Cate, Alessandra Spagnuolo detta Spagna e Vincenzo Piscitelli detto Vince, sono tre studenti della terza liceo Ettore Majorana. Con la consueta spensieratezza che contraddistingue i sedicenni, i tre sono talmente uniti e inseparabili, che il resto della classe li chiama tre cuori in affitto, come il titolo del loro telefilm preferito. Tutto cambia quando in classe, fa il suo ingresso Romeo Fioravanti che sta per compiere 18 anni, che è molto più ricco di loro e viene fuori da un liceo privato dove è stato bocciato. Ambientato negli anni 80, Luca Bianchini torna a regalarci con il suo stile delicato, semplice ed elegante, una storia leggera e spensierata ma per niente superficiale, in grado di coinvolgere e sconvolgere il lettore, rituffandolo piacevolmente indietro nel tempo, a quando il latte sapeva di nesquik e granturchese, o girella, a quando in tv c'era fantastico e Wanna marchi proponeva solo lo scioglipancia. Quando c'era la dolce euchessina e per telefonarsi esistevano solo i numeri fissi o al massimo le cabine a gettoni, quando per chiamare un compagno/a di classe, dovevi per forza passare prima dalle risposte dei genitori, che magari ti facevano l'interrogatorio per comprendere chi fossi e conoscerti meglio. Per chi ha vissuto tutto questo, si tratta di farsi prendere da una nostalgia piacevole, che non annoia ne rattrista, ma cattura e riavvolge piacevolmente nel caldo abbraccio di bei momenti. Un libro denso e carico di sentimenti ed emozioni, che vale assolutamente la pena di leggere.

domenica 25 giugno 2017

L'amica geniale

Scritto da Elena ferrante, sul cui volto aleggia un mistero, l'amica geniale si compone di una quadrilogia di libri: L'amica geniale è il primo. Storia del nuovo cognome è invece il secondo volume. Storia di chi fugge e di chi resta il terzo. In fine, storia della bambina perduta conclude la serie. Tutti i libri narrano la storia dell'amicizia tra Elena Greco detta Lenuccia o lenù e Raffaella Cerullo detta Lina, chiamata Lila solo da Elena. La loro amicizia si snoda attraverso diversi decenni, a partire dal 1950, anno in cui si conoscono perchè compagne di banco in prima elementare, fino ad arrivare al 2010. Assieme all'amicizia delle due bambine, ragazze e in fine donne, il libro ripercorre i cambiamenti storici che hanno interessato l'italia in tutto quest'arco di tempo. L'amica geniale è un libro che inizia con un'enorme furbata, la scomparsa di una delle due protagoniste; Questo farà in modo che a causa della curiosità di conoscere e individuare le ragioni di questa misteriosa scomparsa che non lascia alcuna traccia, il lettore resti incollato ad un libro che però si rivela brutto, violento, sboccato nel linguaggio e a tratti per sino noioso e molto pesante. Se per molti si è trattato e continua a trattarsi di un bestseller, credo sia dovuto proprio a questa scomparsa iniziale che incuriosisce. Naturalmente chi ama i libri storici probabilmente lo troverà esaltante, anche il finale però, aperto e poco entusiasmante, non lascia a parere di chi scrive, una buona impressione. dal libro sarà presto tratta una fiction, proprio per il grande successo ottenuto. Il lettore si troveràcatapultato nell'era delle differenze di classi sociali, nella marcata distinzione tra chi ha potuto studiare e fuggire da un rione malfamato e violento e chi invece e rimasta sposandosi giovane e piegandosi alle regole della società di quel tempo. Un libro anacronistico e allo stesso tempo attuale, se pensiamo al modo in cui le donne sono spesso trattate dagli uomini anche ai giorni nostri. Un libro che forse, vorrebbe avere come scopo quello della denuncia di tutto ciò che di marcio accade a Napoli, città in cui è ambientato, ma anche nel resto dell'Italia, dove Elena si sposta spesso per studio e lavoro. Qualunque sia lo scopo, il libro affronta tutto in maniera diretta, cruda e caotica, violenta e pesante da digerire, non lasciando spiragli di positività neanche sul finale. Unico pregio, l'intensità nel descrivere gli stati d'animo e l'emozioni dei personaggi, quasi il lettore possa empatizzare, simpatizzare, demolire, detestare, ma comunque viversele col personaggio. questi momenti così intensi e ad alto impatto emotivo però, sono 4 o 5, per una storia che supera le 2000 pagine e che nell'insieme, risulta solo un polpettone mal digerito e profondamente impasticciato nel cercare di incollare insieme ogni evento.

