sabato 31 dicembre 2016
Il labirinto degli spiriti
In questo quarto ed ultimo capitolo della saga dedicata al cimitero dei libri dimenticati, porteremo a compimento tutti i misteri, ne aggiungeremo di nuovi ma tutto, ci porterà all'inserimento di ogni tessera del mosaico, che come per magia si ricongiungeranno in un incastro perfetto. Il cimitero dei libri dimenticati ha come ben sappiamo una struttura labirintica e sarà proprio la spirale di un labirinto apparentemente senza uscita ad avvolgere, coinvolgere e sconvolgere il lettore, prima di portare ogni cosa a compimento. Ritroveremo tutti i personaggi che abbiamo amato e conosciuto nei capitoli precedenti, il che sarà come far visita ad un vecchio amico. Ancora una volta, con abile maestria, Carlos Ruiz Zafon ci condurrà per le strade di una Barcellona stregata, bellissima e maledetta che abbiamo iniziato a conoscere con l'ombra del vento, primo libro della saga. Quando un libro riesce a catturare la nostra attenzione tanto da farsi pensare nel corso della giornata, al punto da farci chiedere mentre facciamo tutt'altro cosa faranno i personaggi? che piega prenderanno gli eventi? e continuare a rimanerci dentro anche dopo essere giunti alla fine, allora direi proprio che uno scrittore ha raggiunto il suo scopo e posso assicurarvi, che tutti i libri di questa saga ma in generale quelli di zafon si fanno pensare e ripensare moltissimo.
venerdì 9 dicembre 2016
Chi sta male non lo dice
Antonio Distefano ci porta a conoscere le vicende di Ifem e Yannik, due adolescenti di colore che arrivano in Italia. Si innamorano, sboccia un sentimento intenso e profondo, che li renderà adulti prima del solito facendo comprendere loro che l'amore, non basta a guarire, affrontare, curare, donare sollievo alle ferite a cui la vita ci espone. Mentre la tossico dipendenza di Yannik esplode, Ifem se ne fa carico provando ad aiutare, comprendere, ascoltare,affrontare senza lamentarsi, parlare, esplodere a sua volta ma implodendo nelle spesso difficoltà che si riscontrano nel farsi carico di un altro essere umano, senza che qualcuno a sua volta, si faccia carico dell'altro e spesso, come il titolo ci fa comprendere, chi sta male non lo dice. Commovente, profondo, intenso, il libro entra in punta di piedi nella vita del lettore, col suo devastante carico di vita e riflessioni. L'argomento e complesso ma, l'autore riesce arenderlo delicato, pieno di interrogativi e riflessioni senza mai banalizzarlo, ne renderlo pesante, ne tantomeno noioso. Un libro breve, dal ritmo serrato e veloce, che merita assolutamente di essere letto.
lunedì 24 ottobre 2016
Quando la musica non cambia (3 messaggi in segreteria)
Il rock è stato accusato di satanismo, Marylin Manson di essere l'anti-cristo, i beatles, anche loro, se le canzoni si ascoltano al contrario, sembrano trasmettere messaggi tuttaltro che positivi. Il rap poi, da sempre accusato di lanciare messaggi ignobili e cattivi ai giovani, soprattutto quando faceva capolino in Italia negli anni90, mal compreso e mal digerito da critica e pubblico, almeno una porzione di pubblico, quello definito da molti politically correct, o moralista se vogliamo essere più diretti. ebbene, a finire nel mirino di centinaia di polemiche, è ancora la musica rap, o meglio i suoi testi, uno in particolare a dire il vero. Lo scorso 14 ottobre infatti, è uscito terza stagione, il nuovo album di Emis Killa. ad essere incriminato è il testo tre messaggi in segreteria, che descrive l'esasperazione di un ragazzo che non si rassegna al fatto di essere stato lasciato. Il testo secondo molti, potrebbe indurre alla violenza sulle donne, cosa già poco edificante di per sè, della quale non se ne sentirebbe certo il bisogno in un periodo come questo, in cui i femminicidi sono tristemente all'ordine del giorno. Fin dalla prima volta in cui ho ascoltato il testo, solo una per la verità, ho immediatamente pensato che non sarebbe passato inosservato, però ho colto la voglia di provocare, di far passare un messaggio in maniera troppo cruda e diretta, spesso la maniera dei rapper, al punto da rischiare di essere fraintesa. e i fraintendimenti non sono tardati ad arrivare, almeno a parere di Emis Killa, il quale sostiene infatti, che questo è il suo modo per urlare la sua disapprovazione contro la violenza, che ama l'universo femminile e che, attraverso le parole di questo brano, ha voluto parlare di un argomento di cui si parla sempre troppo poco, anche a costo di sollevare un polverone.
