mercoledì 21 dicembre 2011

Mi perdo.

Mi perdo in un ricordo, mi perdo in un pensiero. Mi perdo alla ricerca di qualcosa di vero. Come il mistero evocato da un' emozione, che con la mente ti riporta a quella situazione. In bocca gusto di passato a volte dolce a volte amaro, ma a volte anche raro perchè mai sopito, e dunque   in grado di essere rivissuto  da ricordi e sensazioni che mostrano come spesso e impietosamente, il tempo non guarisce ne cancella  proprio niente

lunedì 14 novembre 2011

Per te.

                                    Per te afferrerei il raggio di sole
                                    che saluta il mattino.

Salirei fin sulla luna
per regalarti il primo sogno della notte.

Ti porterei su una stella
per guardare da lontano un volo di gabbiani.

Fermerei il tempo per donarti l'infinito
e lì cogliere l'attimo che non passa.

sabato 12 novembre 2011

Voglia di...

Voglia di piangere, all'infinito, al solo pensiero di averti perduto. Voglia di urlare al mondo intero, che tutto ciò che per te provo e profondo e sincero. Voglia di perdermi ancora nel tuo silenzio, e comprendere da questo che ogni parola non a senso. Perchè un silenzio racchiude molte più parole, esplica tutto, anche quello che spesso non sivuole o vorrebbe dire, per paura che  chi amiamo non possa capire. Voglia di perdermi ancora in un tuo lungo abbraccio, ma ormai forsee tardi e per questo taccio. Affidando alla scrittura il mio sentimento, intriso di rabbia, tristezza e pentimento. Per aver lasciato che tutto finisse, e come in un lampo di luce si dissolvesse. Mi chiedo ancora, cosa tu possa provare, se hai dimenticato ci pensi, o se vorresti tornare. Se ti manca il coraggio, ho a tutto questo non dai più importanza, se  i tuoi sentimenti hanno lasciato posto alla sorda indifferenza, di un sentimento  troppo profondo che spesso diventa tale,quando tutto quel bene si lascia sovrastare dal male, Che in ogni uomo soggiace, ma che di fermare nessuno, spesso è mai capace prima che sia troppo tardi, e tutto resti rinchiuso nel solo splendore dei bei ricordi. 

martedì 8 novembre 2011

Psicologo, o da psicanalizzare?

Mi rendo conto che forse  nel titolo si potrebbe intravedere una qualche forma di giudizio o pregiudizio, sull'articolo che sto per postare. Ma astenendomi totalmente dal giudicare, mi limiterò invece a copiare integralmente l'articolo che ho trovato e che potrete leggere anche su http://liberazione.it/ o trovare sul blog sottoosservazione sulla piattaforma wordpres.

Psichiatra eretico o capo d’una setta? Le voci critiche dei suoi pazienti raccolti in un libro da due psicoterapeuti presentato oggi

C’è da scommetterci che farà discutere. Per almeno una comunità ristretta, quella che da una trentina d’anni gravita attorno allo psichiatra romano Massimo Fagioli – il fondatore dell’analisi collettiva – questo libro scatenerà un putiferio. Parliamo di un volume curato da Luigi Antonello Armando e Albertina Seta – psicoterapeuti di professione, ex docente di psicologia dinamica e psicologia generale il primo, psichiatra la seconda – che sarà da oggi nelle librerie col titolo Il paese degli smeraldi (edizioni Mimesis, pp. 256, euro 18). Il primo test ci sarà oggi alla presentazione ufficiale del libro con lo psichiatra Goffredo Bartocci, Piero Sansonetti e gli autori (ore 18, libreria Croce di Roma, Corso Vittorio Emanuele II, 156).
I due curatori hanno raccolto e sintetizzato le voci critiche di pazienti ed ex pazienti che hanno fatto esperienza di analisi collettiva con Massimo Fagioli. Ad essere più precisi il materiale consiste in circa tremila post apparsi sul sito internet di Antonello Armando (www.antonelloarmando.it), la gran parte dei quali risalenti agli ultimi due anni. Foss’anche solo per questo, la vicenda merita attenzione. Il paese degli smeraldi – il titolo è tratto da Il mago di Oz , celebre racconto fantastico di Frank Baum – è uno dei primi casi di libri nati da un blog, uno dei tanti forum di discussione nella Rete. Il che suona come una smentita delle profezie apocalittiche sulla scomparsa dell’oggetto-libro e sulla sua definitiva, destinale sostituzione ad opera di internet. L’esperienza qui dimostra che i mezzi di comunicazione si accavallano e si stimolano piuttosto che entrare in competizione in una sorta di gioco a somma zero in cui l’uno muore e l’altro vive.
Ma la materia scottante del volume curato da Antonello Armando e Albertina Seta è altra. In primo luogo perché il protagonista di cui si parla ha sempre fatto discutere (di sé). Sul suo conto si sono sovrapposti apologie e anatemi, professioni di fedeltà incondizionata e atti di abiura, fin da quando diede vita, negli anni Settanta, alla pratica dell’analisi collettiva che gli procurò l’espulsione dalla Società italiana di psicoanalisi. Iniziò con le sedute di psicoanalisi di gruppo all’istituto di psichiatria dell’università La Sapienza di Roma, con numeri di frequentanti sull’ordine di diverse centinaia di persone. Poi le sedute si spostarono nel suo studio privato a Trastevere. Antifreudiano viscerale, tenace oppositore di Franco Basaglia – da lui considerato alla stregua di un “negazionista” della malattia mentale – Massimo Fagioli è stato via via celebrato da alcuni come il più radicale critico della “truffa freudiana”, il propiziatore di una rivoluzione nei rapporti personali dopo il fallimento delle grandi ideologie, da altri invece paragonato a un guru, a un affabulatore narcisista, all’iniziatore di una vera e propria setta. Basta dare un’occhiata ai post firmati da suoi (ex) pazienti per rendersene conto. C’è chi sul blog lo dipinge come un monarca che regna incontrastato nella sua “città di smeraldo” sui suoi devotissimi sudditi.
Certo, il materiale di cui è fatto il libro sono testimonianze di ex pazienti, racconti in presa diretta, punti di vista esposti al risentimento, opinioni parziali. Non è che la cosa sia sfuggita ai curatori. «La cautela d’obbligo nell’entrare ex abrupto dall’esterno anche in una qualsiasi relazione interpersonale che permette di evitare un’intrusione illegittima e forse molesta, diventa ancora maggiore se il rapporto è delicato come quello professionale tra un paziente e un terapeuta». Ma loro, i curatori, giurano d’aver fatto un lavoro serio, d’aver controllato la veridicità del materiale, d’aver fatto in modo da non permettere il riconoscimento delle persone. «Il fatto nuovo è che il materiale in questione non è comparso nell’ambito specialistico, in qualche modo ristretto degli addetti ai lavori, ma in forma pubblica, su un blog, alla portata di tutti». Ma come etichettare il contenuto dei blog? Fantasie, pettegolezzi, specchio fedele delle opinioni? «Quanto ai pettegolezzi, questa dizione in verità non ha trovato molti contenuti cui essere applicata: tutte le affermazioni che per il loro carattere di inattendibilità, parzialità, intenzione puramente denigratoria e pretestuosità potevano rientrare in questa categoria, sono state stigmatizzate da una decisa opposizione nel corso della discussione sul blog e poi espunte da questa raccolta».
Leggiamoli questi post, vediamolo “il punto di vista dei pazienti” che finora non ha trovato spazio, neppure come oggetto di studio. Piero: «… avevo problemi con la mia donna… Dopo un po’ mi ritrovai dal Maestro… Il primo impatto è stato sconvolgente: pensavo che avrei potuto parlare di me e della mia situazione di rapporto, non sapevo più cosa fare, avevo necessità e allo stesso tempo timore di una separazione che pure sentivo necessaria. Niente di questo: la prima interpretazione che ricevetti sentenziava che le mie difficoltà con quel rapporto non c’entravano con il mio malessere, ma che esso era dovuto all’uscita di non so quale delle decine di edizioni di non so quale libro del Maestro». “Frustrazione” e “rifiuto” – scrivono gli autori-curatori – sono due cardini della terapia fagioliana: il terapeuta rifiuta qualsiasi ruolo consolatorio nei confronti della sofferenza del paziente, come se della “negatività” di quest’ultimo non volesse neppure sentir parlare. «La frustrazione di tali dinamiche non avrebbe affatto distrutto quest’ultimo [il paziente], anzi lo avrebbe liberato da quanto gli impediva di realizzarsi pienamente come essere umano». Ecco il post di Barbara: «Ho letto i post e in un certo senso posso capire da dove arriva l’acredine di quanti criticano l’analisi collettiva… Persone prima portate sul palmo della mano e poi criticate aspramente. Mille volte ho pensato che io non avrei retto quel trattamento». Queste sono invece le parole di Rudra: «L’esperienza con questo tipo di psicoterapia fa terra bruciata su tutto il nostro passato: scelte, pensieri, relazioni amorose, amici, genitori. L’uomo vecchio deve essere buttato completamente nella spazzatura, disse un giorno il mio terapeuta. Da tutto ciò deriva, in chi non ha esaltazione cieca, una profonda reazione depressiva e sentimenti paranoici persecutori nei confronti di tutto ciò che appartiene al passato, a quella parte di passato che vive ancora nel presente (amici, genitori, scelte), alla costruzione del futuro». E’ il vero punctum dolens nella sequenza dei post, l’immagine – affascinante e terribile, a un tempo – dell’uomo nuovo che taglia ogni legame affettivo e che altri non ne avrà all’infuori della comunità elettiva. Ecco l’opinione di Nautilus: «Riconosco a Fagioli una trasformazione reale del mio modo di essere, soprattutto dei miei sogni e della mia sensibilità. Devo dire, però, che ci sono aspetti dell’analisi collettiva che non mi sono mai piaciuti, a partire da un certo modo di vivere “totalizzante” quest’esperienza, per non parlare dei continui, incessanti acquisti di libri, dvd, locandine, calendari, riviste e qualunque cosa nomini Fagioli». Altri scrivono del proprio rapporto con lo psichiatra che «presenterebbe caratteristiche che vanno al di là del transfert propriamente detto e rassomigliano piuttosto a un culto di ogni sua espressione nei più svariati campi».
Ma, appunto per questo, c’è da chiedersi: qual è il segreto dell’indubbia capacità d’attrazione del fagiolismo? Si può datare l’inizio della leggenda con la pubblicazione nel lontano 1972 di Istinto di morte e conoscenza con cui lo psichiatra prende definitivamente le distanze da Freud e dalla sua definizione dell’istinto di morte come tendenza a ritornare allo stato anteriore dell’inorganico. Fagioli butta a mare la psicoanalisi freudiana e costruisce la sua impalcatura sulla fantasia di annullare lo stato attuale e il presente verso un nuovo Sé, verso l’immagine fantastica di un Io all’origine della psiche umana. Elabora un linguaggio evocativo, parla di «inconscio mare calmo», dipinge ambienti amniotici. Ma la sua contestazione fa fuori anche l’analista freudiano, ai suoi occhi un “analista assente” che lascia parlare il paziente e non prende posizione. Le sue teorie funzionano come dispositivo di «contenimento e suggestione di una massa alla ricerca di un’ideologia che la compensasse dei fallimenti politici del ’68 e del ’77». Per tanti, orfani delle utopie rivoluzionarie, la pratica terapeutica di piccolo gruppo appare come una speranza di rapporti personali diversi e nuovi – nonostante ci sia di mezzo il proverbiale rifiuto dell’omosessualità. C’è un’aspettativa utopica che si trasferisce dal piano della politica a quello delle relazioni personali. Quasi una sorta di palingenesi dei rapporti affettivi per far piazza pulita di tutto quanto impedirebbe all’essere umano di realizzarsi in maniera autentica. Sono passati trent’anni e quell’eresia si è istituzionalizzata. Il fagiolismo ha le sue librerie, le sue riviste, le sue aule universitarie. Per qualcuno è una terapia in piena regola, altri preferiscono parlare di ideologia. C’è chi parla di transfert e chi di semplice carisma o eccessiva personalità del maestro.
Ma nel clamore che ha episodicamente accompagnato la figura di Massimo Fagioli c’è anche il suo rapporto con la politica, le sue discese in campo che ne hanno fatto nel chiacchiericcio mediatico un guru della sinistra radicale. E’ quasi superfluo far presente che nel blog una delle materie più dibattute sia la decisione di Fagioli di schierarsi (in passato) con Rifondazione comunista. Il suo rapporto – vero o presunto – con Bertinotti ha occupato intere paginate di giornali. Sempre lui, Massimo Fagioli, è stato in tempi più recenti, additato d’essere il vero ispiratore della scalata a Liberazione . Oggi però – è cronaca di questi giorni – lo psichiatra romano sembra aver trovato lidi a lui più congeniali, in quel di Chianciano dove s’è appena tenuta l’assise dei radicali e della sinistra radical-socialista del futuro. Da Pannella a Fagioli, da Paolo Cento agli orfani di Craxi, «è il momento di unire le forze – parole dello psichiatra sul quotidiano ecologista Terra di domenica scorsa – superando le identità politiche per ottenere un’altra eguaglianza, finora sempre negata: che la sanità di mente diventi un bene reale, possibile e condiviso. Perché la sofferenza non è solo fisica ma anche quella che deriva dalla malattia mentale». Caro Basaglia, non te ne sei accorto? Nella sinistra moderna del XXI secolo non c’è più spazio per i “negazionisti” della malattia mentale come te.
Tonino Bucci