mercoledì 24 maggio 2017

Magari domani resto

Cosa potrebbe accomunare una giovane avvocatessa desiderosa di partire e scrutare nuovi orizzonti, un anziano filosofo in carrozzina, un bambino saggio, maturo e molto speciale, un cane superiore, definito così per l'intelligenza superiore appunto, agli umani. Forse niente o forse tutto, magari domani resto, con i suoi personaggi così strampalati e diversi tra loro, ci dimostra che non sono i legami di sangue a formare e costituire una famiglia. Un libro allegro, spensierato ma al contempo zeppo di sagge riflessioni, che ha il potere di mettere il lettore di buonumore, instillare allegria e voglia di vivere, nonostante le mille contraddizioni e le cose non sempre semplici e come nella vita reale, spesso tristi da affrontare. Magari domani resto è un libro scritto per il sud, per la gente del sud, nel senso più positivo e nobile del termine perchè, solo chi vive in queste terre, può conoscere e comprendere più di chiunque altro, la voglia di restare contrapposta a quella di fuggire, la continua contraddizione tra la bellezza mozzafiato del mare o più in generale del territorio di cui si è circondati, e la continua voglia di riuscire a deturpare tutto spesso insita nell'uomo, che dunque, ingenera voglia di scappare a gambe levate. Sarà solo dopo un'attenta riflessione introspettiva come quella fatta da Luce che coinvolgerà se stessa e chi la circonda, a farci comprendere se decidere di andare, oppure provare a dire:" magari domani resto."

lunedì 22 maggio 2017

l'altra faccia del blue vale

In un blog che prova ad occuparsi di svariati argomenti, soprattutto quelli maggiormente evidenziati dal resto del mondo, come blogger ma ancor più come psicologa, non potevo restare indifferente al clamore suscitato attorno al blue vale, senza però ne arginare ne fomentare ulteriori preoccupazioni, perplessità etc. Presentazione del fenomeno. Dei fantomatici curatori, questo il nome scelto da chi decide tramite gruppi e pagine sui social di adescare ragazzi e adolescenti, forse sprovveduti, forse in cerca di qualcosa di diverso ma sicuramente ignari delle conseguenze a cui andranno in contro, forniscono tramite questi gruppi e pagine, 50 regole da seguire. Le prime più soft, per usare un eufemismo che ben si presta alla gradualità sempre più massiccia e preoccupante con cui si susseguiranno queste prove. Non mi soffermerò sull'interezza delle prove, ne se il gioco sia stato fatto a doc per creare sensazionalismi giornalistici etc, ne se condividendo si rischia di diffondere creando facili allarmismi ma, porrò l'attenzione su due aspetti, il primo è l'ultima delle 50 prove, ovvero quella che induce i ragazzi a salire sul palazzo, tetto, cornicione più alto e saltare giù, andando incontro a morte certa. Non parlerò delle origini del gioco, perchè tutte le informazioni, il resto delle prove e qualunque cosa legata a quest'ultima trovata geniale e facilmente reperibile ovunque sul web quindi, ogni informazione sul gioco in se si ferma qui. Riflessioni. Ciò su cui a mio avviso è giusto porre l'accento è invece, il perchè di tanti suicidi giovanili, che si scelga di chiamarlo blue vale o in qualunque altro modo, c'è da indagare e riflettere molto sulle cause di tanto disagio giovanile, spesso inascoltato, che porta sempre più frequentemente a dolorose, tragiche, difficili conseguenze. L'altra faccia del blue vale perchè, sì, non è questo gioco in se il problema, ne saranno altri giochi passati o futuri che spero mai vedremo, i problemi e le altre facce dei giochi che tutti dovremmo attenzionare sono: La mancanza di ascolto e dialogo, l'assenza di empatia, la difficoltà/impossibilità a ricercare, spingere, provare ad aprirsi un varco nel dialogo con i nostri figli. come si può provare a dire che un ragazzo/a non parla con i genitori se spesso, con la vita e i ritmi frenetici a cui veniamo sottoposti non abbiamo o riusciamo a trovare il tempo per chiedere come stai? come è andata la giornata? cosa hai fatto a scuola? La scuola dovrebbe aiutare ma, gli insegnanti restano spesso prigionieri di una rete di programmi da seguire e portare a termine, dunque anche in questo caso, poco tempo per soffermarsi a dialogare, anche in un luogo che dovrebbe fungere da palestra di vita. Qualcuno potrà obiettare che: i genitori non parlano con i ragazzi perchè non hanno voglia troppo presi da loro stessi, che gli insegnanti non hanno voglia di fare bene il proprio lavoro, che sono svogliati, scocciati e stanchi ebbene, va da se che in ogni categoria e in ogni situazione si può incappare in mele marce ma che la generalizzazione, è dannosa e potenzialmente pericolosissima, per questo non andrebbe mai fatta e che soprattutto, ogni caso e è resta sempre individuale, quindi e a se. Niente di universale ma, anche in casi così delicati e complessi come giochi apparentemente stupidi che hanno conseguenze più grandi e nascondono problemi di più enormi e particolari dimensioni, si dovrebbe sempre: cercare le cause, individuarle, ascoltare tutte le parti coinvolte senza mai colpevolizzare nessuno, provando insieme a cercare e trovare una o più soluzioni efficaci, volte a neutralizzare le cause del problema e per arrivare a tutto questo, l'unica via da seguire e spesso quella più difficile, il dialogo o nel caso in cui si scelga di affidarsi ad un professionista , il colloquio. tutto questo, sembrerà banale, andrebbe associato ad un controllo invasivo senza per questo essere invadenti, dei social network di ragazzi e adolescenti, in modo da comprendere a che gruppi si iscrivano, cosa postino, con chi conversano etc. La vita sociale che ci piaccia o no, ormai corre sui binari della vita social e dunque, non si può e non si deve sminuire quest'aspetto, cercando però di tenere conto delle possibili conseguenze, specie per i più piccoli.