Da psicologa è appassionata di musica di ogni genere, dico solo che tutto dipende da chi ascolta, dalle fragilità, dagli stati d'animo, dai periodi di chi fruisce di quel testo messo in musica. Da questo punto di vista sì, forse, chi canta ha una qualche responsabilità, ma di contro, è anche vero che si tende immediatamente a mettere alla gogna, incriminando forse con facilità estrema e immediata, senza provare a leggere tra le righe ciò che potrebbe nascondersi dietro ad un testo in apparenza così crudo e difficile da sentire, al punto da risultare fastidioso o deleterio. non ci si chiede, se oltre a ciò che si ascolta in superfice, andando in profondità, scomponendo anche ogni parola se è necessario, il messaggio che si cela dietro all'intera canzone sia un altro o se invece, appaia in tutto il suo orrido fastidio per come ci viene proposta a primo impatto. Non voglio esprimere alcun giudizio in merito, solofornire a voi lettori la possibilità di farvi un'idea, pubblicando quì di seguito il testo integrale del brano in oggetto.
Baby, ciao sono ancora io
anche oggi è la solita storia.
Ultimamente ti ho chiamata così tanto
che ho imparato il numero a memoria
sì lo so che ti da noia io faccia così,
scusami ma no, non me ne capacito
negare ogni legame e sparire così
come se nulla fosse, tu non ne sei capace no
so che sei in casa, però non rispondi
finestre chiuse tu lì che mi ascolti
io con le idee confuse tu che confondi
tutte le mie scuse per stalking.
Pieno di accuse accusando ogni colpo
a denti stretti, sto masticando il mio orgoglio
fantasticando nel sonno una voce fa pronto
e mi sveglio dal sogno e si ferma il mondo.
Non è che per caso hai trovato chiamate da un numero anonimo
anche stavolta ero io con un buco allo stomaco
qui è sempre il solito dramma è solamente un altro déjavu
tu ti allontani un po' di più
e il tuo telefono fa tu tu
chiamo e butti giù giù
la segreteria dice "in questo momento sono via
ma se sei tu, tu non chiamare più più"
ma son sempre io, che anche oggi lascio il cuore nella tua segreteria.
Ennesimo messaggio dopo il beep
ho provato a contattarti mercoledì
perché ho un amico che ti ha vista in centro
che parlavi con uno e io non ci sto dentro.
E no, che non è mica detto che sia come penso
ma da una settimana hai il cellulare spento
lo so sono egoista, un bastardo
ma preferisco saperti morta che con un altro,
non vuoi sapere che cosa faccio e con chi passo tutte le sere
non vuoi sentire la mia voce, non mi vuoi vedere
ma a volte parlo dalla radio e compaio in tele
e la città parla di me, tu nascosta dietro una bugia
siamo follia ma il peggio dei due ancora non so chi sia
io che intaso di messaggi la tua segreteria
o tu che fai lo scema in giro ma in segreto sei mia.
Non è che per caso hai trovato chiamate da un numero anonimo
anche stavolta ero io, con un buco allo stomaco
qui è sempre il solito dramma è solamente un altro déjavu
tu ti allontani un po di più
e il tuo telefono fa tu tu, chiamo e butti giù giù
la segreteria dice "in questo momento sono via
ma se sei tu tu non chiamare più più"
ma son sempre io che anche oggi lascio il cuore nella tua segreteria
Ultimamente c'ho pensieri scuri
non credo a niente è inutile che giuri
ieri era il mio compleanno lo sanno anche i muri,
io ti aspettavo tu nemmeno mi hai fatto gli auguri
eri stata avvertita, ricordi quegli scleri?
Io te l'avevo detto "baby, ho dei problemi seri"
e ora hai paura perché tutti quei brutti pensieri
da qualche giorno hanno iniziato a diventare veri
e adesso guido verso casa tua che vivi a Monza
pieno di cattive idee dettate da una sbronza
volevo abbassare le armi e ora dovrò spararti
non mi dire di calmarmi, è tardi stronza!
Fanculo il senso di colpa, non ci saranno sbocchi
voglio vedere la vita fuggire dai tuoi occhi,
io ci ho provato e tu mi hai detto no
e ora con quella cornetta ti ci strozzerò
lunedì 10 ottobre 2016
La costola di Adamo
Il corpo di una donna viene ritrovato penzolante dal lampadario della casa in cui viveva col marito. Tutto fa pensare ad un'impiccaggione, un suicidio. Sarà ancora una volta compito di Rocco Schiavone e dei suoi uomini, stabilire se la causa sia realmente questa.