domenica 6 novembre 2011

Oscurità.

Oscurità,  compagna di vita per qualcuno, ma infondo piacevole a nessuno. Oscurità cheaccompagni chi non vede, ma se questo  è vissuto nei suoi lati positivi  alla tristezza che tu porti non si cede. ma quando invece a non vedere e la mente perpregiudizi o chiusura mentale, a quel punto l'oscurità offusca le persone in modo globale. Nel loro insieme, dal soma ai sentimenti, Ne annienta il progresso, l'intelligenza gli intenti. Oscuro diventa l'uomo che non apre la mente, ad ogni forma di vita, religione, o contatto con la gente. Di ogni razza, etnia o colore, lasciando spazio solo al rispetto, alla comprensione, all'amore. Che infondo si nasconde in ogni essere umano concepito come tale, Ma ormai offuscato dal grigiore di un mondo che assorbe solo il bene lasciando tutto il male.       Affrontando questo tipo di argomenti si rischia di apparire  retorici o banali, perchè si preferisce il vaquo essere di parole vuote dette da persone superficiali. Che in massa popolano questo nostro universo, vivendo per l'apparire uniformandosi agli altri, a discapito del vero valore di essere e vivere come se stesso.

sabato 5 novembre 2011

Voglia di scrivere ma... cosa?

Mi trovo qui, in questo inizio serata dei primi giorni di un novembre che ha tutta l'aria di essere grigio, ugioso e freddo. D'improvviso, si fa strada in me la voglia di metter giù qualche riga come sfogo, riflessione, o pensiero. Non so ancora bene di cosa parlare  e di certo se penso a ciò che nell'altra stanza odo dalla tv accesa di cose da dire ce ne sarebbero tante. Ma le cose che ormai quella black box che è la tele ci ha abituati a vedere non forniscono solo spunti per scrivere o dialogare, ma ancor più per arrabbiarsi, intristirsi, o indignarsi. Quindi no, forse meglio lasciare la tele come spunto di riflessione e parlare d'altro. Le pessime condizioni meteo di questi ultimi giorni in Italia, mi fanno pensare che quando la natura  decide di prendersela per come l'uomo l'ha maltrattata fa davvero sul serio non risparmiando niente e nessuno. Madre natura, già. Ma quale madre ucciderebbe i  suoi figli in modo così impietoso? molte forse a giudicare  dai fatti di cronaca nera che ci hanno quasi abituati a sorbire. e ancora c'è qualche demente che crede che il 2012 alle porte sarà l'ultimo anno di vita perchè il 21 dicembre come  hanno profetizzato i maia il mondo finirà. Non basta forse già tutto questo per rendersi conto che il mondo è pieno zeppo di piccoli 2012? di tanti laceranti  fenomeni apocalittici che avvengono in diversi modi? Domande che  restano qui archiviate in un blog. Domande a cui niente e nessuno potrà fornire risposte.  Anche perchè, quando non si riescono a trovare parole giuste, appropriate, meglio tacere e se è possibile, donare sollievo col calore del contatto umano.   

mercoledì 2 novembre 2011

Unica.

Il secondo testo che voglio invece proporre alla vostra lettura, è unica. Tratto dall'omonimo album in uscita il 19  novembre,  di uno dei miei cantautori preferiti. Il romano Antonello Venditti.    o sentito questo singolo per laprima volta in radio ieri mattina, e come spesso accade quando ci troviamo ad ascoltare un nuovo singolo dei nostri artisti preferiti, l'ho amato da subito!

Noi due non ci parliamo
noi due non ci vediamo,
noi due due foglie cadute dallo stesso ramo.
Noi due che dell'errore abbiamo fatto amore,
noi due due arterie diverse dello stesso cuore.
Tu, ora dove sei?
Se vivi un'altra storia, con chi stai?
Chi ti prenderà,
chi ti stringerà,
chi ti griderà "sei unica"?
(Che danno è l'amore)
E passa il tempo lento, mi giro e mi tormento
e se ti chiamo lo so che trovo sempre spento
perché non ci parliamo,
perché non perdoniamo?
Noi due, due foglie cadute dallo stesso ramo
Tu, dimmi dove sei?
Se vivi un'altra storia, con chi stai?
Lui ti prenderà,
lui ti stringerà,
lui ti griderà "sei unica"?

Diamanti e caramelle.

Come ben sapete, mi piace postare i testi  dei brani che più mi piacciono. Eccovi due testi di nuovissima pubblicazione, come i brani dei quali fanno parte. Il primo, e il testo del nuovo singolo degli stadio, dal titolo diamanti e caramelle, tratto dal loro omonimo album.

Sei stata grande più dell’universo
più semplice del pane
più calda dell’acciaio fuso
e fragile come carta di giornale
sei stata un passaggio perfetto
sono io che ho sbagliato
potevo calciare più in basso
ma forse è stato meglio sbagliare
a volte serve per imparare
non c’è lezione che non faccia male
ogni minuto il tuo pensiero mi assale…
Qui è come se domani
non ci fossero più stelle
è come se diamanti
diventassero caramelle
è come se il mattino
non portasse mai più il sole
è come se ogni mio gesto avesse un nome
errore
e sono qui.
Sei stata bella come un giorno al tuo fianco
distratta come la lontananza
veloce come il tempo che passava
di notte nella tua stanza
sei stata pioggia sui nostri sbagli
un libro aperto quando piangevi
sei stata forte nel chiedere aiuto
e commozione quando lo hai dato
non c’è lezione che farà più male
di stare fermo seduto a aspettare
Ma è come se domani
non ci fossero più stelle
è come se diamanti
diventassero caramelle
è come se il mattino
non portasse mai più il sole
come se il mio destino avesse un nome
errore
e sono qui.

Ma è come se domani
non ci fossero più stelle
è come se diamanti
diventassero caramelle
è come se il mattino
non portasse mai più il sole
come se ogni mio giorno avesse un nome
errore
ma resto qui
io resto qui

iPhone.

Finalmente anche dal mio iPhone, oggetto che amo smodatamente per i suoi aspetti ludici, ho capito come accedere al blog. Questo e infatti un post di prova pubblicato con il mio device, per capire come si posta anche da qui. Sapete che in ambito tecnologico mi piace sperimentare, e sperimentarmi. Allafine, ho dovuto riaffidarmi però al caro vecchio pc per correggere gli errori a questo post dopo averlo già pubblicato con l'iphone. Segno che il touchscreen da me molto amato, almeno nel correggere gli errori e nell'evitarli specie in post lunghi è ancora poco funzionale. L'idea di postare sul blog qualunque cosa anche in mobilità come avviene già per tutte le piattaforme a cui sono iscritta mi piace molto. Non so ancora in che sezione del blog inserirò questo post. Vedremo! 

martedì 1 novembre 2011

I delfini si divertono ad uccidere altri animali

I delfini si divertono ad uccidere altri animali

Secondo uno studio, è il Vegano l'uomo più evoluto

Secondo uno studio, è il Vegano l'uomo più evoluto

Giudizi e pregiudizi.