domenica 2 aprile 2017

La regola dei pesci

I pesci riescono a muoversi in branco, tutti insieme nello stesso momento, cosa che può avvenire solo avendo fiducia nei movimenti degli altri seguendoli armonicamente; Proprio alla regola dei pesci si è ispirato Giorgio Scianna nello scrivere questo libro di fantasia, basato però come egli sottolinea su un sentimento di angoscia reale. Quando a settembre le lezioni al liceo Tommaseo riprendono, i 4 banchi della quinta c sono inesorabilmente vuoti perchè Ivan, Roberto, Lorenzo e Anto, sono scomparsi senza lasciare traccia dopo la loro vacanza estiva in Grecia; Mentre genitori, insegnanti e compagne di classe sì perchè su 21 ragazze loro erano gli unici maschi si affrettano a cercarli con l'aiuto di un esponente dell'ambasciata italiana oltre che naturalmente della polizia, solo uno di loro decide di fare ritorno, chiudendosi però in un mutismo inattaccabile. Hanno fatto un patto e romperlo parlando, equivarrebbe a tradire la fiducia degli altri. Il libro si snoda in un crescendo di tensione e curiosità nel voler carpire il perchè di questi eventi ma, quando si colgono, tutto viene avvolto da una sensazione di pesante presa di coscenza su una realtà che esiste, della quale tutti però ignorerebbero volentieri l'esistenza e le ragioni che la creano. Quando questo libro arriva ad accennare in qualche modo la soluzione senza però farci in alcun modo comprendere un finale che resta tronco e aperto ad ogni immaginazione, sulla coscienza di chi lo legge ha l'effetto di un pesante macigno che squarcia un opprimente silenzio con una parola o un racconto di troppo. Risulta difficile dargli una definizione, collocarlo in ciò che può essere bello o brutto, ben fatto sicuramente, desta molta curiosità e voglia di capire ma quando si comprende, l'amaro in bocca è inevitabile e la curiosità lascia il posto allo sgomento, lo stesso sgomento che come si evince dalle parole dell'autore, ha provato lui per primo quando ha deciso di scriverlo provando a far luce su questa preoccupante realtà adolescenziale che tocca forse più ragazzi di quanti vorremmo e potremmo immaginare.

sabato 4 febbraio 2017

I bastardi di PizzoFalcone

Sono poliziotti, sono bravi ma tutti, sono accusati di non aver per così dire rigato dritto. L'ispettore Giuseppe Lojacono detto il cinese per via dei suoi tratti somatici orientali, è stato trasferito da Agrigento, perchè accusato di aver passato informazioni alla mafia. Francesco Romano, poliziotto violento incline alla facile arrabbiatura. Alessandra Dinardo detta Alex, bravissima a sparare, tanto da aver quasi ucciso un uomo. tutti, sono stati trasferiti al commissariato di PizzoFalcone in quel di Napoli, dove i poliziotti in servizio, hanno scambiato droga con dei criminali. Solo due sono rimasti in servizio, Giorgio Pisanelli che del suo quartiere conosce tutto e tutti, che allarmato dai troppi casi di persone anziane che, dopo aver scritto un biglietto d'addio come ultimo saluto al mondo se ne vanno silenziosamente e tutti questi casi per un motivo o per un altro, vengono archiviati come suicidi. Giorgio però non ci sta e inizia a sospettare che dietro tutto questo si nasconda un serial killer. Ottavia Calabrese madre di Riccardo, tredicenne autistico che spesso, la fa sentire in una prigione. In ufficio si occupa dell'aspetto informatico dei casi, ed è segretamente innamorata del suo capo, il vicequestore Giuseppe Palma. Ereditano il soprannome che era stato destinato ai loro colleghi deferiti da ogni incarico, ovvero i bastardi di PizzoFalcone., questo farà storcere il naso a chiunque per lavoro si imbatterà con loro e dunque, LoJacono, sarà spesso costretto a farsi aiutare dal magistrato Laura Piras, anchessa con un passato torvo alle spalle, verso la quale scatta da subito un colpo di fulmine. La sfida per tutti sarà cercare di far comprendere come nonostante il marchio che è stato affigbbiato ad ognuno di loro, nonostante il commissariato stia per chiudere, loro sono diversi da chi li ha preceduti, che seppur bastardi, non vuol dire che non siano bravi.la serie, composta da sei libri scritti da Maurizio Degiovanni che vive e lavora a Napoli, scandaglia l'anima di ogni protagonista, presentandolo al lettore nei più reconditi dettagli. Tutto e reso bello e coinvolgente dai tratti psicologici che emergono e caratterizzano le travagliate vite di ognuno. Soprattutto nel primo libro, anche la descrizione del cadavere ritrovato e molto curata nei dettagli, in maniera molto più approfondita rispetto a tutti gli altri libri gialli letti fino ad ora.