Il libro mantiene l'ironia e le caratteristiche del protagonista, abbandonandola però per un attimo, lasciando spazio ad un argomento attuale e mai troppo dibattuto, come quello del femminicidio anche se i risvolti e il finale saranno sorprendenti. Bello è intenso, a tratti divertente e come già scritto ironico, il libro è stato scritto nel 2013, e a distanza di 3 anni questa piaga della nostra società è più attuale che mai. Come sottolinea lo stesso Manzini dopo i ringraziamenti di rito,finchè tutto questo non avrà fine, l'Italia non potrà definirsi un paese civile.
martedì 4 ottobre 2016
Dol terapy
Probabilmente chi non ama l'orientamento psico dinamico avrà da ridire ma, nel leggere quest'interessante articolo, non ho potuto non paragonare la cosa
a winnicot e al suo oggetto transizionale, per quanto ambiti e destinatari in questo caso siano differenti.
http://www.benessere.com/psicologia/arg00/terapia_bambola.htm
sabato 1 ottobre 2016
Pista nera
Rocco Schiavone è un vice questore romano, trasferito ad Aosta suo malgrado. Si troverà a fare i conti con la difficile risoluzione di un caso d'omicidio, il corpo di un uomo viene ritrovato sulle montagne, maciullato involontariamente dal gatto delle nevi ma Rocco, comprende subito che c'è dell'altro. Divertente, dissacrante, ironico, il libro è tratto dai racconti di Antonio Manzini, che hanno per protagonista Schiavone, un poliziotto che per arrivare alla verità a volte, utilizza dei modi pocoortodossi e questo, gli è appunto valso il trasferimento dalla città di Roma, che ama profondamente, faticando non poco ad adattarsi alla neve e al freddo delle montagne di Aosta. Il libro e ben costruito, scorrevole e piacevole da leggere, offre spunti di riflessione, comicità, ironia, e un retrogusto malinconico che non guasta, unito alla curiosità che nel corso dei diversi romanzi, svelerà i retroscena della vita di Rocco.
martedì 27 settembre 2016
Io prima di te versus quasi amici
In questo post, mi piacerebbe parlare di due film già accostati, paragonati, confrontati esaminati in maniera a mio modesto parere errata. Entrambi i film narrano le storie di due persone diventate tetraplegiche in seguito a due diversi incidenti. Quasi amici pone la disabilità in maniera ironica e scanzonata, libera e priva di barriere, io prima di te uscito nelle sale cinematografiche in questo mese di settembre, diventato prima un best seller con l'omonimo romanzo, fa tutt'altro. Quasi amici, è liberamente ispirato ad una storia vera. Io prima di te, è frutto della fantasia dell'autrice. Quello che mi preme sottolineare attraverso questo post, scrivendo sia come persona affetta da disabilità che come psicologa, è che ciò che cambia nella vita di una persona, è l'approccio, il punto di vista con cui vediamo ogni cosa, il modo in cui scegliamo di vivere la vita. Non conta tanto nascere o diventare disabile, quello che conta dopo i primi momenti di smarrimento è la capacità di reinventarsi, di mettersi in gioco. Per questo trovo che la sola cosa bella di aver voluto mettere in scena due film così diversi tra loro, sia il differente punto di vista che viene offerto a chi sceglie di fruirne. Non ho amato il secondo, perchè mi sento molto più rappresentata dal primo. chi invece prova l'esatto contrario, potrà rispecchiarsi e amare maggiormente l'altro. La sola cosa con la quale concordo inoltre, è la libertà di scelta che ognuno di noi a di decidere come vivere. Ritengo che non basti il fatto che due film abbiano due protagonisti simili, per poterli paragonare come invece è avvenuto in questo caso, dal momento che come scritto precedentemente i temi vengono affrontati in maniera nettamente diversa, proprio come l'approccio che ognuno di noi sceglie di avere con ogni cosa. Se scrivessi che la disabilità non è ne una noia mortale ne tantomeno una condanna ma che anche in essa si possono riscontrare dei lati positivi, sbaglierei perchè significherebbe cercare di convincere chi legge che il mio approccio sia quello giusto, idem se provassi a fare l'esatto contrario. Per questo i film vanno comunque visti entrambi, per farsi un'idea e scegliere da che parte stare.
lunedì 26 settembre 2016
Dopo di te
il libro, narra le vicende di Louisa Clarck, facendoci scoprire se e come, riuscirà a mantenere le promesse fatte a Wil Trainor.
fin da subito, il libro riesce ad agganciare il lettore, destando la curiosità per ciò che potrebbe accadere. Piacevole e scorrevole, anche nello stile di scrittura, sembra che l'autrice abbia imparato ad intessere trame più accattivanti e coinvolgenti. Molto bello è intenso, ma anche rilassante da leggere. Il finale ritrova leggerezza, spensieratezza e allegria rispetto al precedente. Mi ha piacevolmente stupita e sorpresa, in quanto non mi aspettavo che essendosi soggettivamente rivelato brutto e noioso il primo libro, questo sequel invece potesse piacermi non poco.