Dopo diverso tempo, mi accingo a scrivere qualche riflessione, che non vuole essere una disamina su chi troppo spesso parla a sproposito senza conoscere il vissuto altrui, ma soltanto una riflessione su tali categorie di esseri umani. Troppo spesso l'uomo si sente in diritto di giudicare chiunque, così senza nemmeno riflettere su cosa dice,  su cosa conosce o non conosce dell'altro, credendo di avere la verità in tasca o peggio, sentendosi Dio in terra. Credendo a volte di aiutare con parole che feriscono,  oppure solosparandone a caso così, con la presunzione saccente di chi sa  tutto e può sindacare su ognuno. Troppo retorico sarebbe dire a questo punto della mia riflessione  che prima di parlare ci si dovrebbe un attimo focalizzare su noi stessi, questo si sa. Dico piùttosto, che le migliori cose da fare a mio avviso   siano 2. La prima, limitarsi soltanto ad ascoltare senza per forza  dispensare con estrema facilità consigli non  voluti, aiuti non  richiesti. Il semplice ascolto spesso è la cosa migliore, poi, una buona e sana introspezione del proprio se, della propria struttura invece di cercare di capire per poi giudicare quella degli altri. Questo post non è una guida su come comportarsi, ci mancherebbe. Solo uno sfogo su quanto mi sia stancata di vedere come dall'alto delproprio vissuto la gente giudichi altra gente.

sabato 24 settembre 2011

Forse forse.

Pur non seguendo molti talent, Tra un talento di successo e l'altro, perchè è infatti inconfutabile che di artisti bravi ne siano venuti fuori, c'è da riconoscere  che c'è sempre qua e là qualche canzone che per melodia, o musicalità risulta piacevole. A mio avviso è il caso di questa canzone di Luca Napolitano, ex allievo di amici, programma condotto da Maria Defilippi. Trovandola orecchiabile musicalmente, ho deciso di postarvi il testo,  come sono solita fare quando un brano mi piace.

Dormi dormi,
stai di là
tanto non mi perdo niente.
Passa la pubblicità,
che deficiente!

Dormi dormi
che non sei tu la panna sulla torta.
Questa favola di noi
è andata storta,
è neve che si è sciolta.

Scusa la sincerità,
non è proprio nel mio stile
superare verità,
mandarle a dire.
Una foglia cade giù
come tutta la mia vita.

La mia foto insieme a te dov’è finita? Sparita!
Forse forse non l’ho mai scattata,
forse forse non c’è stata mai, non c’è stata..
Forse forse io l’ho stracciata
forse forse forse

Le mie scarpe dove sono?
Qui non è più casa mia,
mi va stretto anche il divano,
vado via.

Tu rimani lì con te,
prova a dirmi qualche cosa
che non sia solo la lista della spesa.
Una foglia cade giù
come tutta la mia vita.

La mia foto insieme a te dov’è finita? Sparita!
Forse forse non l’ho mai scattata
forse forse non c’è stata mai, non c’è stata
forse forse si era rotta e io non l’ho incollata
forse forse forse
Una foglia cade giù
come tutta la mia vita.
La mia foto insieme a te dov’è finita?
Dov’è finita?
Forse forse non l’ho mai scattata,
forse forse non c’è stata mai non c’è stata.
Forse forse semplicemente l’ho perduta
forse forse
Bruciata,
stracciata
perduta.

Dire.

Dire, esprimere, parlare. Non sono sinonimi ma sensazioni, sentimenti,parole che non riesci a tirar fuori. Che creano in te spiacevoli pensieri, perchè taciute, perchè mai dette, perchè comprese e mal celate, ti urlano dentro ma non vengono ascoltate. Ti scuotono  nel profondo,  dal corpo all'anima. Ma le ignori ancora, perchè sai che se leascolti fanno male. Non vuoi sentirle, non puoi ascoltarle, perchè tutto questo implicherebbe viverle. Resti in bilico a respirare i tuoi stessi sentimenti, che il tacere trasforma in tormenti. Ad ascoltarne il sapore, deglutirne le lacrime, toccare lo sconforto di ciò che vorresti dire e non hai mai detto.   Dire, che significa  aprirsi, scoprire le carte, mettendo ogni timore daparte. Senza però sapere, se l'altro ci pòtrà mai capire. Immedesimarsi in ciò che proviamo, non giudicare, e ascoltare tutto ciò che sveliamo. Facendo tesoro della fiducia che in quel momento gli  doniamo, Custodendo ogni rivelazione. Dal segreto più piccolo a quello più speciale, dire tutto anche ciò che ci fa male. Dire, che infondo ha un solo significato: Vivere. Vivere ogni cosa. tirando fuori ogni sentimento, emozione, sensazione. e solo dicendo tutto  e in ogni momento, che comprendi che la tua vita la stai consapevolmente, e pienamente vivendo.

giovedì 8 settembre 2011

True colors.

Un brano che ho sempre amato, ma fino ad oggi non sapevo che anche la traduzione fosse splendida!!!

Cindy Lauper

True Colors

You with the sad eyes
Don't be discouraged, though i realize it's hard to
take courage in a world, full of people,
you can lose sight of it
And the darkness inside you
will make you feel so small
(Chorus)
But I see your true colors, shining through
I see your true colors, and that's why I love you
So don't be afraid, to let them show
Your true colors, true colors
Are beautiful, like a rainbow
Show me a smile, don't be unhappy
I can't remember when i last saw you laughing
If this world makes you crazy and
you've taken in all you can bear
You call me up- because you know I'll be there
(Chorus x1)
I can't remember when I last saw you laughing
If this world makes you crazy
and you take in all you can bare
You call me up- because you know I'll be there
And I see your true colors, shining through
I see your true colors and thats why I love you
So don't be afraid to let them show
Your true colors, true colors,
True colors, are shining through
I see your true colors and that's why i love you
So don't be afraid to let them show
Your true colors, true colors
Are beautiful, like a rainbow
Colori Veri
Tu con gli occhi tristi
non scoraggiarti
Oh, io capisco
E'duro avere il coraggio
in un mondo pieno di gente
puoi perdere di vista tutto ciò
e l'oscurità dentro te
può farti sentire tanto piccolo
ma io vedo i tuoi veri colori*
risplendono attraverso te
vedo i tuoi veri colori
ed è per questo che ti amo
non avere paura di lasciarli trasparire
I tuoi veri colori
I veri colori sono bellissimi
come l'arcobaleno
fammi vedere un sorriso
non essere triste, non ricordo
l'ultima volta che ti ho visto ridere
se questo mondo ti rende pazza
ed hai già preso tutto cio che riesci a sopportare
chiamami
perché lo sai che io ci sarò

mercoledì 7 settembre 2011

preghiera della serenità.

Per me, e per chi come me sente di averne molto bisogno. Affinchè la serenità e la fede in  Dio, ci diano la forza per continuare a sostenere le difficoltà, nella speranza che non cessino mai di accompagnarci lungo il nostro cammino, che se pur tortuoso, e il più grande dono che possiamo aver ricevuto.

(Pastore Friedrich Christoph, anno 1782)

Preghiera della serenità (versione completa)

Signore, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare;
la forza ed il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare;
e la saggezza di conoscerne la differenza.
Vivendo un giorno alla volta;
godendo di un momento alla volta;
accettando le avversità come la via alla pace;
prendendo, come Egli stesso ha fatto,
questo mondo di peccati com'è, e non come lo vorrei io;
fidandomi che Egli farà tutto giusto se mi arrendo alla Sua volontà;
che io sia ragionevolmente felice in questa vita
e supremamente felice con Lui per sempre nella prossima.

lunedì 5 settembre 2011

Il vero amico.

Lo incontri ad una festa, in un bar o in qualunque posto, dopo un pò comprendi di volerlo conoscere ad ogni costo.  Inizialmente e chiunque, una persona tra tante, ma passa poco e per te diventa importante. Con lui ogni problema diventa più leggero, perchè  a te basta rifugiarti in un suo sguardo e sai che è sincero, ne cogli la  profondità e l’immenso rispetto, e pensi che nessuno può essere così perfetto. Come un bel regalo, qualcosa di inaspettato, il vero amico ha solo bisogno di essere custodito. A volte solo dentro di te, nella profondità del tuo cuore, come un segreto importante a cui nessuno può partecipare. Lui sa capire, lui sa ascoltare, a volte trova per te la forza di vivere, quando tu hai smesso di lottare, di credere nel futuro, l'amico diviene per te l'unico porto sicuro in cui approdare, per poter riprendere le forze e  ricominciare. Di vera amicizia nessun uomo potrà mai sentirsi sazio o pieno, perchè un vero amico e qualcosa di cui nessun  essere umano, potrà o vorrà mai fare a meno.

lunedì 22 agosto 2011

L'inerme.

L'inerme si perde tra i problemi, l'inerme non vapiù in cerca di schemi, che diano soluzioni, l'inerme non sa più prendere decisioni. L'inerme lo riconosci, perchè solo nei suoi occhi leggi lo sguardo perso, di chi trova che la vita sia tutto un insuccesso. Un enorme salita, un totale fallimento, l'inerme vorrebbe solo lasciarsi trasportare in balia del vento. o dalle onde del mare, l'inerme e colui che ormai  ha smesso di lottare. Dalla cosa più banale, alla più grande, l'inerme crede che al mondo non ci sia più nulla di importante. L'inerme non sa che anche nelle piccole cose si può ritrovare la gioia del quotidiano, e così anche il più grande macigno può divenire un ricordo lontano. La gioia del sentire il calore del sole sulla pelle, la gioia di guardare il cielo ricoperto da migliaia di stelle. La bellezza racchiusa nel profumo dei fiori, la meraviglia che si nasconde nel tripudio di tutti i colori dell'arcobaleno, oppure la tranquillità che può infondere un cielo sereno. L'inerme forse e per qualunque motivo, può nascondersi in ognuno  che spesso non riesce a sentirsi vivo. Quando ci si sente deboli è impotenti per qualcosa che avremmo voluto fare, quando ci accadono cose che non riusciamo a modificare. Ma anche se a volte sembra impossibile il segreto sta proprio nel godere delle piccole cose, anche le più banali, che sono infondo quelle che rendono tutti i nostri giorni  almeno un pò positivi, e tal volta, anche  speciali.

mercoledì 10 agosto 2011

Wen you love some body.

Un testo in lingua originale con relativa traduzione, che reputo intenso e profondo. Cantata da Brian adams, Wen you love some body incarna perfettamente cosa accade e come si diventa quando si ama qualcuno come e più di se stessi.



When You Love Someone

Bryan Adams



When you love someone - you'll do anything
you'll do all the crazy things that you can't explain
you'll shoot the moon - put out the sun
when you love someone

you'll deny the truth - believe a lie
there'll be times that you'll believe you can really fly
but your lonely nights - have just begun
when you love someone

when you love someone - you'll feel it deep inside
and nothin else can ever change your mind
when you want someone - when you need someone
when you love someone...

when you love someone - you'll sacrifice
you'd give it everything you got and you won't think twice
you'd risk it all - no matter what may come
when you love someone
you'll shoot the moon - put out the sun
when you love someone





Quando Ami Qualcuno


Quando ami qualcuno - farai di tutto
Farai tutte quelle strane cose che non puoi spiegare
Caccerai la luna e farai uscire il sole
Quando ami qualcuno

Negerai la verità, crederai in una bugia
Ci sarà un tempo in cui crederai di poter volare davvero
Ma le tue notti solitarie sono appena iniziate
Quando ami qualcuno

Quando ami qualcuno te lo senti dentro, nel profondo
E nient'altro potrà farti cambiare idea
Quando vuoi qualcuno, quando hai bisogno di qualcuno
Quando ami qualcuno..

Quando ami qualcuno, ti sacrificherai
Gli darai tutto ciò che hai e non ci penseresti 2 volte
Rieschierai tutto, non importo cosa ne verrà
Quando ami qualcuno
Caccerai la luna e farai uscire il sole
Quando ami qualcuno



domenica 7 agosto 2011

Scrivere per...

Scrivere per capirsi, scrivere per sfogarsi. Scrivere per imprimere ciò che non vorresti mai possa sfuggire. Scrivere per ricordare, Scrivere  per analizzare meglio e con se stessi  incertezze e paure. Scrivere per non parlare, scrivere per mascherare fingendo di star bene, quando in realtà invece stai male. Scrivere per ritrovarsi, Cercando  di nuotare  nel mare di confusione che spesso è la vita. Scrivere per fare il punto di ogni situazione, scrivere per trovare a tutto una soluzione. Scrivere facendo affidamento su noi stessi, scrivere quando ci si sente soli o dispersi come una barca in altomare, cercando nella scrittura il modo  per  poter andare avanti e ricominciare!

lunedì 1 agosto 2011

Manifesto futurista della nuova umanità.

Un altro testo che amo profondamente, Seconda traccia dell'ultimo album vivere o niente del grande Vasco Rossi. Testo che sento profondamente mio, e nel quale inizio mio malgrado a rispecchiarmi sempre e ogni giorno di più.

La cosa più semplice
Ancora più facile
Sarebbe quella di non essere mai nato
Invece la vita
Arriva impetuosa
Ed è un miracolo che ogni giorno si rinnova
Ti prego perdonami ti prego perdonami
Ti prego perdonami se non ho più la fede in te
Ti faccio presente che
È stato difficile
Abituarsi ad una vita sola e senza di te

Mi sveglio spesso sai
Pieno di pensieri
Non sono più sereno
Più sereno Com’ero ieri
La vita semplice
Che mi garantivi
Adesso è mia però
È lastricata…Di problemi

Ho l’impressione che
La cosa più semplice
Sarebbe quella di non essere mai nato
In fondo la vita
È solo una scusa
È lei da sola che ogni giorno si rinnova
Ti prego perdonami ti prego perdonami
Ti prego perdonami se non ho più la fede in te
Ti faccio presente che
Ho quasi finito
Ho quasi finito anche la pazienza che ho con me

Sarà difficile
Non fare degli errori
Senza l’aiuto di
Di potenze Superiori
Ho fatto un patto sai
Con le mie emozioni
Le lascio vivere
E loro non mi fanno fuori

domenica 10 luglio 2011

Per diventare uomo.

Una canzone per me stupenda, della quale solo oggi ho scoperto titolo e autore, facendo una ricerca in rete. Proprio perchè l'ho amata e ascoltata per anni, conosciuta per caso perchè era contenuta all'interno di una compilation rap allegata ad una rivista musicale. Il rapper si chiama Lyricalz, di cui fino ad oggi, non avevo mai sentito il nome. Il titolo  del brano e lo stesso  scelto da me per intitolare questo post, il testo invece: Eccolo! Spero piaccia a voi tanto quanto piace a me!



Quanti sbagli ho fatto da diventare matto quanti scleri con me stesso come tra cane e gatto mandare a fare in culo gli
amici trattarli come nemici senza sapere nemmeno le cose che dici devo pagare ogni errore pagare col sudore devo sbagliare anch'io per diventare un signore penso a gli amori che ho perso cosi' mentre passa il video dei 112 su MTV ho imparato dimenticando il passato dove anche senza un soldo non ho mollato spesso sprofondo come il Titanic perdo come gli indiani tiro fuori l'orgoglio come i siciliani con il mio compare per volare dobbiamo conquistare chiunque ci voglia fermare perche' credo in me stesso ho fiducia in me stesso per l'impegno che ho messo raggiungero' il successo so chi ringraziare per l'aiuto in questi anni so chi aiutare il grazie piu' grande va a Ronnie chi sbaglia impara chi non impara ogni cazzata nella vita la si paga cara sempre troppo cara.
Rit.:
Scusa se sbaglio ma per diventare un uomo sbagli guarda che solo da gli errori fatti che capisci scusa se sbaglio ma per diventare un uomo sbagli guarda che solo da gli errori fatti che capisci.

Tempo di bilanci le cose van bene ti lanci spesso ci tenti poi se van male t'arrangi momenti cosi' intensi che se ripensi piangi ma non ti penti sbattere la testa mille volte nello stesso posto piuttosto che stare nascosto se questo il prezzo da pagare pago se devo andare vado se devo stare resto ma in ogni caso imparo se non capisco annego se torno a galla volo ma quasi sempre non mi piego uomo tanto l'eterno bambino non abbandona il cammino e solo che il ragazzino diventa uomo primo secondo lo sfondo testa sempre lo stesso cambi dentro te stesso ma il bello che spesso nemmeno ti accorgi fin che un giorno ti alzi ti ascolti che parli allo specchio ti guardi 23 anni vivi gia' di ricordi forse no forse il passato a lasciato dei segni sui nostri volti nei nostri occhi nei nostri cuori cresciuto fra gioie e dolori di mille amori ed errori.

Rit.:
Scusa se sbaglio ma per diventare un uomo sbagli guarda che solo da gli errori fatti che capisci scusa se sbaglio ma per diventare un uomo sbagli guarda che solo da gli errori fatti che capisci.

L'uomo che no sbaglia non esiste e' triste sapere che chi ancora non lo ammette e insiste che lui non sbaglia mai che in tasca ha la verita' chi sbaglia siamo noi e nulla mai lo tentera' conosce il giusto vuole insegnarlo io non insegno intrattengo racconto e spesso cio' torto ma almeno quando mi volto fra mille stronzate scorga il volto di un uomo che e' pronto per altre mete. Quante case ho cambiato quanti amici ho cambiato cambio spesso scenario ma io non sono cambiato solo se miglioro posso raggiungere l'oro sputtanare coloro che non mi vogliono in questo lavoro se non credi in me non hai fiducia in me se non sei con me mangi la merda con me se sto sbagliando dimmi tu il perche' se no che sta sbagliando fra noi due sei te.

Scusa se sbaglio ma per diventare un uomo sbagli guarda che solo da gli errori fatti che capisci scusa se sbaglio ma per diventare un uomo sbagli guarda che solo da gli errori fatti che capisci.Per diventare un uomo devi sbagliare mille volte uomo e' dagli errori che capisci quanto vale un uomo. Per diventare un uomo devi sbagliare mille volte uomo e' dagli errori che capisci quanto vale un uomo. Per diventare un uomo devi sbagliare mille volte uomo e' dagli errori che capisci quanto vale un uomo. Per diventare un uomo devi sbagliare mille volte uomo e' dagli errori che capisci quanto vale un uomo.

sabato 9 luglio 2011

Persone.

Di persone, ne esistono tante. Quelle fantastiche, che ti fanno sentire importante e ti restano dentro, colpendo del tuo cuore proprio il centro. Quelle che ti rendono sereno, delle quali sai che difficilmente  riusciresti a fare a meno. Quelle speciali che ti rendono diverso, e della tua vita cambiano il corso rendendoti . Più sensibile, migliore o semplicemente un pò  estroverso. Quelle che invece ti fanno male ma che se ti fermi a pensare, sai che non ti potranno mai cambiare. Quelle che ti infondono coraggio, e vorresti accanto sempre lungo ogni nuovo viaggio, a tenerti la mano  inogni impresa, facendo così sembrare la tua vita un pò più in discesa .  Persone con cui affronti il quotidiano, in tutti i suoi aspetti, e sai che devi accettarne i pregi ma spesso ancor più i difetti. Persone che restano solo un caro ricordo, persone che invece fanno parte di un sordo dispiacere, anche se dentro te a loro continui ancora a tenere. Persone delle quali senti più di qualunque cosa una forte mancanza, persone  alle quali hai dato inutilmente importanza nel  bene e nel male, perchè ti hannofatto qualcosa di sbagliato, , oppure perchè ti hanno fatto sentire speciale. Con un gesto o una carezza, che ha donato alla  tua vita qualche certezza  e un pò di conforto, magari in un momento dove tutto sembrava incerto.   Di persone ne esistono di svariate categorie, ma per accettarle tutte, bisogna aprire la mente e andare al dilà di ogni pregiudizio, o di facili  inutili, e banali stereotipie!

giovedì 7 luglio 2011

Parole.