martedì 13 settembre 2016
Io prima di te
Premesso che non amo i sensazionalismi a tutti i costi e questo libro ne è pieno, cercando maldestramente di sfatare luoghi comuni, provando a far apparire ciò che dovrebbe essere quotidiano come normale e niente di straordinario, finendo però per irritare chi legge, soprattutto se certe cose le vive realmente e si rende conto che l'autrice imbastisce un tentativo mal riuscito per raccontare una brutta storia di base, che prova ad arricchire con il contorno di una storia d'amore banale e poco sviluppata, come se ad ogni costo, per parlare di disabilità ci si dovesse per forza inerpicare finendo obbligatoriamente per infarcire il tutto di buoni sentimenti forzati. Gli stessi sentimenti che, in maniera profondamente intuibile, deviano per lasciare spazio a situazioni e riflessioni molto più crude, crudeli e profonde. In buona sostanza, questo libro affronta un tema delicato e complesso, come quello del suicidio assistito. Pone il lettore di fronte ad aspri interrogativi, difficili riflessioni, imperscrutabili ed impenetrabili sentimenti. L'affetto, l'amore, la dolcezza di bei momenti trascorsi, si scontrano con la libertà che ognuno di noi ha di scegliere per poter essere e sentirsi se stesso come meglio crede. Il libro è a tratti pesante, noioso, per quanto consti anche di intensi momenti di straordinaria dolcezza. Sicuramente di forte impatto, positivamente o negativamente, non lascerà indifferente chi lo legge ma tante, tantissime cose e forse il libro stesso con il conseguente film a parere di chi scrive, si potevano evitare.
lunedì 12 settembre 2016
Una famiglia quasi perfetta
Genni e Ted sono due medici, innamorati da sempre e felicemente sposati. Hanno 3 figli: i due gemelli Ed e Teo, e Naomi, in età adolescenziale. Tutto scorre tranquillo e perfetto finchè un giorno Naomi, scompare nel nulla senza lasciare traccia. Il libro incarna perfettamente un fenomeno molto diffuso al giorno d'oggi, quello secondo cui per ogni genitore i propri figli, appaiano immacolati e perfetti, osannati e amati come se fossero unici e probabilmente ai loro occhi lo sono ma tutto questo perfezionismo smisurato spesso, finisce per far perdere di vista la realtà, ciò che i ragazzi di oggi sono e fanno realmente. Se togliessimo i paraocchi probabilmente, ciò che crediamo e amiamo verrebbe visto sotto una luce diversa, troppo crudele per essere guardata e dunque, preferiamo nasconderci rifugiandoci in ciò che vorremmo, a discapito di ciò che è realmente. Il libro scorre piacevolmente, leggibile, godibile, nonostante però, manchi l'insight per poterlo definire bello. Sintetizzando, potrei dire che l'ho trovato interessante ma non entusiasmante, la bellezza iniziale con il conseguente interesse, si perdono e disperdono in un racconto a tratti lungo e anche un pò noioso, volto solo ad un ritrovamento affannoso che mette in ombra altre possibili storie e personaggi che potrebbero apparire interessanti, invece inseriti solo come contorno.
mercoledì 24 agosto 2016
Fra me e te
Chiara ed Edoardo frequentano la stessa scuola, hanno molte cose in comune eppure si conoscono pochissimo. Un libro sconvolgente, travolgente e coinvolgente, da leggere avidamente. Un libro che porterà chi è genitore a riflettere sull'eventualità che forse, con i figli non si dovrebbero tenere segreti troppo a lungo. Un libro che porterà gli adolescenti di oggi a rispecchiarsi ritrovando un po del loro mondo e gli adolescenti di un tempo, potranno tornare indietro a quando anche loro lo erano. Un libro dai temi forti, in cui si mescoleranno razzismo, odio, amore, amicizia, voglia di accettazione, di emergere, di sentirsi parte di un qualcosa etc. Assolutamente imperdibile e dai risvolti inaspettati, denso di colpi di scena e intenso nei sentimenti, Marco Erba con questo suo primo romanzo, riesce a catturare il lettore fin da subito, avvolgendolo e travolgendolo nel caldo abbraccio delle sue pagine.
domenica 24 luglio 2016
Baby sitter blues
Emilien ha 14 anni e desidera ardentemente un computer, troppo costoso per essere comprato con la paghetta che la madre gli da ogni settimana. Troppo costoso anche per la madre, titolare di un negozio i cui affari non vanno come dovrebbero. Così spinto dall'impulso ad avverare il suo desiderio e spronato dalla madre, Emilien inizierà una carriera come baby sitter, che gli consentirà di scoprire doti nascoste che non pensava di possedere.
Un libro piacevole e leggero, ma troppo breve e con un finale tronco e dunque abbastanza deludente. Una lettura da fare giusto per ingannare il tempo e farlo scorrere piacevolmente.
venerdì 22 luglio 2016
pokemon go (ne parlano, parliamone!)