Parole vere, sincere abberranti. Parole che narrano momenti importanti. Parole taglienti, parole inquietanti. parole    che ci fanno sentire distanti,. Distanti da chi ami e vorresti accanto, ma basta una parola e ogni sentimento si dissolve come polvere al vento. Parole intense, colme d'affetto, parole che racchiudono anche un implicito rispetto. Parole ferme,  dentro un nodo in gola, che vorresti urlare. Per far capire, a chi ormai ha smesso di ascoltare; Perchè ferito , da altre parole , che hanno sciolto in lacrime ogni sentimento come fa la neve all'arrivo del sole. Parole pensate,  quasi modellate come argilla in ogni forma, che nella mente lasciano un'indelebile orma di dispiacere per tutto ciò che avresti voluto, ma non sei mai riuscito a dire. Parole pungenti,  parole urticanti, come spine, che fanno assumere al cuore l'aspetto  di un mare in confusione, preda di forti onde, parole urlate al vento ma a cui nessuno risponde a cui nessuno fa eco. Parole serene, ricche di speranza, che fanno assumere alla vita una migliore, e diversa sembianza. Più festante e spesso colorata , di chi ode   parole, che infondono una gioia in aspettata.

Solo e pensoso.

Altra opera letteraria che ho avuto modo di conoscere e  amare al liceo, e questa tratta dal canzoniere di Francesco Petrarca.



    Solo e pensoso i più deserti campi

vo mesurando a passi tardi e lenti,
e gli occhi porto
per fuggire intenti ove vestigio uman l'arena stampi.
Solitario e pensieroso i luoghi più abbandonati
vado segnando con il mio passo lento e cadenzato
e rivolgo lo sguardo, attento ad evitare
ogni luogo toccato da orma umana.
Altro schermo non trovo che mi scampi

dal manifesto accorger de le genti,

perché negli atti d'alegrezza spenti
di fuor si legge com'io dentro avampi:
Altro rifugio non so trovare che mi protegga
dall'attenzione ( indiscreta ) della gente;
< poiché > nei miei gesti privi di ogni serenità
esteriormente si intuisce come io, nell'intimo, arda d'amore:
sì ch'io mi credo omai che monti et piagge

e fiumi et selve sappian di che tempre

sia la mia vita,
ch'è celata altrui.
cosicché credo ormai che monti, pianure
fiumi, boschi conoscano di che tenore
è la mia vita, che pure è tenuta segreta agli altri.
Ma pur sì aspre vie né sì selvagge

cercar non so
ch'Amor non venga sempre

ragionando con meco, et io co·llui.

Del resto nessun angusto e solitario luogo
so trovare, in cui Amore non mi accompagni in ogni istante
parlando con me ed io con lui.

lunedì 4 luglio 2011

Perdere.

Perdere. che spesso non è soltanto il contrario di vincere. Perdere. Che quasi sempre vuoldire fingere di star bene per aver perso qualcosa a cui tenevamo. Perdere, e celare l'amarezza di una sconfitta, perdere è non far caso alla fitta che arriva dritta alcuore, quando perdi  il raggiungimento di un sogno, un obiettivo, o un amore. Perdere, che è sinonimo di ricominciare con sempre più convinzione, per tornare a sperare di vincere ogni sfida, mettendoci sempre più passione. Perdere ogni cosa ma mai il coraggio, per intraprendere ogni inizio, cercare ogni meta,  per poter poi  concludere ogni nuovo viaggio. Perdere  significa accettare e capire, che ogni cosa può cambiare e stravolgere il corso della vita, cheinfondo ha solo qualche meta prefissata, ma mai  realmente ben definita.

martedì 28 giugno 2011

La metafora del ciclista.

Questo post voglio rivolgerlo a quanti sono felici per le mete raggiunte, o quelle che stanno raggiungendo, ma che come un ciclista a pochi metri dal traguardo si sentono stanchi e spossati a pochi passi o metri, dalla meta ambita che la vita ha preservato per loro, o che loro hanno fatto si che la vita la stabilisse cambiandone il corso. Si dice che siamo noi gli artefici del nostro destino, e forse può pure essere vero. O più probabilmente no, si ha bisogno di pensare e credere che sia un'entità superiore a darci una mano per far sì che ogni cosa prenda questa o quella svolta nel corso della vita che viviamo. e io, direi che questa seconda ipotesi mi sembra quella più accreditata, di qualunque entità, o religione si tratti. Tornando però alla metafora del ciclista che è stanco e riesce a stento a trovare la forza di percorrere i pochi metri  che lo porteranno a tagliare il traguardo, vorrei che chi leggesse queste parole magari trovandosi in una situazione di simile stanchezza, trovasse la forza di pensare di non arrendersi mai,  e dopo averlo pensato, quella di mettere in pratica con  ogni mezzo il modo per arrivare alla fine di ogni obiettivo  ricordandosi anche, ma solo per trarne spunto ed esempio, che nella vita, ci saranno sempre persone che raggiungeranno mete e traguardi, molto più grandi e importanti di quelli che a noi sembrano insormontabili, specie nel momento in cui stiamo per raggiungerli e pensiamo di non farcela. Perchè credo che in ogni situazione, anche in quelle che ci sembrano le peggiori, anzi, per quanto possa apparire un paradosso, e proprio in  quelle e da quelle che dobbiamo trarre più forza, e comprendere quanto   la vita sia sempre e comunque degna di essere vissuta, bella, o brutta che sia!

mercoledì 22 giugno 2011

Preghiera.

Spesso, come la maggiorparte degli uomini mi chiedo e ti chiedo: Perchè mi hai messo al mondo? in che modo potrò compiere il disegno divino che tu hai stabilito per me?  Infondo credo che nessuno sia indispensabile, tanto meno io. Persona normalissima, forse con qualche qualità anche se tanti direbbero moltissime. Che vive come un dono e per certi versi  con molta incoscenza la situazione che tu hai scelto di farle vivere. Poi però, accolgo ascoltandola la sofferenza di quelle persone che tu hai scelto di mettermi accanto. Neascolto lo sconforto, il dolore, la tristezza. e la sola cosa che mi rende felice al termine di un dialogo con qualcuno, e il loro grazie perchè è servito a farli star meglio,  edè  questa per me  la cosa che  appaga di più in assoluto. Allora comprendo che forse signore, e questo che tu mi chiedi. che io diventi attraverso te strumento di aiuto per chi davvero ne ha bisogno. Ti prego soltanto di donarmi la forza necessaria affinchè io possa riuscirci, e non scoraggiarmi mai.  Donami la bontà di far sì che ciò che mi accingo a fare, non diventi solo un lavoro remunerato e portato avanti per questo,  ma un aiuto concreto per quanti lo desiderano. Fa che possa portare avanti ogni cosa intrapresa con lo stesso amore ed entusiasmo che ho avuto fino adesso, e superare ogni momento di cedimento con il tuo aiuto. Fa che la paura dell'inadeguatezza nei confronti di ciò che diventerò e che mi a portato a scrivere queste parole, possa trasformarsi in autentico rispetto e amore per tutte le persone che attraverso il mio lavoro chiederanno il mio aiuto.

domenica 19 giugno 2011

Meta, o traguardo.

Eccomi qui, a scrivere dopo tanto tempo. Scrivere di cosa? di come la vita  ci porti   alle soglie di un importante traguardo, una meta, il raggiungimento di un obbiettivo, o  comunque lo si voglia chiamare. Scrivere di quanta felicità ci sia in tutto questo. Ma anche di come ci si senta piccoli e impotenti di fronte alla sofferenza umana, e ci si chieda se si sarà o meno adatti a fronteggiarla facendosene carico. Se si è fatti lascelta giusta, se è realmente la nostra strada quella che stiamo per imboccare. O se invece non stiamo sbbagliando tutto e dovremmo tornare indietro. Scrivere di come ci si senta persi e smarriti difronte alle proprie insicurezze, mentre resti una forte e consolidata roccia  agli occhi del mondo. Si dice che quando qualcuno  pone su se stesso simili interrogativi, allora significa che sia sulla  giusta strada per intraprendere ciò che si è prefisso. Questo però, a nessuno e dato  saperlo con assoluta certezza. Per cui, seppur con ogni timore, la cosa migliore da fare e sempre quella di correre e non fermarsi. Infondo, se una meta si sta raggiungendo,  è perchè forse, quando abbiamo deciso di incamminarci verso di essa, sapevamo che ne potevamo ottenere il raggiungimento.

giovedì 5 maggio 2011

Punti.

Punti. di vista, di riferimento, che si dissolvono come sabbia sollevata dal vento. In un giorno qualunque, a ricordarci che infondo tutti possono essere chiunque e nessuno in particolare. Importanti solo perchè in questa vita si ha bisogno di azzionare con qualcuno il meccanismo dei sentimenti, per vivere almeglio gioie, momenti sereni o turbamenti. Punti, di svariate situazioni, alle quali vorremmo trovare  soluzioni. Senza renderci conto che spesso, dovremmo lasciare che la vita faccia il suo corso. senza risolvere niente  ma  abbandonarci al fato,  e non stare in cerca di un perenne risultato, che renda diverso o migliore il nostro operato. Vivere andando avanti, con la consapevolezza che di momenti belli e non,  ne esistono tanti. Ma niente è eterno e tutto passa,   scandito dal  quotidiano, è anche il momento più bello diviene spesso solo un ricordo lontano.

martedì 3 maggio 2011

Incrediradio e il resto.

Nel pubblicare questo post, potrei incorrere in un solo rischio. Quello di scrivere all'infinito per un pò. Si perchè, cercare di esprimere  a parole la miriade di emozioni che costituisce fare radio dagli inizi ad ora, sembrerebbe davvero impossibile, e  se è vero che niente è impossibile, di sicuro è un'ardua impresa. Innanzi tutto,  intraprendere per passione, gioco, o lavoro il "mestiere" di speaker, che credo anche quando lo si faccia per lavoro  di fatto resta sempre la cosa più bella e coinvolgente che si possa fare se si amano la musica è il contatto con la gente. Tutto questo, ti mette a confronto con altre persone, altre amicizie. Sono però legami ben diversi da quelli che instauri sui banchi di scuola, o in qualsiasi altro contesto di vita. Ti ritrovi ad interagire con gente che ha nel cuore la tua stessa passione,  gente a cui nelle vene scorre il tuo stesso sangue... Quello della musica. e la voglia di trasmettere alla gente anche i propri pensieri, portando in onda un pò  di se. Nella speranza di fare compagnia a chi ascolta, di essere un momento di svago nei giorni bui, divenendo così anche  uno svago a se stessi.  Per me che sono nonvedente, fare radio specie agli inizi, in un'età pre adolescenziale, che è già difficile per chiunque, ha significato sparire, annullarmi dietro quel microfono, senza che nessuno sapesse nulla di me. Divenire invisibile, dando libero sfogo solo alla mia voce che forse, è la cosa più importante in un mondo dove pochi ormai sanno ascoltare  e soprattutto ascoltarsi. Mi ha anche dato la possibilità di costruire legami che seppur arrestati dai diversi percorsi di vita a cui ognuno di noi è spesso costretto, però non sono mai cambiati nel tempo ritrovandosi solo ancora più  intensi e forti rispetto a come erano rimasti.  Ho iniziato per gioco e adesso, mi sono ritrovata  sempre giocando, perchè questo è lo spirito con cui vivo la mia vita, a realizzare il sogno di una radio tutta mia. Se dovessi ancora continuare a parlare di cosa significa, ha significato e significherà fare radio, non basterebbe l'intero blog, e ancora meno basterebbe la nottata che mi appropinguo a vivere mentre scrivo.  Mi limiterò dunque a parlarvi di incrediradio, di cui avevo già parlato in precedenza, ma alla quale da qualche settimana a questa parte, ho apportato delle modifiche, comprese quelle per poterla ascoltare. Si tratta di una radio amatoriale, senza scopo di lucro. Per questo durante la messa in onda dei programmi non vi sono spot o news che ne interrompono il corso. Incrediradio,  che già dal nome rimanda piùomeno allo spirito della radio, fatta dalle interazioni di chi ascolta, non prevede  alcun genere musicale. è senza pretesa alcuna, un luogo virtuale  dove l'utente può sentirsi libero di decidere cosa ascoltare, come col telecomando della tele seduto  sul proprio divano. Potrete trovarla in onda tutti i pomeriggi  all'indirizzo http://yncrediradio.altervista.org/ a partire dalle 17:00 alle 19:00 e nel corso degli orari appena indicati, apprenderete quelli serali. Il tutto, sempre salvo impegni naturalmente. La radio si avvale di un contatto skype incrediradio, e di uno msn incrediradio@hotmail.it con i quali gli utenti possono scrivere durante le dirette. In oltre, su facebook è presente il gruppo e accedendo per iscrivervi, e possibile previa richiesta d'amicizia, chattare in onda. A questo punto, non mi resta altro  che augurarvi un buon ascolto da incrediradio, una radio... da non credere!

Sguardi.

Sguardi. Diversi di ogni tipo, per ogni situazione. Sguardi che catturano frutto di un'attrazione. Sguardi cattivi, taglienti  come lame. Sguardi che fanno male, sguardi che invece fanno
sentire speciale. Come quello dipinto   sul volto di chi ci ama, e ci ha scelto tra mille altri esseri umani. Sguardi attoniti, persi nel vuoto. Vissuti nell'assenza di una vita che nessuno ha mai appagato, convinti che  nella  follia ogni  disagio possa essere colmato.  Sguardi colmi  di sogni e speranze come quelli dei bambini, o di chi per vivere ha dovuto lasciare la propria terra.   Sguardi che si spengono all'arrivo in quei posti lontani, dove trovano un nuovo rifiuto.  Tanto da far spegnere  sogni e speranze, che lasciano posto ad uno sguardo smarrito, umiliato, perso. Rendendo quello spettro di una nuova vita molto diverso da ciò che avevano immaginato, e nei loro occhi la  consapevolezza che niente è simile a  quello che avevano sognato.    Sguardi. Che per essere compresi non occorre guardarli, ma solo provare a capirli. Cercando di scrutare quel mondo che in uno sguardo sicela, ricordando che anche il silenzio spesso si svela. Senza  parole, ma in un semplice gesto. Ma solo a pochi dotati della  giusta sensibilità, e dato di capire tutto questo!

lunedì 25 aprile 2011

Sogni.

Sogni, che squotono il nostro sonno. Sogni che scordi all'alba di un nuovo giorno.  Sogni meravigliosi, impossibili da cancellare. Sogni talmente stupendi da non volersi svegliare. Sogni che riportano fantasmi dal passato. Sogni dai quali ti risvegli provato.  Sogni dove tutto appare reale tanto da sembrare vero, sogni che a volte ti riportano la gioia di rivedere un volto  sincero. Di qualcuno che rivive, almeno per un'istante e  quando apri gli occhi  il tuo sguardo è  ancora sognante.  Sogni Che del giorno cancellano il grigiore,  sogni   dove puoi ritrovarti in un mondo migliore. Con meno ipocrisia e senza guerra. Dove non ci sono posti con fame o eccessiva ricchezza, come le mille  contrapposizioni di questa nostra  terra!

mercoledì 20 aprile 2011

Tristezza.

Tristezza. Che col tuo manto, travolgi il mondo  delle persone a cui decidi di manifestarti. Tristezza. Spesso la sola cosa in grado di sovrastarti. Trascinare via ogni  cosa. Come le onde  di un mare in tempesta, spazzando via ogni brandello di gioia, serenità,o  festa. Tristezza. Che arrivi allimprovviso ad offuscare i pensieri di chi è felice. Ti insinui come la nebbia in un giorno d'inverno, e la felicità si dissolve come sabbia, per un giorno, un attimo, un periodo. Che sembra eterno.  Tristezza. che ricopri ancor più di vuoto i cuori di chi è già solo. come una coltre di gelido ghiaccio, penetri in loro. Tristezza. Che dietro te semini solo incertezza, ma che per fortuna poi ti dissolvi. Nel calore di un sincero abbraccio, una voce amica, o una carezza!

domenica 17 aprile 2011

Sorrisi.

Sorrisi, dipinti nei volti di chi è felice. Sorrisi. che non appaiono sul viso di chi a fingerne uno non ne è capace. sorrisi. Che affiorano guardando la bellezza del mondo. Che risiede in un giorno di sole, nel cielo stellato. Sorrisi. Che possono apparire alla vista di un volto amato. Sorrisi. che risplendono negli occhi di un bambino, il solo che sappia vivere una spensieratezza che per gli adulti ormai è un ricordo lontano.  sorrisi, che appaiono distanti e cari ricordi. Per chi vive solo giorni sofferti, come appare in altre parti della terra. Sorrisi che hanno saputo ben spegnere o affievolire la fame o la guerra. Sorrisi. che sebbene per molti appaiono   un lontano miraggio, sono spesso la sola cosa che da senso, e ci facontinuare con leggerezza il nostro viaggio!

sabato 16 aprile 2011

sera.

Sera. Che alla fine di ogni giorno cali su tutto, Modificando l'atmosfera ad ogni cosa. Sera. che cambi prospettiva anche al cielo, riempendolo di stelle. Sera. Dove il sole lascia il posto alla luna. Sera che a gli occhi di molti non susciti emozione alcuna. Sera. dove tutto sembra più sereno perchè il caos di un altro giorno si attenua. Sera. Che pervadi il suolo, l'aria, l'atmosfera. Sera. Che in te racchiudi un profumo di calma, serenità  diventata ormai miraggio nella frenesia della nostra quotidianità. Sera. Che raccogli le nostre speranze per un domani migliore. Fatto di sorrisi, più certezze, sincerità e amore!

giovedì 14 aprile 2011

Cecità.

Ci nasci, ci diventi, ma comunque ci vivi. Fa parte di te, ma ha tantiaspetti positivi. Il sole che non vedi è reso splendente, dai racconti realistici che ti narra la  gente. Ogni cosa ha i suoi suoni, e tutto a i suoi odori, ma per viversela così forse bisogna stare un pò fuori. Facendo quasi un vanto di ciò che per molti e cattivo, così per partito preso senza motivo.  Solo perchè al termine associ una brutta  sensazione, ma se ci stai dentro può diventare bello, al dilà di ogni percezione. e la dimensione, diversa a rendere tutto speciale, a cambiare ogni cosa senza che niente resti mai uguale. Il sole che vedi   solo attraverso il suo calore, un fiore che guardi percependone solo l'odore. Una città in movimento di cui percepisci solo il suono, ma che per le orecchie e vita e non solo frastuono.  Spesso si è troppo distratti solo da ciò che si vede, e se dici quanto tutto questo sia bello probabilmente nessuno ci crede. Confinati nei colori, e nel tridimenzionale, provo spesso  tristezza per chi non potrà mai  comprendere quanto vivere tutto questo possa essere speciale!

mercoledì 13 aprile 2011

Pensieri.

pensieri felici pensieri banali, pensieri simili ma mai veramente uguali. Pensieri tristi, che fanno male pensieri da cui ti lasci attraversare. Pensieri che imbocchi come una strada  senza uscita, pensieri che spesso riaprono qualche brutta ferita.     Pensieri come reti in cui ti ritrovi impigliato,  per uscirne poi felice, distrutto, o rasserenato. Pensieri importanti, pensieri distanti. Da quella vita che a vresti voluto, pensieri che ti parlano di situazioni, persone,  o fatti a cui ai tenuto. Pensieri che fanno da sfondo a una vita già precaria, ma  che  ogni giorno è sempre più straordinaria. Pensieri che tirendono triste, felice, o sereno, pensieri dei quali infondo mai potremmo fare a meno!

sabato 9 aprile 2011

Vorrei.