Ho letto e ascoltato molto su questo gioco, cercato di capire ma in un blog che si rispetti, non si può continuare a tacere, anche per essere sul pezzo ma soprattutto, per affrontare la questione sotto molteplici e differenti aspetti spero anche un pò ironici.
Nella vita, vi sono sempre dei prò e dei contro dunque, anche nel caso di pokemon go, cerchiamo di analizzare ogni aspetto, prima di ergerci a critici indomiti per partito preso.
Per anni, ci si è lamentati di come e di quanto tempo i bambini trascorressero prima davanti alla tele, che poi si è trasformata in video games, poi in playstation, in pc e adesso, in smartphone e tablet.
allora va da se che l'invenzione di un gioco che per essere giocato deve obbligatoriamente costringere chi sta giocando a schiodarsi da casa, dal proprio divano o in ogni caso dalla propria apatia, potrebbe favorire la possibilità di muoversi, correre, dunque fare attività fisica etc. Se non si tenessero gli occhi incollati allo schermo inoltre, obbligo indetto dal gioco anche questo, si potrebbe socializzare con chi fa lo stesso gioco e conoscere nuove persone. Questi a mio avviso, gli unici ma soprattutto il primo e cioè lapossibilità di muoversi prò di questa ultima diavoleria tecnologica.
Ovviamente però, per chi ha cattive intenzioni con i più piccoli che passano ore a giocare, potrebbe è purtroppo è molto più semplice venirne a contatto, in quanto alla base del gioco, per spostarsi da un punto all'altro alla ricerca di pokemon, vi è il sistema di geolocalizzazione, che deve essere costantemente attivo per un corretto e performante funzionamento del gioco, quindi chi intercetta un pokemon in una determinata parte del posto in cui si trovano,, saprà perfettamente il luogo di provenienza e dove cercarli. Non mi dilungherò su quest'aspetto ampiamente dibattuto in altre sedi, così come gli incidenti causati dal fatto che si è vero che il gioco fa muovere, ma lo fa come già detto, dovendo stare attenti a ciò che accade sul display. Volendo in oltre provare un pò ad ironizzare sulla cosa, mi ponevo degli interrogativi, cercando di immaginare cosa accadrebbe se a scaricarlo fosse chi non vede. Premesso che il gioco non è fruibile dai disabili visivi in quanto, non è intercettato in gergo si dice non accessibile agli screen reader parlanti. In breve, con questo gioco ma spesso con molte altre applicazioni, i programmi parlanti, non parlano è dunque ne impediscono l'usabilità all'utente finale.
Ok, si potrebbe comunque scaricare il gioco accompagnati da qualcuno però: questo implica che per forza di cose, si dovrebbe essere minimo in 3 ma mai in due perchè, immaginate un non vedente con un accompagnatore che vanno in giro a catturare pokemon! Ma come si potrebbe? se di norma gli accompagnatori devono stare attenti alla strada e alle mille insidie nascoste in essa, in modo da rendere il percorso più agevole e piacevole alla persona che stanno accompagnando e naturalmente a loro stessi.
dunque, direi che più che a catturare pokemon, finirebbero dritti dritti a faccia in giù, questo senza voler dare adito ad altre possibili conseguenze ben più serie e meno ironiche.
Credo in fine che l'eccessivo clamore intorno a questo gioco, derivi dal fatto che siamo in estate e si sa, quando manca qualcosa di serio di cui parlare, o ci si vuole svagare e trovare rifugio da fatti di cronaca troppo opprimenti, tutto fa notizia, tutto distoglie, tutto crea diversivi e facili allarmismi.
Non voglio sminuire ne fomentare ulteriori pareri positivi e non, mi limito soltanto a riflettere su come, titoli di grande successo che hanno già fatto storia sugli store, come Ruzzle, quiz duello o fruit ninja per citarne alcuni, si siano pian piano dissolti e disciolti come neve al sole dopo tanto clamore.
Cosa che credo accadrà a pokemon go a breve.
Certo, giochi come ruzzle e quiz duello erano meno pericolosi e più istruttivi, non arrecavano grossi danni ma: siamo davvero così sicuri che pokemon go sia così nocivo? oppure una cosa diventa pericolosa e nociva quando siamo noi a consentirglielo regalandogli ampio spazio? Infondo si sa che, meno si parla di qualcosa, più questa e destinata a scivolare nell'indifferenza!