Vorrei. Vivere con passione ogni battito, ogni minima e più piccola emozione. Vorrei fuggire, per poi capire. Quanto possa  essere bello tornare. Vorrei correre, vorrei fermarmi. Vorrei superare ogni limite e ogni giorno di più migliorarmi. Vorrei sognare, vorrei pensare, e più che mai imparare a perdonare. Vorrei stupirmi davanti ad un cielo stellato, far comprendere  anche  al resto del mondo che nulla va mai dato per scontato.    Vorrei vedere, vorrei capire. Se tutti i limiti si posson superare. Vorrei immergermi nel mare, e dall'abbraccio delle onde lasciarmi trasportare. Per poi tornare a riva.  Con la consapevolezza di  aver compreso, che solo provando e vivendo  appieno ogni emozione, e possibile sentirsi realmente viva!

giovedì 7 aprile 2011

Sadness.

Sadness. In inglese significa tristezza, quella che tutti piùomeno spesso ci ritroviamo a provare,  ma che sempre, pensiamo sia un male sentirla arrivare. Questo perchè facciamo poco caso a cose che  ormai diamo per scontate: Se non provassimo tristezza, non potremmo assaporare il piacere della felicità quando giunge d'improvviso. Se non provassimo il fastidio della sete, non assaporeremmo a pieno la dolcezza dell'acqua o di qualunque bevanda giunga alle nostre labbra. Se non provassimo il caldo afoso dell'estate, mai apprezzeremmo la seppur poca e soggettiva bellezza del fresco autunno. Perchè tutto è il contrario di tutto, ogni cosa ha il suo opposto pronto a completare  le parti mancanti. Solitudine e compagnia, acqua e fuoco, cielo e terra. Una continua opposizione di qualcosa ad un'altra. Magari ci chiediamo pure il perchè, perchè esistono cose diametralmente opposte ma che di fatto  sono a volte complementari.  Forse però, il solo perchè che ogni tanto l'uomo dovrebbe porsi, è proprio  il perchè non'è mai contento? perchè è sempre alla continua ricerca di qualcosa? perchè pochi o nessuno riesce mai ad accontentarsi di ciò che ha?  perchè ci poniamo migliaia di domande alle quali nello stesso momento in cui  le facciamo sappiamo che mai otterremo risposte? Forse il senso della vita è riassunto tutto in pochi caratteri.  Sei. Per l'esattezza. Che formano una parola ben definita, Che costituisce anche una complessa domanda... Perchè?

mercoledì 6 aprile 2011

A corto di titoli.

Prima odiavo scrivere. Da quando ho creato questo blog invece, sembro non poter più farne a meno. Almeno un post al giorno devo metterlo. Solo che ormai, non so più come intitolarli, dato che quando scrivi  ti viene chiesto un titolo. Ecco perchè quello che ho messo a questo nonè un titolo a caso.   Da qualche giorno, qui è arrivata la primavera, e con essa i primi giorni di sole. Amo moltissimo il tepore e il calore del sole sulla pelle, specie quando è accompagnato da quel leggero vento che ti scompiglia i capelli. Giunge leggero sul tuo viso, ma ti accarezza con dolcezza. Amo sentire ogni tipo di suono, rumore, ecco perchè amo stare fuori all'aria aperta. Perchè il contatto col mondo è impagabile, cosa che mai nessun computer o social network potrà darti, ma di cui al giorno d'oggi forse si è perso il sapore, il piacere. Quell'enorme piacere di prendere un caffè con un amico stringendogli la mano, e abbracciandolo al momento di salutarsi. Quello di una passeggiata sotto il sole o perchè no, anche sotto la pioggia. quello di vivere nel mondo e col mondo e non di evitarlo,  chiuso davanti ad uno schermo fingendo di interagire,  quando poi  non ci si saluta nemmeno quando ci si vede faccia a faccia. Penso che la vita si viva realmente e non  nella virtualità dietro la quale in questo tempo amiamo trincerarci, probabilmente perchè ci manca il coraggio di viverci.  Ovvio che sparare a 0 sulla tecnologia per me non avrebbe molto senso, dato che ne faccio un larghissimo uso come tutti ormai. Per cui come tutto, mi limito a dire che ha i suoi prò e i suoi contro... Forse. Ma forse, sarebbero solo prò. Come quello di ritrovare vecchi amici, come quello di informarsi di tutto e in modo più rapido etc. Già, solo prò. L'uomo però di ogni cosa, deve sempre trovare il modo di fare un contro. Quello di alienarsi davanti ad un pc,  e  smettere quasi di dialogare con i suoi simili. Quello di preferirlo ad un buon libro cartaceo, andando a leggere o sfogliare pagine digitali.  Per non parlare di cose ancora più  orride che circolano sul web, come pedofilia eccetera. Cose che fanno solo venir voglia di vergognarsi di  appartenere  al mondo degli esseri umani, e ci spingono quasi a voler far parte sempre più  del mondo  che noi ci ostiniamo a chiamare animale, non rendendoci conto che è l'uomo la vera bestia degna spesso di tale nome. Anche se naturalmente, non si generalizza mai. Voglio solo concludere con una domanda, che per qualcuno potrebbe essere un'amara riflessione e per molti, forse soggetta anche ad impietose critiche, e magari per altri ancora una provocazione perchè si sa, tutto è soggettivo. Perchè l'uomo distrugge quasi con sadismo tutto ciò che di  buono riesce a creare, facendone  emergere solo e soltanto le negatività?

martedì 5 aprile 2011

Giorni.

Giorni. Fatti di grandi emozioni, giorni Vissuti densi di tensioni. Giorni spenti, giorni costellati da difficili momenti.  Giorni ricchi di speranze disattese, giorni ripidi come montagne scoscese. Giorni vaqui,, in cui perdi il tuo sguardo nel vuoto. Giorni pieni di ricordi, che ritrovi impressi nello scatto di una foto.  Giorni sereni, che rivivi in un racconto, di una giornata di sole, una passeggiata, o un bel tramonto. Giorni che ritrovi,  nell'espressione del tuo viso a volte un pò tetro, quando pensi alla loro bellezza ma anche, che non potranno mai tornare indietro!

(Francesco Guccini) - "Cyrano"

Cirano.

Altro brano di Guccini, ispirato dal romanzo francese Cirano. Chi mi conosce di sicuro,  leggendo questo testo capirà il perchè mi piace tanto.



Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto,
infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.

Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;
godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura
e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l' ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna.
Gli orpelli? L'arrivismo? All' amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti,
venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese.
Non me ne frega niente se anch' io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato;
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Ma quando sono solo con questo naso al piede
che almeno di mezz' ora da sempre mi precede
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
che a me è quasi proibito il sogno di un amore;
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
per colpa o per destino le donne le ho perdute
e quando sento il peso d' essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
amo senza peccato, amo, ma sono triste
perchè Rossana è bella, siamo così diversi,
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi...

Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un' altra vita;
se c'è, come voi dite, un Dio nell' infinito, guardatevi nel cuore, l' avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è morto e l' uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!

Io tocco i miei nemici col naso e con la spada,
ma in questa vita oggi non trovo più la strada.
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:
dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
Non ridere, ti prego, di queste mie parole,
io sono solo un' ombra e tu, Rossana, il sole,
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano,
se mi ami come sono, per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo...Cirano

Francesco Guccini - Vedi Cara -

Vedi cara.

Dal momento che un blog è notoriamente uno spazio che parla di noi,  dove ci si racconta spesso a 360 gradi,  ritenendo da sempre la musica la migliore e più grande forma di comunicazione, ritengo per tanto che ci si possa raccontare anche attraverso i testi delle canzoni. Anche se in essi sono spesso contenute solo delle piccole parti in cui ci ritroviamo. Ecco perchè posto vedi cara di Francesco Guccini.



Vedi cara, è difficile a spiegare,
è difficile parlare dei fantasmi di una mente.
Vedi cara, tutto quel che posso dire
è che cambio un po' ogni giorno, è che sono differente.
Vedi cara, certe volte sono in cielo
come un aquilone al vento che poi a terra ricadrà.
Vedi cara, è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...

Vedi cara, certe crisi son soltanto
segno di qualcosa dentro che sta urlando per uscire.
Vedi cara certi giorni sono un anno,
certe frasi sono un niente che non serve più sentire.
Vedi cara le stagioni ed i sorrisi
son denari che van spesi con dovuta proprietà.
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...

Non capisci quando cerco in una sera
un mistero d' atmosfera che è difficile afferrare,
quando rido senza muovere il mio viso,
quando piango senza un grido, quando invece vorrei urlare,
quando sogno dietro a frasi di canzoni,
dietro a libri e ad aquiloni, dietro a ciò che non sarà...
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...

Non rimpiango tutto quello che mi hai dato
che son io che l'ho creato e potrei rifarlo ora,
anche se tutto il mio tempo con te non dimentico perchè
questo tempo dura ancora.
Non cercare in un viso la ragione,
in un nome la passione che lontano ora mi fa.
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...

Tu sei molto, anche se non sei abbastanza,
e non vedi la distanza che è fra i miei pensieri e i tuoi,
tu sei tutto, ma quel tutto è ancora poco,
tu sei paga del tuo gioco ed hai già quello che vuoi.
Io cerco ancora e così non spaventarti
quando senti allontanarmi: fugge il sogno, io resto qua!
Sii contenta della parte che tu hai,
ti do quello che mi dai, chi ha la colpa non si sa.
Cerca dentro per capir quello che sento,
per sentir che ciò che cerco non è il nuovo o libertà...
Vedi cara è difficile a spiegare,
è difficile capire se non hai capito già...

lunedì 4 aprile 2011

Francesco Guccini -L' Avvelenata-

L'avvelenata.

Facendo radio da molto tempo,  mi è capitato di soffermarmi su testi di canzoni che ho imparato ad amare, come questa di Guccini che vi posto molto volentieri!



Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni
credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni;
va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il "crucifige" e così sia,
chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato...

Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante,
mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d' un cantante:
giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo,
e un cazzo in culo e accuse d' arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta...

Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa,
però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia;
io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi:
vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso...

Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare,
godo molto di più nell' ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare...
se son d' umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie:
di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo...

Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista,
io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista!
Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino,
io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare!

Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento?
Ovvio, il medico dice "sei depresso", nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento.
Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro:
compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco!

Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni,
voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni...
Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete,
un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate!

Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,
mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso
e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare:
ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!

Fabrizio De Andrè S'ì fosse foco

Se fossi foco.

Un'altra delle mie poesie
 preferite, Grande Cecco Angiolieri!


 Se fossi foco arderei lo mondo,  se fossi vento lo tempesterei,
Se fossi acqua io l' annegherei,
Se fossi Dio mandereil in profondo.
Se fossi Papa sarei a lor giocondo,
Che tutti i Cristiani imbrigherei,
Se fossi Imperador, sai che farei?
A tutti mozzerei lo capo a tondo.
Se fossi Morte anderei da mio padre,
Se fossi Vita fuggirei da lui,
E similmente faria di mia madre.
Se fossi Cecco, com 'io sono e fui,
Torrei le donne più belle e leggiadre,
E zoppe e laide lascerei altrui.

Max Pezzali - Terraferma - 4 - Terraferma (HD)

Terraferma.

Il mio costante scrivere  su questo blog, mi fa ritrovare molto nel testo di questa a mio avviso bella canzone del mio idolo musicale Max pezzali. Per tanto vi posto il testo, e poi sicuramente anche il Brano!


E’ una canzone un po’ diversa
da quella che tu ti aspettavi ma
si sa che ogni lasciata è persa
se non la scrivo lei non tornerà
Continuerà a volare in giro
fi nché non troverà uno come me
ma meno timido e insicuro
che sappia raccontare e scrivere
Le emozioni ed i momenti
le gioie immense ed i tormenti
che sennò non si ricordano fuggono
e perciò per te la scriverò subito
In modo che non vada persa la nostra poesia
la nostra immensa e assoluta energia
e la silenziosa complicità
in mezzo alle urla del mondo
Terraferma tra le onde dell’oceano
soluzione e cura di ogni male
Terraferma che i marinai inseguono
e che le stelle mi han fatto trovare
quando ero perso in alto mare
Scriverò ininterrottamente
fi nché di rime non ne avrò più
senza dimenticare niente
al punto che dovrai fermarmi tu
Dal raccontare troppe cose
sarebbe meglio ne togliessi un po’
a volte basta già una frase
gli sguardi muti spesso parlano
Più di parole urlate al vento
nell’entusiasmo del momento
ma che al vento non resistono volano
mentre sopra a un foglio vivono restano
In modo che non vada persa la nostra poesia
la nostra immensa e assoluta energia
e la silenziosa complicità
in mezzo alle urla del mondo
Terraferma tra le onde dell’oceano
soluzione e cura di ogni male
Terraferma che i marinai inseguono
e che le stelle mi han fatto trovare
quando ero perso in alto mare
Scriverò ininterrottamente
fi nché di rime non ne avrò più
senza dimenticare niente
al punto che dovrai fermarmi tu

Il piacere di scrivere.

Oggi, mi ritrovo ad aver voglia di scrivere, probabilmente per il mero piacere di farlo. Di solito però, quando ci si trova in queste situazioni, non si sa mai ne cosa dire, ne da dove cominciare a scrivere. Da quando ho voluto creare questo spazio in cui poter mettere nero su bianco i miei pensieri, ho ritrovato il gusto e il piacere della scrittura; Del dialogo con se stessi potremmo dire, perchè poi, e a ciò che ci si riduce infondo quando si decide di scrivere raccontandosi. Una sorta di introspezione non affidata ai soli pensieri, non gettata al vento. Ma impressa da qualche parte; Quasi a testimoniare quando decideremo di leggerla a distanza di tempo, o di farla leggere a qualcuno, ciò che siamo stati, i cambiamenti repentini  se pur momentanei della nostra vita. Tutto sommato, se riflettiamo, probabilmente finiamo per accorgerci che siamo tutti lunatici. perchè? vi chiederete. Semplice: perchè ad esempio adesso scrivo. Tra qualche secondo potrei non avere più voglia di farlo. ciò che scrivo oggi non mi  ritrova nello stesso stato d'animo in cui ero quando ho scritto ieri,  o qualche mese fa. Ma non solo con la scrittura, nella vita in generale. Oggi vi potreste sentire felici per qualcosa, un attimo dopo arrabbiati o scontenti. Forse aveva ragione Eraclito, uno dei miei filosofi preferiti nell'affermare che tutto scorre. Che non ti puoi bagnare due volte nello stesso fiume perchè anche a  distanza di secondi l'acqua non sarebbe la stessa. e davvero tutto un ricambio? uno scorrere a cicli così rapidi? tutto può davvero mutare in una frazione di secondo? be, direi proprio di si. Come credo fortemente che il bello della vita, una delle tante cose belle di questo dono magnifico, risieda proprio nel suo continuo mutare, che quindi lascia sempre dietro se quella scia di indelebile speranza. Pronta a non farci mollare mai nei momenti difficili, con lla certezza che tanto, prima o poi... Tutto cambia!

domenica 3 aprile 2011

Ricordi.

Ricordi. Che arrivano all'improvviso, come gelide raffiche di vento sul viso. Ricordi. Che fondendosi ai pensieri, ti riportano indietro,  ricordi che a volte fanno sembrare tutto un pò più tetro. Ricordi. Che parlano d'amore, speranza, futuro.    con pensieri che ti rendono insicuro. Ricordi. Densi, di felicità o sconforto.  Ricordi cupi, che ti rendono incerto.   Ricordi mai costanti, in continuo cambiamento, proprio come la vita, in perenne movimento.  Ricordi che fluiscono, da cui ci si lascia avvolgere e trascinare,     ricordi che scorrono come un fiume fa verso il mare.  Ricordi, che mai si stancheranno, e che sempre e per sempre nel corso della nostra vita, ci accompagneranno.

sabato 2 aprile 2011

Lentamente muore.

Non potevo non postare la mia poesia preferita di Marta Medeiros, ma attribuita erroneamente da tutti a Pablo Neruda.

Lentamente muore
chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marca,
chi non rischia di vestire un colore nuovo,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero al bianco
e i puntini sulle "i"
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in sé stesso.
Muore lentamente,
chi distrugge l'amor proprio,
chi non si lascia aiutare.
Muore lentamente,
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore,
chi abbandona un progetto
prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono
qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo
di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una splendida felicità.

Ode alla vita, di Martha Medeiros

venerdì 1 aprile 2011

Desiderata( Dopo il testo, la storia!)

Questo testo bellissimo viene quasi sempre presentato come “Manoscritto del 1692 trovato a Baltimora nell’antica chiesa di San Paolo”.
In realtà invece la vera storia del manoscritto è la seguente.
Nel 1959 il reverendo Frederick Kates rettore della chiesa di St. Paul, a Baltimore, Maryland, incluse questo pensiero in una raccolta di materiale devozionale.
In cima alla raccolta, c’era l'annotazione “Old St. Paul’s Church, Baltimore, A.C. 1692″, che è l’anno di fondazione della chiesa… da qui l’equivoco.
In realtà, l’autore di questi versi, Max Ehrmann, un poeta di Terre Haute, Indiana,
vissuto dal 1872 al 1945, e scrisse Desiderata intorno al 1927.
 Tuttavia ciò che dice… resta senza tempo… ed in essa si percepisce chiaramente
un profumo di verità eterna ed è per questo che il testo ha avuto successo in tutto il mondo.…

Desiderata.

Per quanto mi cimenti nella scrittura di pensieri o poesie  più o meno belli o significativi, non sarò mai capace di eguagliare
questo manoscritto che resta tra i miei preferiti, e che per tanto ho deciso di postare.


Passa tranquillamente tra il rumore e la fretta,
e ricorda quanta pace può esserci nel silenzio.
Finché è possibile senza doverti abbassare,
sii in buoni rapporti con tutte le persone.

Dì la verità con calma e chiarezza; e ascolta gli altri, anche i noiosi e gli
ignoranti, anche loro hanno una storia da raccontare.

Evita le persone volgari e aggressive; esse opprimono lo spirito.
  Se ti paragoni agli altri, corri il rischio di far crescere in te orgoglio e acredine,
perché sempre ci saranno persone più in basso o più in alto di te.

Gioisci dei tuoi risultati così come dei tuoi progetti.
Conserva l’interesse per il tuo lavoro, per quanto umile;
è ciò che realmente possiedi per cambiare le sorti del tempo.

Sii prudente nei tuoi affari, perché il mondo è pieno di tranelli.
Ma ciò non acciechi la tua capacità di dinstinguere la virtù;
molte persone lottano per grandi ideali, e dovunque la vita è piena di eroismo.
Gioisci dei tuoi risultati così come dei tuoi progetti.
         Sii te stesso.  
Soprattutto non fingere negli affetti, e neppure sii cinico riguardo all’amore;
poiché a dispetto di tutte le aridità e disillusioni esso è perenne come l’erba.

Accetta benevolmente gli ammaestramenti che derivano dall’età,
lasciando con un sorriso sereno le cose della giovinezza.

Coltiva la forza dello spirito per difenderti contro l’improvvisa sfortuna,
ma non tormentarti con l’immaginazione.

Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine. Al di là di una
disciplina morale, sii tranquillo con te stesso.

Tu sei un figlio dell’universo, non meno degli alberi e delle stelle;
Tu hai il diritto di essere qui.

E che ti sia chiaro o no,
non vi è dubbio che l’universo ti stia schiudendo come si dovrebbe.
Perciò sii in pace con Dio, comunque tu lo concepisca,
e qualunque siano le tue lotte e le tue aspirazioni,
conserva la pace con la tua anima pur nella rumorosa confusione della vita.

Con tutti i suoi inganni, i lavori ingrati e i sogni infranti,
è ancora un mondo stupendo.

Fai attenzione.
Cerca di essere felice.