lunedì 18 luglio 2016
Tutta la verità su alice
Alice Franklin ad una festa frequenterà due ragazzi, Brandon, uno dei due, morirà poco dopo in un incidente stradale, A partire da quel giorno, per tutti la colpa sarà di Alice. Nessuno però, si accerterà mai se quelle voci sianoreali, o l'infondato frutto di un pettegolezzo o semplicemente, un gioco al massacro andato troppo oltre. Un libro ambientato in quel mondo in cui gli adulti, non sanno mai cosa accade agli adolescenti. Una storia dal finale strano e aperto, che poteva forse essere diverso. Bello e coinvolgente ma soprattutto spunto di diverse riflessioni. Il libro lascia aperti alcuni interrogativi: fino a che punto è giusto spingersi alla ricerca di un capro espiatorio per la risoluzione di tutti i nostri problemi? fino a che punto è giusto non accertarsi della fondatezza delle voci che corrono di bocca in bocca? e in fine, fino a che punto è giusto per gli adulti non interessarsi alla vita degli adolescenti?
mercoledì 13 luglio 2016
Tutta colpa di New york
Quando ho iniziato la lettura di queste pagine, non sapevo neanche come fosse fatto un romanzo rosa non essendo esattamente il mio genere. Mi ha attratta in primo luogo il titolo, tutta colpa di New york, dunque ambientato nella mia città preferita, dovevo assolutamente leggerlo! Il periodo in cui la storia si svolge è quello in cui tutto è magico, dove tutto può accadere, quello in cui di solito, l'America più di qualunque altra nazione, sogna e fa sognare ad occhi aperti. Natale! La storia, che vede coinvolto un famosissimo attore di Hollywood e una ragazza comune, fa da subito presagire che piega prenderanno gli eventi ma nonostante questo, la lettura rilassa e si fa sfogliare avidamente. Ho compreso grazie a questo libro, perchè i romanzi rosa sono così amati. Consentono a chi li legge di sognare ad occhi aperti, di vivere e desiderare una storia analoga a quella che si sta leggendo, dunque una momentanea fuga dalla realtà per distrarsi e rilassarsi, staccando da tutto. Il romanzo rosa ha il potere di prendere il lettore per mano, travolgendolo e avvolgendolo nell'abbraccio delle sue pagine. Forse continuerà a non essere il mio genere predominante ma grazie a questo libro, merita un posto di tutto rispetto tra le letture da non trascurare per rilassarsi e sognare un pò.
sabato 9 luglio 2016
Un'amara verità
Il vice questore Mara Tusciano e la sua squadra, sono chiamati a cercare di rendere giustizia ad Alessia Doriani, una giovane studentessa morta in circostanze misteriose. Tante volte Mara si è trovata a dare la caccia a feroci ed efferati assassini nel suo lavoro ma quel giorno, dentro di se, prova un'ansia e una profonda inquietudine che non comprende, ma per le quali avrebbe voglia di retrocedere, e lasciare tutto come sta. Ben presto però, Mara che è una professionista amata dai suoi colleghi e stimata nel suo lavoro, si troverà a dar ragione a quelle sensazioni, costretta ad affrontare un passato che aveva dolorosamente cercato di allontanare, scoprendo verità mai conosciute e troppo dolorose da accettare, si ritroverà a dover ricostruire faticosamente e nuovamente la sua vita. Un libro denso di colpi di scena, avvolgente e coinvolgente, catturerà il lettore fin dalle sue prime pagine tenendolo incollato alla storia, spingendolo a riflettere e a porsi degli interrogativi. Ho amato molto le amvientazioni di questo libro in quanto, la storia si svolge in Sicilia, e ho visitato nella realtà molti dei luoghi mensionati all'interno del racconto, cosa che a parere di chi scrive lo ha reso ancora più bello e quasi reale nell'esplorazione. L'autore, utilizza spesso il dialetto siciliano nel corso delle sue pagine, cosa questa attribuita ad Andrea Camilleri e mi sono chiesta nel leggere questo libro, se non fosse un attestato di stima o una voglia di far propria una peculiarità che ha reso famoso e molto noto un altro scrittore. Resta il fatto che il libro è pieno di colpi di scena tutti da scoprire che meritano assolutamente di essere letti.
giovedì 30 giugno 2016
La metà di niente
In una mattina come tante, mentre Rose prepara le uova per la colazione, scoprirà di non essere più la metà di una coppia borghese, ritrovandosi ad essere solo la metà di niente.
Una storia che narra di come a volte, possiamo solo essere spettatori e non protagonisti di scelte altrui, che inevitabilmente coinvolgono anche noi, il nostro essere, la nostra vita. Dopo l'iniziale e comprensibile smarrimento però, il dolore diventa rabbia, la rabbia istinto di sopravvivenza, vonservazione, voglia di non arrendersi, di combattere, di vivere per noi, per chi ci sta intorno. Pian piano, con le persone giuste accanto e nuove consapevolezze, Rose scoprirà di non essere ciò che credeva, quello che era sempre stata, quello che 20 anni accanto all'uomo sbagliato le avevano fatto credere di essere. Imparerà a guardare con occhi differenti persone che aveva giudicato male, a conoscere persone nuove, ritrovare il calore, la sicurezza e le certezze che solo chi ci conosce da sempre sa infonderci e così, pian piano, dolorosamente, faticosamente, ma soprattutto con risolutezza e determinazione, si riapproprierà di se stessa, di ciò che era rimasto della vecchia vita, per intraprendere un nuovo inizio. un libro piacevole e godibile nella sua lettura, che lascia appiccicato addosso un inevitabile senso di malinconia per lo svolgersi dei fatti ma che pone l'accento sull'innata capacità di resilienza nascosta in ognuno di noi, pronta a farsi spazio nei momenti più difficili, per dimostrarci che tutto è possibile ma niente e facile, che come diceva Darvin, solo il più forte si adatta all'ambiente e l'essere umano, ha in se un'immensa capacità di adattamento.
mercoledì 29 giugno 2016
L'anno che non caddero le foglie
Questa storia narra di alberi appesantiti, uccellini obesi, scoiattoli troppo fragili e timidi per imporsi alla supremazia dei più forti. Adulti troppo affaccendati e bambini troppo attenti da accorgersi che in quello strano autunno, qualcosa stava accadendo; Un piccolo, banale per molti insignificante dettaglio, che rischiava di cambiare il corso delle vite di tutti. Con il dolce tocco della fantasia e la delicatezza che contraddistingue ogni suo racconto, anche questa volta Paola Mastrocola torna a regalarci grandi spunti su cui riflettere, contenuti in piccole grandi verità. Come ad esempio, comprendere che se gli adulti fossero meno concentrati su loro stessi e la loro routine, presterebbero più attenzione ai dettagli che invece, con la loro innocenza e la loro estrema semplicità contenuta nell'innata capacità di stupirsi per il mondo che li circonda, i bambini riescono a cogliere perfettamente. Un libro che ci mette di fronte al fatto che la generosità può sempre cambiarci la vita e farci stare bene, curare i nostri egoismi anche quando però, i problemi sono già risolti e la generosità che avevamo pensato di utilizzare la mettiamo a frutto nel momento sbagliato. Un libro semplice ma non per questo privo di emozioni, sensazioni, ironia e leggerezza. Denso e intenso, spensierato e ricco di riflessioni, come tutto ciò che è semplice ma che al suo interno, contiene grande serietà, verità e amarezza, il tutto affrontato con fantastica ironia, e quel pizzico di magia che contraddistingue ogni favola.
venerdì 29 aprile 2016
Rosso instambul
Lui: Un regista di successo che ama tornare nella sua Instambul. Lei: Una turista in viaggio col marito e una coppia di amici, che vedrà Instambul per la prima volta. Loro: Stesso aereo, stessa meta. Destini che si incontrano per gli stessi istanti, dando vita ad intrecci inestricabili, vite intense, appassionate, coinvolgenti, vissute, disperate. Come nei suoi film, Ferzan Ozpetek ci regala un libro intenso, denso di significato, intriso di emozioni. Una storia in grado di scavare nel profondo di ogni lettore, ogni vita, ogni persona che decide di accostarsi alle sue pagine. Scava solchi profondi, lascia il segno, ma come sempre con infinita, maestosa eleganza e delicatezza. Un modo per amare ancora di più questo grande regista anche attraverso la scrittura, o per conoscerlo e imparare ad apprezzarlo per chi ancora non l'avesse fatto. Presto probabilmente, di questo libro nascerà una trasposizione cinematografica che personalmente, attendo con ansia!
venerdì 18 marzo 2016
Divergent
Il mondo di Beatrice è diviso in 5 fazioni che convivono pacificamente aiutandosi e sostenendosi l'un l'altra, nel rispetto e nell'accettazione di peculiarità e differenze. Ci sono gli Abneganti, gli intrepidi, i pacifici, i candidi, e i coraggiosi. Cosa accadrebbe però se tra loro si nascondessero anche i divergenti?
Un libro che ci porta nei meandri della nostra psiche, ad esplorarne le paure più recondite ma anche la capacità di controllarle e la forza di dominarle non perdendo mai il controllo su noi stessi. La metafora dell'essere divergente in fine è l'incapacità di accettare il diverso, la paura che la società ha di chi non uniformandosi alle regole e ai dogmi da essa imposti, riesce a vivere con un coraggio e una determinazione difficili da comprendere ma anche impossibile da cancellare. Il divergente è il diverso che si nasconde in ognuno di noi, il ribelle, quello che spesso è difficile da accettare, che si vorrebbe redimere, plasmare, rendere uniforme e conforme alle regole. Un libro denso e intenso di emozioni, intriso di valori,sensazioni e riflessioni. Una storia che parla al lettore, spingendolo ad addentrarsi in un affascinante viaggio in paure, emozioni e sensazioni, dando vita a riflessioni che potrebbero rispecchiare e riecheggiare in ognuno di noi.
sabato 27 febbraio 2016
La piuma
Cosa accomuna un re ad unh cardinale? una ballerina alla donna di tutti con l'uomo dal foglio bianco? tutti loro vedono la piuma, che si posa sui loro discorsi, entra con delicatezza nelle loro vite ma solo uno di loro saprà comprenderne il perchè e coglierne il senso.
La piuma è l'ultimo grande racconto postumo dell'immenso Giorgio Faletti. Una breve ma intensa fiaba che ci metterà di fronte a tanti spunti di riflessione, che ci porterà a chiederci se anche noi in un determinato istante della nostra vita abbiamo saputo percepire la piuma del cambiamento, dell'attimo da cogliere, dell'istante da afferrare o se invece, come spesso accade impegnati e immersi nelle nostre vite, abbiamo lasciato che sfuggisse passando inosservata. Ancora una volta Giorgio faletti riesce a commuovere, entusiasmare e far immergere il lettore in un turbinio di intense emozioni dalle quali farsi assolutamente avvolgere e travolgere!
lunedì 22 febbraio 2016
I rami del tempo
Il racconto si apre con un matrimonio che sta per essere celebrato su un isola quando, una pioggia di schegge travolge i presenti che cadranno inermi sotto quei colpi. Solo 3 superstiti rimarranno a proteggere l'isola, cercando di spiegarsi i motivi di quella strage.
Di solito non amo il genere fantastico ma, questo libro mi ha piacevolmente colpita per la curiosità che riesce a destare nel lettore, portandolo inevitabilmente a divorarlo pagina dopo pagina per capire, quale sorte è riservata ai loro protagonisti e se, riusciranno nei loro intenti. una storia intensa e densa di emozioni e sorprese, che vi terrà col fiato sospeso dall'inizio alla fine! Desidero ringraziare l'autore Luca Rossi, il quale mi ha permesso di scrivere questa recensione.
giovedì 18 febbraio 2016
Sulla sponda del fiume piedra mi sono seduta e ho pianto
Pilar decide di accettare l'invito di un suo vecchio amico d'infanzia che è anche stato il suo primo amore. Lui ha abbandonato presto il loro paese natale, per inseguire i suoi sogni, ora però l'attende a Madrid, dove terrà una conferenza. Ad attendere Pilar però, non ci sarà solo la conferenza, ma anche le innumerevoli sorprese che ogni cambiamento porta inevitabilmente con se.
L'amore torna sempre, sottoforma di nuove persone, nuove idee, nuovi sogni. Questo è l'insegnamento che Paulo Coelho ci offre in questo libro, un racconto all'insegna della spiritualità e dell'amore, concepiti in ogni forma e aldilà di ogni convenzione. un racconto denso e intenso, dal quale trarre diversi spunti di riflessione, non mancherà però qualche momento di noia, nonostante la lettura scorra piacevolmente.
martedì 19 gennaio 2016
La bella società
Mi approprio indebitamente del titolo di un film sembrerebbe non bellissimo, ma non avendolo visto non posso esprimere opinioni in merito, per descrivere ciò che penso inerente a quanto mi è capitato di vedere uscendo in questi giorni tra treni, ristoranti etc... Ormai quando si è a cena, non si ode più il piacevole brusio delle conversazioni dei commensali, ma il suono degli smartphone che annunciano questa o quella notifica di un messaggio, un'app, un tweet etc... Sui treni fino a qualche tempo fa, si conversava con i vicini e diventava inevitabilmente un modo per conoscere nuova gente, adesso si guardano i video idioti che gli amici ci inoltrano o si leggono le catene.
La schiavitù della tecnologia usata male non risparrmia nessuno, dal più anziano al più piccino.
Ok, non ho scoperto l'acqua calda, ne sono più che consapevole è come tutti, anch'io amo la tecnologia, ne faccio un uso quotidiano, mi piace conoscere ogni nuovo ausilio ma spesso, se sono in compagnia, a cena o con amici, adoro staccare tutto e godermi ogni conversazione, ogni suono, profumo, sensazione che il mondo abbia voglia di riservarmi.
Mi chiedo perchè, di ogni cosa, messa a nostra disposizione per farne un uso corretto, buono e non esagerato, dobbiamo sempre eccedere smodatamente al punto di perdere i contatti con noi stessi, la dimensione, la gente e il mondo che ci circonda? Non voglio soffermarmi sulle conseguenze psicologiche di tutto ciò, perchè non basterebbero ore. Mi limito solo a chiedermi dove stia il confine tra vita social e vita sociale? Abbiamo il mondo sul palmo di una mano ma spesso ci ritroviamo soli all'interno di una stanza a digitare su una tastiera o su uno schermo!
e quel che èpeggio, continuiamo a farlo anche se all'interno di quella stessa stanza con noi c'è un altro essere umano!
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